CAPITOLO 11

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Prima di uscire, corro in bagno a darmi una sistemata. Metto un po' ci correttore, un po' di eyeliner e un filo di mascara, poi prendo una spazzola e provo a domare i capelli, che ora come ora non hanno un ordine ben preciso.
<<Lara tutto bene?>>
Mi chiede Anna dal salone mentre io mi do giusto un'ultima occhiata allo specchio.
<<Si, sto per scendere>>
La informo, raggiungendola in salone.
<<Dove vai?>>
Si sistema sul divano e mi guarda perplessa.
<<Khvicha mi ha chiesto di vederci, mi sta venendo a prendere>>
<<Dove andate?>>
Continua a chiedere imperterrita la mia amica.
<<In realtà non lo so, non me l'ha detto>>
All'improvviso la vedo alzarsi e mettersi avanti a me.
<<Magari ti porta a casa sua>>
Nel dire questa frase fa una faccia molto ammiccante.
<<So a cosa stai pensando e no, non credo accadrà, anche perché non so nemmeno cosa faremo>>
Le dico girandomi per andare in camera mia a prendere le ultime cose prima di scendere. Prendo il telefono e mi spruzzo un po' di profumo sul collo e sui polsi, poi torno in salone e prendo la borsa che avevo lasciato sul tavolino.
<<Hai mandato il messaggio a Giovanni?>>
Chiedo alla mia coinquilina vedendola con il cellulare in mano.
<<Si, stiamo parlando>>
Risponde, continuando a premere con i polpastrelli sullo schermo del cellulare. D'improvviso il mio telefono inizia a vibrare e appena lo prendo leggo il nome del calciatore sul display.

"Sono arrivato, scendi"

Con la borsa sulla spalla e il sorriso stampato in faccia, raggiungo la porta e prima di aprirla saluto la mia amica.
<<Ci vediamo più tardi>>
Senza aspettare una sua risposta, esco sul pianerottolo e chiudo la porta, percorro le scale di corsa, cercando di non cadere e ruzzolare lungo esse. Quando arrivo giù, faccio un respiro profondo e inizio a camminare lungo il parco fin quando non arrivo al cancello ed esco sulla strada.
Mi guardo un po' intorno, alla ricerca della sua Mini Cooper, quando finalmente la trovo, passo dopo passo mi avvicino sempre di più all'autovettura e una volta fuori, salgo su di essa.
<<Ciao>>
<<Ciao>>
Ci salutiamo e sul suo viso noto un sottile velo di imbarazzo, che cerca di nascondere tenendo gli occhi puntati sulla strada.
<<Dove andiamo>>
Gli chiedo non appena riaccendere l'auto, senza voltarmi nella sua direzione.
<<A casa mia>>
Le sue parole mi fanno tornare in mente quello che Anna mi ha detto pochi minuti fa, prima di scendere.
<<Va bene>>
Rispondo senza obiettare, per non sembrare troppo insicura e con il cuore in gola.

Durante il viaggio non parliamo molto, ma sfrutto i momenti di silenzio per puntare lo sguardo su di lui. È molto serio mentre guida, ma la mia attenzione si focalizza sul modo in cui stinge il volante e su come tiene la mano sul cambio, lo trovo così sexy.
<<Eccoci, benvenuta a casa>>
Dice, facendomi distrarre dai pensieri per niente puri che stavo facendo. Si fa strada lungo un vialetto asfaltato e alla sinistra di quest'ultimo, anticipata da un piccolo giardino e un muretto in pietra, riesco a scorgere una villetta niente male.
Scendiamo dalla sua macchina e prima di chiuderla prende dal cofano lo zaino, da chi estrarre un altro mazzo di chiavi. Mi fa da guida e non appena apre il cancelletto che da sul giardino, mi ritrovo davanti un patricello molto curato, contornato da cespugli fioriti e qualche albero sparso qua e là.
<<Vieni>>
Mi prende per mano e mi trascina con sé verso casa sua. Mi guardo intorno e andando più avanti mi accorgo che sul lato destro dell'abitazione c'è un gazebo con sotto quella che dovrebbe essere una vasca idromassaggio.
Nel giro di pochi secondi apre la porta d'ingresso, facendomi precipitare in un ambiente candido e pulito. Gli interni sono completamente bianchi con qualche particolare nero, come la televisione e il tavolino posizionato avanti ai divani e la prima cosa che noto e la vetratadalla parte opposta alla nostra che dà sulla parte restante del giardino.
Mentre mi guardo intorno stupita e spaesata allo stesso tempo, lui posa lo zaino in uno sgabuzzino accanto alla porta d'ingresso.
<<Wow, è bellissima>>
Ammetto mentre la mia attenzione viene catturata da una foto incorniciata, posizionata su un mobiletto sotto la TV. Ci sono quattro persone, di cui una è Khvicha e a quanto posso intuire, si tratta della sua famiglia.
<<È la tua famiglia?>>
Domando guardando i volti dei due signori sulla foto.
<<Si, sono i miei genitori e mio fratello>>
<<Siete davvero bellissimi>>
Dico sorridente, spostando lo sguardo da lui alla foto e viceversa.
<<Sono la mia vita>>
Ribatte avvicinandosi a me e iniziando anche lui a guardare la foto.
<<Dai vieni, ti faccio vedere il resto della casa>>
Mi prende per mano e mi trascina lungo le scale che portano al piano superiore.
<<Qui c'è la mia stanza, è molto piccola ma la uso praticamente solo per dormire, il resto del tempo lo passo per lo più al piano di sotto>>
Spiega indicando la stanza immediatamente alla nostra destra. Come ha ha detto lui è molto piccola, ma a differenza del piano di sotto i colori di quest'ultima sono abbastanza caldi, le pareti sono di un rosso non troppo acceso, un rosso amaranto e il letto è ricoperto da un piumone del medesimo colore, forse di una o due tonalità più chiaro.
Gli unici mobili presenti nella stanza sono i comodini ai lati del letto da una piazza e mezzo e l'armadio di fronte ad esso, per il resto le pareti sono completamente spoglie.
<<Qua invece c'è il bagno>>
Dice, aprendo la porta accanto a quella della sua camera. Anche questo è piccolo ma a farlo sembrare tale è l'enorme vasca che occupa metà dello spazio disponibile.
<<Per finire questa è la camera degli ospiti>>
L'ultima porta, posizionata di fronte alle altre due appena aperte, presenta una camera molto più grande rispetto alla sua, con tanto di divanetto e scrivania, a guardarla sembra quasi una stanza d'albergo e i colori di quest'ultima sono molto più accesi, ci sono diverse tinte di verde sia sui muri che sulle tende e il bianco del letto sembra dare un tocco di luce a tutta la stanza.
Alla fine del tour andiamo di nuovo al piano di sotto e mano nella mano raggiungiamo la cucina.
<<Hai una casa meravigliosa>>
Dico schietta, continuando a guardarmi intorno estasiata.
<<Grazie, in realtà ancora devo ambientarmi per bene, è nuova ma per il poco tempo che ci passo mi va benissimo così>>
Ammette aprendo il frigo.
<<Cosa vuoi da bere? Acqua, thè, vino...>>
<<L'acqua va benissimo>>
Dico, fermando la sua infinita lista di possibili bevande da potermi offrire.

Inaspettato - Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now