22 (A&H) - Le parentesi

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ishin-denshin (giapponese):
"ciò che la mente pensa, il cuore comunica". Un tipo di comunicazione che non avviene a parole ma tramite una forte connessione mentale. 


— If you could see my thoughts,
you would see your face

...sorpresa? Vabbè non avevo voglia di mettere il countdown su Ig e avvisarvi ☠️

🍒
A R E S

«Lo voglio morto!» strilla mia madre, mentre afferra un vaso in vetro e lo lancia contro il muro. L'oggetto si frantuma in tanti piccoli pezzi, provocando una cascata di azzurro sul pavimento.

«Quello costava cinquanta mila dollari», dice Rea, monocorde.

Mio padre impallidisce, a qualche metro di distanza. Non sa bene come impedire a Teia di lanciare l'arredamento per aria, forse teme di farsi male. «Sarò lieto di risarcirtelo.»

Teia non sembra prestare molta attenzione. «Quel vecchio di merda e quella stronza di sua moglie! Li voglio vedere morire! Hanno ferito mio figlio!» continua, gridando così forte che la voce le si spezza.

Acchiappa un quadro dal muro, il più vicino che trova, e lo sbatte ripetutamente contro l'angolo, spaccandolo a metà. Lo lascia cadere a terra, ansimante, e con ciocche di capelli davanti al viso. Le manda per aria con uno sbuffo nervoso.

«Quello, invece, costava un milione. Un pezzo raro.»

Iperione strabuzza gli occhi. «Sarò lieto di comprartene una replica che costi un po' meno.»

«Io li ammazzo!» ripete Teia, precipitandosi in direzione della porta con uno scatto felino.

Iperione le è subito alle spalle e la afferra per la vita. La solleva da terra e la butta sul divano, accanto a Rea. Lei, invece, se ne sta seduta composta, con le gambe accavallate e un tailleur gessato. Quando Teia le piomba accanto con violenza, si scompone appena.

Mia madre ha il viso paonazzo per la rabbia, e le mani tremano così violentemente che quasi mi fa tenerezza. «Io lo sgozzo. Lo decapito. Lo scuoio. Chiedo corda e sgabello a nostro nipote e lo impicco. Voglio aprirlo in due ed estrargli ogni organo che ha...»

Iperione le poggia una mano sulla spalla, facendola ammutolire. «Amore, basta.»

«Ha fatto finire nostro figlio su una sedia a rotelle!» grida.

Rea, lì accanto, si tappa con discrezione l'orecchio. «Continuare a strillare minacce non servirà a nulla. Se anche provassi a far del male a Urano, lui ti ammazzerebbe prima. Stai calma e pensiamo razionalmente.»

«Rea, stiamo diventando amiche, ma sappi che se mi gira male ti spacco la faccia.»

Iperione sussulta e si affretta a scuotere la testa, come a dire a mia zia che Teia sta solo parlando senza riflettere.

Rea allunga il braccio verso il tavolino in vetro e prende il Martini che stava bevendo. Lo scola in un sorso e agguanta lo stuzzicadenti per mangiarsi anche l'oliva verde. «Ti invito a provarci, Teia. Posso romperti l'osso del collo anche indossando i tacchi quindici che ho ora ai piedi.» Come a dimostrazione, fa oscillare il piede, attirando l'attenzione sul tacco a spillo bianco e lucido.

Teia inarca un sopracciglio, d'improvviso distratta da altro. «Queste minacce un po' mi eccitano.»

A volte è assurdo che Teia non sia la mia madre biologica.

«Vorrei uccidere anche quel ragazzetto emo con il nome stupido», ricomincia, rompendo il silenzio. «Come diamine si chiama? Thanatos? Lui. Voglio anche...»

Game of Chaos (Game of Gods Spin-off, #Ares)Where stories live. Discover now