capitolo dodici

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[...]

i due vennero trascinati sin dentro un furgone, le mani legate dietro alla schiena da della corda e dei bavagli a tappare le loro bocche.

taehyung guardò il moro al suo fianco, poi gettò un'occhiata al conducente. riconobbe subito l'uomo che aveva deriso e a cui aveva rifiutato l'offerta di collaborazione.

poi fece segno ad uno degli uomini di liberargli la bocca per poter parlare con lui. «rifiuto la tua offerta e tu mi fai rapire? cos'è, un gioco per bambini?»

l'uomo sorrise sghembo, guardandolo attraverso lo specchietto retroverso. «hai paura, kim?»

«non fai paura nemmeno ai tuoi uomini.» lo sfidò, anch'esso con un sorriso.

gli fu poi ordinato all'uomo di rimettere il bavaglio e cosi fu fatto. tornato al punto di partenza, taehyung guardò fuori dal finestrino per capire dove fossero diretti.

riuscì a scorgere soltanto una manciata di alberi caduti e della strada sterrata, e così immaginò di trovarsi in una zona piuttosto abbandonata. con un sospiro, si voltò a guardare jungkook.

nonostante stesse cercando di non darlo a vedere, sembrava spaventato all'idea che potessero sparargli da un momento all'altro.

allungò una mano per quanto possibile e sfiorò il suo ginocchio, cercando di tranquillizzarlo. parve funzionare e quando ebbe creato un contatto visivo con lui, gli mimò con lo sguardo di guardare verso il basso, vicino ai suoi piedi.

jungkook lo fece e notò una piccola sporgenza di ferro tra il sedile davanti e il suo, così capì subito cosa dovesse fare.

finse di avere un crampo alle gambe e si abbassò col busto, ma non riuscì ad afferrarla. capendo che dovesse prima sciogliere il nodo attorno ai polsi, chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi. la corda sfregò attorno alla pelle quasi facendola sanguinare ma non se ne preoccupò.

quando dopo poco riuscì a far uscire pollice e indice, guardò l'uomo al suo fianco e notando che fosse distratto, ci riprovò. si abbassò di nuovo e questa volta riuscì recuperare la sporgenza che assomigliava più ad un ferretto.

il furgone venne fermato e jungkook lo nascose subito dentro il pantalone. vennero scortati fuori e gettati per terra, poi fatti inginocchiare e infine si ritrovarono di nuovo due pistole alle tempie.

«qui non ti troverà nessuno, kim.» sorrise l'uomo, togliendo la sicura all'arma.

taehyung si voltò a guardare il moro e nel momento in cui i loro occhi si incontrarono, jungkook si alzò e corse contro uno degli uomini, finendoci contro con il corpo. riuscì a liberare del tutto la mano e così anche l'altra, premendo poi il pezzo di ferro a lato del suo collo.

poi tolse il bavaglio dalla bocca e parlò: «posa la pistola o gli conficco questo nel collo.»

l'uomo non parve affatto intimorito da quella richiesta, ma fu abbastanza per distrarlo. taehyung ne approfittò per dargli un calcio, facendolo indietreggiare fino a finire per terra.

gli uomini lo accorsero e jungkook afferrò taehyung per la giacca, cominciando a correre verso il bosco.

corsero fino a sentire il fiato mancare e il fianco far male, ma non si fermarono. per nulla al mondo. scesero una ripida discesa e scivolarono sul terreno, poi il moro scorse una grande pietra e trascinò taehyung verso quel riparo.

si nascosero la dietro e trattennero il fiato quando sentirono i passi di quei bastardi correre li vicino. li videro allontanarsi dalla parte opposta e poterono tornare a respirare.

quando jungkook si voltò, taehyung era interamente contro il suo corpo. poteva sentire il suo petto premuto contro il proprio e il suo respiro caldo scottargli la pelle.

i suoi occhi scivolarono poi sulle sue labbra, erano così dannatamente vicine..

deglutì e spinse taehyung dalle spalle per farlo indietreggiare. «sono.. andati via, possiamo andare.»

[...]

camminarono a lungo, pur non sapendo quanto tempo fosse passato. l'orologio ai loro polsi difatti era stato preso da uno di quei uomini e così si erano ritrovati a vagare per il bosco e senza alcuna meta.

stanco, jungkook si sedette per terra e si sfregò i polsi doloranti. quando l'altro li notò, li prese tra le sue mani e accarezzò le ferite.

jungkook non si ritrasse, rimase soltanto a fissarlo senza dire nulla. poi i suoi occhi caddero su qualcosa alle spalle del ragazzo e si alzò in fretta, indicandolo. «c'è un furgone lì, possiamo usarlo per dormirci.»

«non se ne parla, non dormo in quell'affare.» si lamentò taehyung.

jungkook non lo ascoltò neppure, afferrò la sua giacca e lo trascinò fino al veicolo abbandonato.

si assicurò che non ci fosse nessuno al suo interno e notando quanto fosse spazioso, ci entrò e si gettò disteso, sospirando di sollievo.

taehyung si sdraiò sbuffando al suo fianco e portò una mano sotto la testa, come fosse un cuscino. chiuse gli occhi e cercò di prendere sonno, ma sentì l'altro alzarsi nuovamente. «dove stai andando?»

«devo pisciare.» rispose l'altro, cercando un punto dove farla.

«mister finezza.» lo derise taehyung, alzando poi il capo per poterlo guardare.

lo vide di schiena e sentì la sua zip abbassarsi, ma sentendosi osservato, jungkook si voltò e gli fece segno di non guardarlo.

«tanto l'ho già visto.»

jungkook si fermò a quelle parole, poi fece una smorfia e gli fece il dito medio.

[...]

sdraiati l'uno di fianco all'altro, guardarono entrambi il soffitto del piccolo furgone.

«non riesci a dormire?» parlò taehyung con voce profonda, facendolo rabbrividire.

jungkook acconsentì col capo e lo sentì muoversi nel buio, poi si ritrovò coperto dalla sua giacca. lo guardò e lo ringraziò sottovoce.

restarono sommersi dal silenzio della notte ancora una volta, finchè non fu jungkook a parlare per primo. «vorrei.. che non dicesse a nessuno di quella notte.»

taehyung si voltò a guardarlo. «non eri mai stato con uomo.» più che una domanda, sembrava un'affermazione, difatti il moro non rispose neanche.

«non ne farò parola.» aggiunse poco dopo e vide le sue spalle rilassarsi nel buio.

«appena torneremo, sarai libero di poter andare via.»

jungkook si voltò a guardarlo confuso. «di cosa parla?»

«hai detto che non hai mai voluto tutto questo, no? ti sto dando la possibilità di annullare il contratto e tornare alla tua vecchia vita.»

non sentì risposta da parte sua e così immaginò che avesse acconsentito, ma poi sentì le sue dita fredde posarsi sulla sua guancia e la bocca sulla sua.

fu colto alla sprovvista da quel bacio e rimase fermo, chiedendo spiegazioni con lo sguardo.

jungkook si allontanò e mormorò un: «mi dispiace, non avrei dovuto.»

ma le parole furono interrotte dalle labbra calde di taehyung.

sentì una sua mano intrufolarsi tra i capelli e accarezzargli la nuca e il suo corpo rabbrividì. la lingua di taehyung scivolò lenta dentro la sua bocca e si scontrò con la sua, che succhiò come se non avesse desiderato altro per tutto quel tempo.

con i respiri corti, si staccarono l'uno dall'altro, fronte contro fronte. taehyung spostò le dita dalla sua nuca al suo viso per poterlo accarezzare, ma prima che potesse baciarlo ancora, sentirono delle voci.

«signore? signore, è qui?»

free fall | taekook ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora