CAPITOLO 8

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Dopo una decina di minuti passati a chiacchierare sugli spalti, io e Khvicha decidiamo al volo un paio di scuse da raccontare agli altri, arrivando alla conclusione che io dirò di essere andata in bagno mentre lui dirà di aver dimenticato una cosa negli spogliatoi. 
Esco dai corridoi e attraverso un varco che porta direttamente sul campo e, non appena mi avvicino ai miei colleghi, Anna mi si incolla addosso come una cozza.
<<Potrei chiederti "Che fine hai fatto?", ma visto che all'appello manca anche il tuo nuovo amico credo di conoscere già la risposta>>
Mi prende in giro ridacchiando e cercando di non farsi sentire dagli altri.
<<Non ti facevo cosi perspicace sai?>>
Stavolta a prenderla in giro sono io, anche se si, ha colto in pieno quello che è successo, cosa che spero non abbiano capito gli altri.
<<Oh, eccolo il nostro Kvara>>
Il coach indica l'entrata dalla quale sono passata anche io poco fa, ma questa volta a fare il suo ingresso e Khvicha, che avanza verso il gruppo abbastanza sicuro di se.
<<Che fine avevi fatto?>>
Continua a chiedere il mister, poggiando un braccio sulle spalle del moro.
<<Avevo dimenticato questa nello spogliatoio>>
Risponde, indicando una fascia elastica che gli circonda la parte superiore del braccio.
<<Ora che sei arrivato possiamo iniziare ad allenarci, che ne dite?>>
Ancora una volta, l'allenatore si rivolge ai suoi ragazzi e appena questi ultimi rispondono in coro con un caloroso "si", Spalletti va verso le panchine a bordo campo, facendoci cenno di seguirlo. 
Io e i miei colleghi ci accodiamo a lui, inutile dire quanto siano euforici i ragazzi in questo momento e ammetto di esserlo anche io, ma solo perché per la prima volta vedrò Khvicha giocare, l'unica apatica è Anna, che si siede su una delle poltroncine dove di solito si siedono i calciatori che non giocano durante le partite.
<<Tutto ok? Sembra tu abbia appena visto un fantasma>>
Le dico piazzandomi avanti a lei.
<<Si, mi sto solo annoiando>>
Confessa sistemandosi sulla seduta, io nel mentre prendo posto accanto a lei.
<<Comunque ho visto come ti guarda>>
<<Chi?>>
So a chi si riferisce, ma mi viene naturale porle questa domanda, forse per abitudine o forse perché sentirselo dire fa sempre piacere.
<<Come chi, Khvicha!>>
Risponde guardandomi in maniera strana.
<<Mentre faceva il suo ingresso in campo non ti ha tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo>>
Cerco di restare calma all'esterno, ma dentro di me sento esplodere i fuochi d'artificio.
<<Non me ne ero accorta>>
Dico sincera, visto che sul serio non me ne ero resa conto. Ad un tratto i nostri discorsi vengono interrotti dal rapido arrivo della palla che purtroppo colpisce Anna in pieno viso.
<<O mio Dio, stai bene?>>
La mia amica si copre il volto con le mani, nel vederla così mi alzo di scatto e mi metto davanti a lei.
Emana mugolii di dolore e quando sposta le mani dalla faccia, mi accorgo che la sua guancia sinistra è completamente rossa, per fortuna però non vedo uscire sangue da nessuna parte.
<<Vieni, andiamo a prendere del ghiaccio>>
La faccio alzare e la prendo per mano, ma in quel preciso istante veniamo raggiunte da un ragazzo, compagno di squadra di Khvicha.
<<Sono desolato, scusami, mi dispiace un sacco>>
Si scusa e osservandolo meglio, mi rendo conto che forse si tratta di quel Di Lorenzo che diceva Francesco mentre guardavamo la foto.
<<Brucia?>>
Chiede ad Anna, visibilmente mortificato.
<<Abbastanza>>
Risponde quest'ultima accarezzandosi la guancia sinistra.
<<Vieni con me, andiamo a prendere del ghiaccio>>
Nel sentire le parole del calciatore, mi allontano di qualche centimetro dalla mia amica.
<<Veramente mi stava accompagnando lei>>
Lo informa la bionda indicandomi.
<<Oh no, lascia che ti accompagni lui, io non saprei neanche dove trovarlo del ghiaccio>>
Alzo le sopracciglia con un'espressione da furbetta mentre lei mi guarda confusa e dolorante e poco dopo, insieme, si dirigono verso l'interno della struttura.

Dopo un'ora e mezza di allenamento, Spalletti suona il fischietto, segno che gli allenamenti sono finalmente finiti. Da quando Anna è tornata a bordo campo con un sacchetto di ghiaccio spiaccicato sulla guancia, non fa altro che guardare Di Lorenzo che, a detta sua, si chiama Giovanni.
<<Non so se in quella infermeria è successo qualcosa, ma tu sei persa>>
Le dico, passandole una mano avanti al viso per farle staccare per un secondo gli occhi dal giocatore.
<<Cosa? No, mi ha solo aiutata, è stato gentile>>
<<Sarà, ma quello sguardo non è di certo dovuto alla sua gentilezza>>
Anna mi fulmina con gli occhi, leggermente infastidita da ciò che ho appena detto.
<<Va bene, la smetto>>
Dico arrendendomi sotto il suo sguardo fulmineo. Restiamo in silenzio per i successivi minuti e il battito del mio cuore accelera improvvisamente quando mi accorgo che Khvicha sta venendo verso di noi.
Lo scruto attentamente e ammetto a me stessa che con la divisa della squadra sta davvero benissimo.
<<Stasera siete libere?>>
Il moro guarda prima me poi la mia amica, ancora intontita per la botta presa.
<<Si, credo di sì>>
Rispondo per entrambe, senza staccarli gli occhi di dosso.
<<Vi va di venire con noi ad una serata?>>
Guardo di nuovo Anna, cosa che fa anche lei e come se potessimo leggerci nella mente, rispondiamo all'unisono di si.
<<Chi ci sarà?>>
Domando curiosa.
<<Insieme a me ci saranno Giovanni e Piotr>>
Per un attimo lo guardo confusa, non conoscendo questo Piotr, ma mi limito semplicemente ad annuire e a sorridere.
<<Quando finite qui non andate via, aspettateci così andiamo via insieme>>
<<Ma dobbiamo cambiarci, non possiamo venire così>>
Dice Anna, avendo il mio pieno appoggio, viste le nostre condizioni.
<<Allora aspettateci e, se per voi va bene, vi portiamo a casa e quando siete pronte andiamo>>
Non è una cattiva idea, infatti cogliamo la palla al balzo e accettiamo la sua proposta. Poco dopo si avvicina a noi anche Giovanni, affiancato da un altro ragazzo Che dovrebbe essere Piotr.
<<Andiamo a cambiarci?>>
Chiede quest'ultimo a Khvicha, poggiando un braccio attorno alle sue spalle.
<<Si, ci vediamo qui dopo>>
Ci informa il moro, prima di incamminarsi con gli altri due negli spogliatoi.
<<Cosa diremo a Luca e ai ragazzi?>>
La domanda di Anna mi apre la mente e mi fa scattare in piedi.
<<Le cose sono due o diciamo la verità oppure possiamo dire che ci siamo organizzate per andare a cena fuori con dei nostri amici>>
Suggerisco guardando la biondina avanti a me, che pian piano fa sempre meno uso del ghiaccio.
<<Io opterei per la seconda>>
<<Si, anche io>>

La sera, dopo aver informato i nostri colleghi, raccontandogli la balla panificata poco prima, io e la mia coinquilina ci incontriamo con i tre calciatori e raggiungiamo l'auto di Khvicha. Una volta dentro essa, gli diamo alcune indicazioni su come arrivare a casa nostra e per fortuna, lungo il tragitto non becchiamo traffico, cosa molto rara a Napoli.
<<Eccoci, siamo arrivati>>
Quasi urla Anna guardando fuori dal finestrino.
<<Ti apro il cancello, così parcheggi dentro>>
Continua lei prima di scendere dall'auto e raggiungere il portoncino per aprire il cancello. Khvicha guida fin dentro il parco e appena vede un posto libero, ci si piazza e spegne l'auto.
<<Vi aspettiamo qui>>
Mi dice Giovanni, slacciando la cintura di sicurezza.
<<Cosa? No, salite con noi, non so quanto ci metteremo>>
Al mio invito, i tre si scambiano alcune occhiate, alla ricerca del consenso da parte di tutti.
<<Va bene>>
Risponde Piotr scendo subito dal veicolo, venendo seguito subito da noi altri. Mi avvicino ad Anna e insieme percorriamo le scale che portano al nostro pianerottolo, arrivando poi fuori la porta di casa.
<<Mi raccomando, non fate caso al disordine>>
Li informa la biondina, inserendo le chiavi nella serratura mentre i ragazzi ridacchiano divertiti.
Aperta la porta entriamo finalmente in casa e, prima di decidere cosa indossare per la serata, io e Anna facciamo gli onori di casa, mostrando velocemente gli interni della nostra abitazione ai ragazzi.
<<Devo dire che, pur essendo piccola, è molto accogliente come casa>>
Afferma Khvicha guardandosi intorno  e girando attorno al divano del salotto.
<<Grazie, diciamo che per due persone va benissimo, ci troviamo molto bene>>
Continuo io, pur avendo in mente solo combinazioni di possibili outfit da poter sfruttare questa sera.
<<Noi andiamo a prepararci, voi non combinate guai>>
Scherza Anna scrutando i ragazzi uno dopo l'altro, poi insieme, ci digiramo nelle nostre stanze.
Di fretta e furia apro l'armadio e come al solito, dopo alcuni secondi passati ad ispezionare ogni singolo indumento, ho le idee più confuse di prima, ma questa volta decido di non arrendermi così facilmente e do un'altra occhiata ai miei vestiti.
Tiro fuori un semplicissimo tubino nero che mi va stretto lungo i fianchi e un po' più morbido sul seno e un vestito blu notte monospalla, ricoperto di paillettes.
Vista la troppa semplicità del primo abito, scelgo di indossare il secondo, abbinandolo a dei sandali col tacco neri e ad una pochette del medesimo colore.
<<Che ne dici, sto bene?>>
Anna entra in camera mia e fa un giro su se stessa, passando le mani lungo i fianchi per far aderire bene il tessuto del vestito sulla pelle.
<<Secondo te è troppo?>>
La guardo per un po', come me ha optato per un vestito, gli arriva leggermente più su del ginocchio ed è abbastanza attillato, abbastanza da mettere in risalto tutte le sue forme.
<<Stai benissimo secondo me>>
Le dico, continuando a guardarla da capo a piedi.
<<Non è troppo scollato qui?>>
Abbassa lo sguardo sul suo seno e si, devo ammettere che ha una scollatura abbastanza profonda.
<<Forse si, ma se stasera vuoi fare colpo su qualcuno secondo me è perfetto>>
La guardo ammiccante, sapendo a cosa e a chi mi riferisco, ma lei non mi dà alcuna soddisfazione a riguardo.
<<Va bene, allora non mi cambio, tu sei pronta?>>
Continua a sistemare il vestito, soprattutto nella zona della scollatura, poi alza lo sguardo su di me.
<<Si, do giusto una sistemata ai capelli e ci sono>>
<<Va bene, allora ti aspetto di là con gli altri>>
Si volta e uscendo chiude la porta alle sue spalle, lasciandomi di nuovo da sola. Mi guardo allo specchio e senza perdere troppo tempo e senza l'ausilio di spazzola e piastra, do una sistemata alla mia chioma passando le mani qua e la e completando il tutto con una spruzzata di lacca.
Prima di uscire dalla stanza prendo una giacca dall'armadio e la pochette e, dopo aver fatto un respiro profondo, vado dagli altri.
<<Eccomi, sono pronta>>
Al mio arrivo in salone tutti si voltano verso di me senza dire nulla, ma lo sguardo che più sento addosso è quello di Khvicha. Guarda ogni parte del mio corpo e dopo una meticolosa radiografia, fa qualche passo verso di me.
<<Sei bellissima>>
Nel dirlo è leggermente imbarazzato, me ne accorgo dal modo in cui mi sta guardando e ammetto che le sue parole imbarazzano un po' anche me.
<<Ti ringrazio>>
Passo una mano tra i capelli, cercando di alleviare la sensazione di ansia che al momento mi mangia da dentro.
<<Hem, non per interrompere questo momento, ma che ne dite di andare?>>
La voce di Giovanni ci salva da quella situazione e qualche minuto dopo siamo di nuovo tutti e cinque in macchina, diretto verso il locale.


SPAZIO AUTRICE
Lo so, questo capitolo è un po' "vuoto", ma tenetevi pronti per il prossimo❤️

Inaspettato - Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now