Parte 14 - La disperazione di Mehdi

132 4 0
                                    

Quattordicesima parte

Mehdi stravolto dalla rabbia e dal dolore prese le chiavi della macchina e uscì facendo sgommare le ruote. Accese la radio ad un volume altissimo ma per uno scherzo del destino c'era una canzone di Marc Anthony, che aveva imparato a conoscere da quando era in Italia, che calzava a pennello sulla situazione che viveva con Zeynep. 

"A quien quiero mentirle Porque quiero fingir que te olvide  Trato de convenserme Que estas en el pasado Y del alma y la mente te borre A quien quiero mentirle Porque quiero fingir que te olvide.....Trato de convenserme Que no senti un amor tan profundo Y quedaste en el ayer  Yo trato de olvidarte, yo deverdad lo intentoPero no lo consigo ..." (a chi voglio mentire, perchè voglio fingere di averti dimenticato. Cerco di convincermi che sei nel passato dell'anima, e ti ho cancellato dalla mia mente.  A chi voglio mentire... Cerco di convincermi che non ho sentito un amore così profondo e che sei il mio ieri. Io cerco di dimenticarti, ci provo davvero ma non ci riesco...)

Corse per le strade che costeggiavano il lago senza una meta, senza una destinazione, voleva solo allontanarsi da lei, dal dolore, dalla sofferenza che sentiva bruciargli dentro. Quel dolore sordo avrebbe mai avuto fine? Scoppiò a piangere e si chiese se non stesse impazzendo a furia di arrovellarsi il cervello dietro a questa donna. Non sapeva cosa fare: la disperazione si impossessò di lui. Corse su e giù per le strade e proprio in quei momenti che gli mancava la Turchia, Istanbul, Il Bosforo le cui acque agitate sapevano dare un senso alla sua anima tormentata e delusa. 

Zeynep già a Casa si accorse che lui era fuori di sé e si preoccupò per lui

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Zeynep già a Casa si accorse che lui era fuori di sé e si preoccupò per lui. Chissà in quello stato dove sarebbe andato. Nel frattempo la tata la informò che la bambina aveva mangiato, le aveva fatto il bagnetto e ora dormiva beatamente: "Signora, posso andare"?

Z: "Teresa, ti dispiace rimanere un altro po'. Devo riuscire di nuovo"

Teresa la guardò con preoccupazione e le disse: "Signora, posso permettermi di dirle una cosa?"

Z: "Certo Teresa, dimmi pure: naturalmente lo straordinario te lo pago a parte"

T: "No non è per quello, lei è fin troppo corretta e generosa con me. Il fatto è... Insomma, lo so che non sono affari miei, ma cerchi di non perdersi dietro a quell'uomo"

Z: "Cara Teresa, ti stupiresti di che persona meravigliosa è quell'uomo e di quanto sono stata spregevole io, invece".

T: "A me lei non sembra affatto spregevole lui invece lo trovo ambiguo. Voglio dire si vede che ha un'ossessione per lei, ma nel frattempo sta con quella biondina"

Z: "Le cose non sono sempre così come appaiono, e se questa cosa l'avessi pensata qualche anno fa, molte situazioni della mia vita sarebbero al loro posto. Arrivi ad un punto che capisci che non sempre la vita è dalla tua parte. Che non sempre si vince però impari sempre qualcosa. Non sempre si ride, ma le lacrime ti rendono forte. La felicità e i bei momenti non sono eterni ma i ricordi si, lo sono. E impari anche che la gente che ti ama e ti merita starà sempre dalla tua parte. Ecco Vedi, Aslan è quel tipo di persona: nonostante tutto c'è e ci sarà".

Teresa la guardò e pensò che fosse veramente innamorata di quel cavernicolo e si rese conto che si conoscevano da molto tempo e non solo da quando lei era in Italia, ma non indagò oltre perché in fondo non erano fatti suoi. Rispose: "Signora, certamente lei sa più di me quello che deve fare, vada pure. Io l'aspetto qui".

Zeynep la ringraziò e con lo sguardo capì che la donna non voleva giudicarla ma si preoccupava semplicemente per lei. Uscì di corsa e prese la macchina. Percorse la strada che costeggiava il lago, ma non sapeva bene dove andare: non sapeva dove potesse essere Mehdi. Intanto mise un po' di musica e la canzone che ascoltò sembrava cucita addosso alla sua storia con Mehdi.

Le tornarono in mente le parole della lettera che il suo Mehdi le aveva scritto quando era in carcere: quando le mandò come regalo la casa fatta con i fiammiferi. Poche parole, ma molto significative:

"Ciao per l'ultima volta, con il tuo compleanno è iniziato, con il tuo compleanno si conclude. Grazie per tutto quello che hai portato nella mia vita, se ho fatto del bene a te, allora lo benedico. Forse mi perdonerai e benedirai anche me. Ora non c'è possibilità di interferire con la nostra relazione, in mezzo c'è lo Stato e la Polizia. Non menzionerò nemmeno il tuo nome e non passerò per la tua strada. Ma non riesco a smettere di amarti subito, me ne occuperò io con il mio cuore e non puoi interferire con questo. Avrei dovuto vedere nei tuoi occhi che non sei più la mia "casa". Quando hai dato fuoco alla mia "casa", probabilmente hai trovato la tua "casa". Ecco un'altra casa a cui puoi dare fuoco. Che Dio ti aiuti!"

Si commosse all'idea che lei non fosse più la sua casa, ma in realtà non era così. Lui sarebbe stato sempre la sua casa, il suo rifugio, il suo unico e grande amore. Ma lui non lo capiva. O forse aveva solo paura di soffrire di nuovo. Girò in lungo e in largo ma di Mehdi nemmeno l'ombra. Quando aveva deciso di tornare a casa perché era già fuori da un'ora vide la sua macchina posteggiata in uno slargo vicino ad un boschetto. Si avvicinò a fari spenti, e vide che lui era dentro la macchina con le braccia appoggiate al volante e la testa semi nascosta dalle braccia. Le fece una tenerezza infinita: voleva solo abbracciarlo e dimenticare tutte le brutte parole che si erano detti. 

Scese dall'auto e si avvicinò: bussò al finestrino e lui sobbalzò

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Scese dall'auto e si avvicinò: bussò al finestrino e lui sobbalzò. La guardò e lei si accorse che era stravolto: piangeva come un bambino. Aprì lo sportello e uscì ancora singhiozzante: le braccia abbandonate lungo i fianchi, le spalle all'ingiù e una smorfia di dolore sul bel volto smunto. Era molto magro ultimamente.

Lo abbracciò senza dire una parola e lo strinse forte forte al suo seno. Lui ricambio l'abbraccio e se la tenne stretta al cuore. La testa di lei appoggiata sul suo collo: si alzò sulla punta dei piedi e gli sussurrò all'orecchio: "Mehdi non ho mai dato fuoco alla tua "casa" ho solo guardato nelle case sbagliate; ti dimostrerò che tu sei stato e sempre sarai la mia Casa".

Mehdi la guardò e la strinse ancora più forte, la baciò con passione e poi le tempestò il viso con tanti piccoli bacini teneri e dolci. 

 

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Mehdi e Zeynep: storia di un amore interrottoWhere stories live. Discover now