capitolo nove

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Leap of faith is all we've got
Now I'm ready to freefall.

˚.

ancora avvolto dalle lenzuola, jungkook fissò un punto indefinito davanti a lui, pensieroso.

poi sentì il materasso abbassarsi e si morse un labbro nervosamente. non voleva affrontarlo, non sarebbe riuscito neanche a guardarlo in viso.

taehyung trasse un profondo respiro, non sapendo bene cosa dire. gettò uno sguardo al letto e sussurrò: «sei sveglio?»

anche se conosceva già la risposta, fu felice nel vederlo annuire sotto le coperte.

«perchè mi trovo nella sua stanza?» il tono che aveva utilizzato era spento, esausto.

taehyung abbassò lo sguardo sulle proprie mani e sospirò ancora. non era abituato a quel genere di situazioni, non era mai stato a letto con una delle sue guardie.

pensò che fosse ancora scosso dalla notte precedente, così cercò di usare un tono meno severo del solito: «hai bevuto e qualcuno ti ha trascinato nella sua stanza per farti del male.»

evitò di dire che si trattasse di suo cugino yoongi, conscio che jungkook sarebbe corso fin sotto casa sua per avere vendetta.

«io non ho nessun nemico.» puntualizzò jungkook con tono fermo.

taehyung abbozzò un sorriso. «pensavo lo sapessi. da quando sei entrato in questa casa, i miei nemici sono diventati i tuoi.»

«siamo intervenuti in tempo o non so cosa ti sarebbe accaduto la dentro.» continuò a parlare, poi si sporse col viso e provò ad abbassare la coperta per guardarlo. «tu.. come stai?»

jungkook chiuse gli occhi per evitare un contatto visivo ed annuì soltanto, seppur in realtà dolorante.

la sua schiena faceva un gran male e il suo fondoschiena bruciava a tal punto che, ogni singolo movimento sul materasso, sembrava lacerarlo.

«voglio stare da solo.» disse poco dopo, soffocato dalle coperte sulle labbra.

taehyung sospirò, passandosi una mano tra i capelli. abbassò la maniglia della porta ma prima di uscire, pronunciò: «rimani qui per oggi, ti do il giorno di riposo.»

[...]

con le mani si accarezzò il petto, abbassando poi il viso per guardarlo. fu sollevato nel vedere che non ci fossero segni al di sopra, eppure lo sentiva ancora.

se chiudeva gli occhi, poteva ancora sentire le sue labbra morbide impresse sulla pelle, sul suo collo e lungo la schiena. le loro lingue intrecciate, le sue mani sui fianchi, il viso contro il vetro della finestra e il suo respiro caldo sulla nuca.

si sfiorò con le dita i punti che l'altro aveva toccato, poi scese lentamente verso le natiche e si toccò li, dove più faceva male. ritrasse le dita dolorante e scivolò con la schiena lungo le mattonelle gelide.

l'acqua scorreva ancora su di lui, a bagnargli il viso e a lavare via - se solo fosse stato possibile -, i ricordi della notte precedente.

[...]

«volevi vedermi?»

nel sentire la sua voce, l'uomo sollevò il viso in sua direzione e gli fece segno di raggiungerlo.

taehyung sospirò e prese posto di fronte a lui, muovendo una pedina bianca nella scacchiera.

«mi hanno detto cosa è accaduto ieri notte.» mormorò con voce calma, eppure il suo viso sembrava tutto fuorché rilassato. poi mosse il cavallo e spazzò via la sua pedina.

taehyung strinse le labbra in una linea rigida e annuì, facendo lui la mossa successiva. «qualcuno del clan minore ha lasciato che bevesse, siamo stati avv-»

«è gia la seconda volta che commette errori. se non sai badare alle tue guardie, allora dovresti far parte di quel clan, non di questo.»

il ragazzo assunse un espressione contrariata, se pur il padre avesse ragione. gettò uno sguardo alle guardie li presenti e con un grande sospiro, mosse una delle sue pedine, permettendo così all'uomo di vincere la partita.

annuì soltanto. «non accadrà più, farò si che sia punito.»

[...]

nonostante avesse passato la scorsa giornata interamente a letto, sentiva il suo corpo ancora far male. con una smorfia si sistemò più comodamente sull'auto e attese che lo scortassero alla casa principale.

per tutto il tragitto guardò fuori dal finestrino, con la sola idea in mente che avrebbe dovuto rivedere taehyung. la cosa gli mise in subbuglio lo stomaco, non aveva alcuna intenzione di parlare di quella notte.

quando fu arrivato, notò subito che hoseok fosse all'entrata ad attenderlo e che - stranamente -, non aveva su il suo classico sorriso allegro. piuttosto al suo posto, aveva le sopracciglia corrugate e l'aria preoccupata.

«come stai?» fu la prima cosa che gli chiese quando lo affiancò, ma notando che l'altro non accennò a rispondergli perchè pensieroso, hoseok gli si parò davanti e gli bloccò la strada. «dico sul serio, come stai adesso? ti abbiamo trovato su quel letto e non sap-»

«sto bene.» rispose in maniera sbrigativa, poi rendendosi conto del tono severo utilizzato, accennò un sorriso. «sto bene, avevo soltanto bisogno di riposare.»

hoseok gli strinse la spalla in un gesto amichevole, ma il suo viso era ancora teso. «il signor taehyung vuole vederti, ti aspetta in palestra.»

jungkook fece per aprir bocca, ma l'altro non glielo permise, afferrandogli il braccio per trascinarlo fino alla palestra.

ad aspettarlo, oltre a lui, c'erano anche due dei suoi uomini. taehyung fece un passo avanti e guardò il suo corpo per intero, tornando poi al suo volto. «ti ho lasciato convocare per ricevere la tua punizione.»

«che cosa?» chiese agitato e le sue guance si colorarono subito di rosso.

«dovrai essere punito per aver bevuto in orario di lavoro. o preferisci che ti cacci via?»

«non può farlo, sono stato trascinato in quella stanza da qualcuno che voleva stuprar-»

«è stato deciso cosi, non ribattere.» disse infine, gettandogli un ultimo sguardo prima di uscire alla stanza.

jungkook lo guardò allontanarsi e avrebbe tanto voluto raggiungerlo per chiedere spiegazioni, se solo i due uomini non lo avessero afferrato dalle spalle per trattenerlo.

«dovrai fare trenta giri dell'intera palestra strisciando per terra.» gli disse uno di loro con un mezzo sorriso divertito. «senza maglia.» aggiunse l'altro.

[...]

«non rallentare!» gli urlò contro l'uomo dai folti capelli biondi, dando un calcio alle sue gambe.

«che c'è, sei stanco?» ribattè il più alto tra i due, afferrando i soi capelli per guardarlo in viso. gli rise contro e lo spinse dalle spalle per farlo atterrare con le guance sul pavimento sporco.

all'ultimo giro, il suo corpo bruciava più di quanto già non facesse prima. il suo petto era arrossato per aver strisciato per tutto quel tempo e le sue gambe tremavano. si sentiva esposto, rididolo, umiliato.

e odiava taehyung per quello, eppure..

quando era andato via aveva visto i suoi occhi e aveva potuto leggerci delle scuse, come se non fosse stata la sua l'idea di punirlo.

sfinito, gli fu tirata addosso la camicia e fu lasciato li, ripiegato sul suo stesso corpo.

free fall | taekook ✓Donde viven las historias. Descúbrelo ahora