capitolo tre

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And if this is the last day of mine
I just wanna hold you in my arms.

˚.

«kook-ah, ti prego.» implorò il ragazzo alle sue spalle. «non andartene.»

lo seguì fino all'esterno e si accasciò con tutto il corpo sull'asfalto, la mano sollevata in sua direzione e gli occhi già colmi di lacrime.

jungkook tentò in ogni modo di non voltarsi, la sola idea di vedere il fratello implorante gli procurava una fitta al petto.

mormorò un: «abbiamo bisogno di quei soldi, tornerò spesso a casa, stai tranquillo.»

«non voglio vivere in questa casa.. da solo.» continuò a lamentarsi l'altro ma jungkook aveva già varcato il cancello d'entrata per dirigersi all'auto.

la portiera gli fu aperta e la sua unica borsa contenente pochi abiti, gli venne presa dalle mani per riporla nel bagagliaio. poi un uomo lo spinse dalla schiena per farlo entrare ma prima che potesse lasciare quella sua amata dimora, si voltò a guardarla un ultima volta.

sollevando una mano, gli parve come se potesse accarezzarne le pareti oramai sbiadite. e quando in lontananza vide junghyun salutarlo, mise su il sorriso più sincero che riuscisse a fare e gli mimò con le labbra: «ci rivediamo presto.»

[...]

sbattè più volte le palpebre, svegliato da delle voci all'esterno dell'auto. sollevò piano il capo, sbadigliò e controllò l'ora sul polso.

erano appena le otto del mattino e si trovava a far fronte ad una vita che era ben lontana dalla sua. sospirante, scese dalla vettura e prese la sua borsa, incamminandosi tra giardini ben curati ed una fontana dall'acqua così limpida, da poter intravedere dei piccoli pesci al suo interno.

non appena mise piede li dentro, gli uomini li presenti gli lanciarono un'occhiata curiosa, ancora confusi del fatto che avessero assoldato un ennesima guardia.

erano già troppi li dentro, perchè prenderne un'altra?

«che hai da guardare?» sbottò, quando uno di loro fissandolo, cominciò a parlare sottovoce con qualcuno al suo fianco.

l'uomo sollevò le mani in aria in segno di resa, poi una voce parlò alle loro spalle e lo vide tornare composto. «vedo che sei arrivato.»

voltandosi, taehyung era lì.

il suo corpo era fasciato da un completo beige e i folti capelli scuri, erano portati indietro, così da scoprire il luminoso viso.

«da questa parte.» gli disse, accertandosi che lo seguisse.

jungkook camminò in silenzio, gettando di tanto in tanto lo sguardo sulle pareti adornate. poi entrarono in una stanza e la porta alle sue spalle venne chiusa.

«qualcosa da bere?» domandò taehyung, sollevando un calice di vetro in sua direzione.

nonostante avesse la gola secca, scosse il capo. non era venuto fin li per bere e divertirsi. «voglio sapere che quale sarà il mio ruolo qui.»

«come sei frettoloso.» rise di gusto, sorseggiando lentamente un po' del suo whiskey.

fece qualche passo verso la grande finestra e guardò il panorama al di fuori: enormi palazzi a riempire le strade già affollate e negozi illuminati e pieni di vita.

si avvicinò quindi alla scrivania, prese il suo amato sigaro e lo portò alle labbra, accendendolo. non appena ispirò fuori, jungkook mosse una mano davanti al viso, lamentandosi a bassa voce per la puzza che emanava.

«sono meglio le sigarette, non credi?» gli chiese, ma il ragazzo continuò a fissarlo senza rispondergli.

così rise, fece qualche altro e lo spense, riponendolo nuovamente nella sua custodia. si avvicinò a lui e portò una mano sulla sua spalla, accarezzandola. «sarai la mia personale guardia del corpo.»

un uomo alle loro spalle tossì a quella frase, attirando l'attenzione. «ma signore, ha già jung come guardia personale.»

«assegnerò a lui un altro ruolo, è gia da troppi anni che si occupa di me, non credi?»

la guardia non proferì parola, non che ne avesse modo. si inchinò soltanto e fece un leggero cenno del capo. «vado ad avvisare il capo che il nuovo ragazzo è arrivato, con permesso.» disse soltanto, prima di uscire dalla stanza.

«tu,» parlò ancora taehyung, indicando un uomo poco più alto degli altri. «mostragli dov'è la sua camera e quali saranno gli allenamenti di questo pomeriggio.»

poi riportò l'attenzione su di lui, stava ancora accarezzando la sua spalla larga. fece scendere lentamente le dita lungo il suo collo e accarezzò la pelle vicino al pomo d'adamo, facendolo irriggidire. «da domani, dovrai sempre indossare un uniforme.»

[...]

«questa è la tua stanza. appena avrai finito nel sistemare le tue cose, scendi al piano di sotto. inizierai gli allenamenti oggi stesso e si terranno ogni giorno e sempre alla stessa ora.»

jungkook annuì soltanto, entrando in stanza e chiudendosi la porta alle spalle, guardando quanto fosse estremamente spaziosa per una sola persona. poggiò la borsa contenente i vestiti sopra il letto e si gettò a peso morto su di esso.

restò per qualche minuto in quella posizione, poi qualcuno aprì la porta del bagno e aprì di scatto gli occhi, guardando in quella direzione. ne uscì un ragazzo dai folti capelli rossicci e indossava soltanto una lunga canotta bianca, senza neanche della biancheria sotto.

jungkook guardò la scena di lui che prendeva un peso e cominciava ad allenarsi e trattenne una risata, ma l'altro parve sentirlo e si voltò in fretta, gettando un urlo. «diavolo!»

«ehi, tu devi essere il nuovo ragazzo. sono hoseok.» gli sorrise smagliante, prendendo in fretta un asciugamano per coprirsi le parti intime.

una volta che si fu rivestito, prese una ciotola e ci versò dentro dei noodles appena riscaldati, portandoli sul tavolo. «non si dovrebbe mangiare tutti assieme nella sala comune?»

«sì, ma mia nonna mi spedisce spesso il cibo che cucina lei stessa ed è delizioso. quindi lo porto in stanza e lo mangio tutto da solo.» disse in fretta, riempiendosi le guance di riso.

jungkook cominciò a mangiare silenziosamente i suoi noodles ma l'altro interruppe ancora una volta i suoi pensieri.

"è davvero un chiacchierone eh." si ritrovò a pensare.

«so che sarai la sua nuova guardia personale.» quando jungkook annuì, lui continuò. «beh buona fortuna, hai capitato il fratello peggiore.»

«fratello?» disse, mettendo da parte la ciotola per poterlo guardare.

«mhmh.» rispose con la bocca piena, «sono due fratelli. il signor taehyung è più piccolo di qualche anno ed è quello più severo. il signor joshua invece non si vede mai da queste parti, abita in america e non ha dei buoni rapporti con il capo. penso che sia per questo che odia venire qui.»

jungkook annuì soltanto, aveva ancora così tanto da scoprire su quella famiglia.

[...]

free fall | taekook ✓Where stories live. Discover now