8 (A) - Mio nonno è un assassino

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"Il suono nasce dalle vibrazioni di un corpo elastico e per propagarsi e diffondersi ha bisogno di un mezzo: aria o qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa. Il suono si propaga tramite vibrazioni che producono una successione di compressioni ed espansioni delle molecole dell'aria. Nel loro movimento oscillatorio, queste molecole formano onde sonore sferiche e concentriche, che vengono percepite dal nostro timpano."

— They say all's well that ends well,
but I'm in a new h e l l
everytime you double-cross my mind

🍒
A R E S '
P O V


«Insomma, non è che potessi aspettarmi la totale lealtà da parte di una persona che conosco da pochi mesi e con la quale ho avuto pochi scambi comunicativi,» continuo. «Ma non credevo nemmeno che avrebbe potuto tradirmi in questo modo. Su una cosa così delicata, capite?»

La ragazza bionda, in ginocchio tra le mie gambe, si stacca, affannata e con una smorfia di irritazione sul viso bellissimo. «Quanto ti manca a venire? Comincio a stancarmi.»

«Come fai a essere certo che sia stata lei? Non ti ha negato tutto? Perché non le credi?» domanda la mora, seduta accanto a me sul divano e completamente nuda.

Sbuffo. «I miei fratelli e mia sorella non lo avrebbero mai fatto. Lei rimane l'unica opzione. E sapete cosa mi fa incazzare il doppio? Che abbia continuato a negare. Avrei apprezzato molto di più una presa di coscienza e che avesse ammesso la verità. Sul serio. La odierei di meno, ora.»

La bionda si solleva da terra, anche lei senza alcun indumento addosso, e va a sedersi sul bracciolo, accanto all'amica. «Ci rinuncio. Grazie per la scopata indimenticabile, ma non ho più la pazienza di starti appresso.» Incastra due ciocche di capelli dietro le orecchie. «Scommetto che neanche ti ricordi come mi chiamo.»

Per un attimo distolgo i pensieri da Hell e spingo il mio cervello a collaborare. «Taylor?» ipotizzo. Ricordo benissimo di aver visto quel nome.

Lei alza gli occhi al cielo e si rimette in piedi. Comincia a raccattare i suoi vestiti da terra, distinguendoli da quelli che appartengono all'altra. Poi mi sventola una maglia davanti. C'è una foto di Taylor Swift stampata sopra. «No, mi chiamo Hallee. Ma grazie per esserti ricordato di cosa indossassi.» Aggiunge un insulto sottovoce.

La mora non sembra infastidita dal mio distacco emotivo, anzi, pare molto interessata alla storia che le ho raccontato. «Be', ammettiamo che sia stata davvero lei a rivelare il tuo segreto. Cosa hai intenzione di fare? La situazione si è comunque risolta per il meglio, da quanto dici.»

«Vero,» convengo. Eppure, la rabbia non accenna a diminuire. «Ma non mi interessa. In qualche modo gliela farò pagare. Le renderò la vita un inferno. La voglio ferire peggio di quanto lei abbia ferito me.»

Che poi non abbia la minima idea di come fare, è un altro conto. In genere sono un tipo piuttosto bravo a innervosire la gente. Farmi odiare dagli altri è la cosa che mi riesce meglio. Non ho pietà. Capisco i punti deboli delle persone e li sfrutto per ferirle.

Sono più che certo che riuscirei a far bestemmiare anche Dio.

Con Hell è diverso, però. Perché l'unico punto debole che conosco... non posso. No. Solo l'idea di ferirla con qualche commento sul cibo mi fa venire voglia di vomitare. Troverò qualcos'altro. E allora lì non avrò pietà. Sì. È deciso.

Magari posso metterla incinta e poi lasciarla. E non riconoscere il figlio.
No, è troppo.
Oppure...

«In tutto questo, perché c'è ancora la musica a palla?» mi risveglia la bionda. Ha solo un paio di slip in pizzo addosso, il reggiseno le penzola dalla mano.

Game of Chaos (Game of Gods Spin-off, #Ares)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora