21 (A&H) - Il predicato verbale

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elmosolyodni (ungherese): il sorriso spontaneo che viene quando si è travolti dalle emozioni, come l'amore o la felicità.

She waits and takes her time
'Cause Little Miss Sunshine
always thinks it's gonna rain
When Emma falls in love, I know
That boy will never be the same

🍒
A R E S

«Siamo di malumore, oggi?» mi domanda Michelle, mentre recupero la chiave della mia camera.

«Sì, ogni giorno da quando sono nato», bofonchio.

Non mi intrattengo per qualche inutile chiacchiera di circostanza, e mi dirigo a passo svelto verso le scale. Mentre sto salendo i gradini, il mio cellulare vibra dentro la tasca. Il centro di notifiche mi segnala l'arrivo di una nuova mail: la mia prenotazione è andata a buon fine. Fra dodici ore posso prendere l'aereo per tornare negli Stati Uniti. Da lì, noi Lively prenderemo un altro volo per la Grecia. Rea ci ha convocati.

Rientreremo tutti prima dalla vacanza. Ma i posti sui voli sono limitati, e abbiamo lasciato i primi due biglietti disponibili a Cohen e Hades. Non so in quale volo siano riusciti a infilarsi i miei cugini e i miei fratelli, e al momento non mi interessa granché.

Quando arrivo davanti alla porta della mia stanza, è troppo tardi. Noto un dettaglio che i miei occhi, ormai, possono vedere solo da vicino. È socchiusa.

Potrebbe essere Hell.
Ma perché lasciarla aperta?

Mi guardo attorno, lungo il corridoio. Anche la camera davanti alla mia ha la porta aperta. Faccio qualche passo in avanti, per controllare le altre, con un brutto presentimento addosso.

Ogni camera di questo piano ha la porta aperta. Il silenzio è surreale. Mi arrivano i rumori del piano di sopra e di quello sotto, ma qui sembra di essere avvolti in una bolla di silenzio.

Con l'occhio buono colgo un movimento alla mia sinistra. Due uomini alti e grossi come armadi, vestiti in completo elegante, si posizionano alla fine del corridoio, le mani giunte davanti.

Dalla parte opposta, altri due.
Sono circondato.

Deglutisco a vuoto e torno in camera mia. Li vedo ancora prima di mettere entrambi i piedi oltre la soglia. I miei ospiti.

La prima a catturare la mia attenzione è la donna. Con un abito nero e lungo fino alle caviglie, due tacchi a spillo ai piedi e lo sguardo rivolto fuori dalla finestra. I capelli sono grigi e legati in uno chignon stretto. Si gira piano, inchiodandomi sul posto. Non vedo bene i suoi occhi, ma colgo la montatura da vista che poggia sul naso.

Non l'ho mai vista in vita mia, ma capisco che è Gea. Infatti, seduto sul divano, c'è Urano. Anche lui con abiti eleganti e i capelli castani pettinati all'indietro. Il viso è scavato, e gli occhi brillano della stessa pazzia che ho notato quando ci siamo conosciuti.

«Ottimo, anche i nonni pazzi volevano farsi una vacanza in Messico», commento.

Urano non batte ciglio. Con Crono era divertente, perché si incazzava quando lo prendevo per il culo. Al contrario, solleva il braccio e indica la poltrona posta davanti a sé. Devono averla spostata loro. «Siediti.»

«Sto bene in piedi. Sai com'è, noi giovani riusciamo a stare in...»

«Ti ho detto di sederti», mi interrompe, la voce tagliente come una lama. «Hai cinque secondi o ti spezzo le gambe e ti faccio finire su una carrozzina come tuo fratello.»

Serro la mano in un pugno. Vorrei replicare a tono e insultarlo, ma qualcosa mi dice che potrei davvero far compagnia a Zeus. Perciò, prendo posto borbottando: «Pezzo di merda.»

Game of Chaos (Game of Gods Spin-off, #Ares)Where stories live. Discover now