capitolo due

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Just close your eyes, ready to fly
I'll do the same right by your side.

˚.

bussando tre volte alla porta del locale, lasciò uscire fuori un sospiro a causa del freddo del mattino. fece per bussare ancora ma qualcuno gli aprì.

namjoon, il proprietario del posto, aveva su un espressione parecchio turbata e gli mimò con le labbra: «c'è qualcuno che ti cerca.»

jungkook abbozzò un sorrisetto, immaginando che fosse una delle ragazze della sera precedente che volesse vederlo. eppure quando scostò la tendina e diede un occhiata dentro, il sorriso scemò all'istante.

seduto al bancone, riconobbe immediatamente il ragazzo con cui era fuggito e a cui aveva salvato la pelle, al suo fianco, quattro uomini con vestiti ben curati ed un espressione cupa in volto.

si tolse la giacca e prese un bicchiere di vetro, poggiandolo sul bancone. «posso servirti qualcosa?»

«hai già dimenticato il mio viso?» lo riprese taehyung con una mezza risata, poi si rivolse al proprietario. «potrebbe lasciarci un attimo da soli?»

lo guardò allontanarsi e si rivolse di nuovo al ragazzo. «preparami il drink migliore che tu riesca a fare.»

jungkook non battè ciglio ed in silenzio, mischiò i più forti alcolici che possedesse, creando così una sostanza d'impatto ma dal gusto paradisiaco.

taehyung la sorseggiò calmo e poi lo guardò, sollevando le labbra in un bel sorriso. «il tuo capo aveva ragione, sei bravo in questo.»

«che cosa vuoi.» parlò duro jungkook, avvicinandosi al suo viso per non farsi sentire da orecchie indiscrete.

«se vuoi quella collana non posso ridartela, avevo bisogno di soldi e l'ho già venduta.» parlò ancora, facendolo scoppiare in una fragorosa risata.

taehyung aprì due bottoni della camicia e gli mostrò che possedesse già un'altra collana, anche più prezioda di quella precedente. «non sono qui per quello, ma per proporti un affare.»

«se hai finito il tuo drink, ti prego di lasciare il locale.» disse, facendogli gesto di andare via.

gli uomini di taehyung si mossero ma lui li zittì con un segno della mano, divertito da quel suo modo di fare. «voglio che tu sia la mia guardia del corpo.»

jungkook rise quasi a crepapelle a quella proposta, gettando la testa all'indietro e dando piena visione del pomo d'adamo.

taehyung lo trovò più affascinante che mai.

già trovava sensuale quei suoi lunghi capelli scuri raccolti in una bassa coda e quegli innumerevoli tatuaggi a ricoprirgli l'intero braccio, eppure con quella sua testardaggine lo trovò ancora più irresistibile.

«mi dispiace deluderti, ma non sono affatto interessato.»

«ti pagherò bene.» aggiunse taehyung ma l'altro continuava a scuotere il capo.

lo vide lasciare il bancone e dirigersi verso la porta sul retro e fu in quel momento che taehyung fece un gesto ai suoi uomini, che si alzarono e lo raggiunsero in fretta, bloccandogli l'uscita.

jungkook non ebbe il tempo di fare qualcosa che alcuni di loro gli bloccarono le braccia dietro la schiena e lo obbligarono a salire sull'auto.

e nonostante le continue urla di jungkook in cui chiedeva loro di lasciarlo andare, taehyung alle sue spalle stava sorridendo a vedere quella scena. era davvero più interessante del previsto.

[...]

jungkook provò a liberarsi ancora una volta i polsi legati alla sedia, ma senza risultati. così non gli restò che continuare ad urlargli contro: «maledetto bastardo lasciarmi!»

taehyung sorrise soltanto e da uno dei suoi uomini, prese un fascicolo e cominciò a leggerlo: «jeon jungkook, nato il 1º settembre a busan. hai un fratello maggiore di nome junghyeon che frequenta l'università e vivi da solo con lui dopo che i tuoi genitori hanno perso la vita in un incidente d'auto. lavori da due anni come bartender ma la paga è scarsa, cosi partecipi a delle lotte clandestine
in cui ti fai pagare molto.»

«mi hai rapito per farmi sentire la storia della mia vita?» gli urlò contro. «sei un pazzo, liberami!»

«voglio che tu sia la mia guardia del corpo.» disse nuovamente. «se accetterai, ti lascerò andare.»

jungkook rise ancora e sputò per terra, proprio di fianco ai suoi piedi. «non lavoro per gente come voi, sono un ragazzo onesto.»

«si, ma hai delle abilità nella lotta.» continuò taehyung, poi fece un segno ad uno dei suoi uomini di slegarlo.

una volta libero, jungkook gli corse incontro per colpirlo ma taehyung - che aveva gia previsto una sua possibile mossa -, gli afferrò un braccio e lo storse, portandoglielo dietro la schiena.

quindi lo sbattè contro la parete e si premette su di lui con tutto il peso, intrappolandolo. jungkook si lamentò di dolore e cercò di liberarsi, dimenandosi come un pazzo.

«accetta e ti pagherò il doppio delle altre guardie.» disse calmo, parlando al suo orecchio.

ma l'altro non volle neanche ascoltarlo, continuando a muoversi e urlargli contro.

«ti pagherò 13 milioni* di won al mese.»

[circa 10.000 euro. ]

a quella cifra, jungkook smise di dimenarsi e sbattè più volte le palpebre. quella cifra era cosi alta che avrebbe potuto pagare la casa e alcune rate dell'università.

taehyung smise di fare forza contro il suo corpo e lo liberò, lo vide sistemarsi la maglia e guardare in basso prima di affrontarlo nuovamente. «d'accordo, ma se avrò bisogno di un anticipo dovrai darmelo.»

taehyung sorrise, sorpreso del fatto che fosse bastato cosi poco per convincerlo. ma prima di lasciarlo andare via, strinse il suo polso e si avvicinò per parlargli viso contro viso.

fu allora che lasciando cadere lo sguardo sulle sue labbra, si rese conto che fossero adornate da un piercing color argento. «non provare a lasciare la città, i miei uomini ti troverebbero ovunque.»

free fall | taekook ✓Where stories live. Discover now