14 (H) - Dietro le quinte

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— Hiding all of our sins
from the daylight

Questo capitolo è lunghetto e un po' particolare. Mettetevi comod* 🥲

🍓
H E R M E S '
P O V





È difficile vivere col peso di volersi sempre fare gli affari degli altri.

Sì, lo chiamo "peso" e non "difetto" perché io sono la vittima, in questa situazione. Non ho chiesto di nascere con il desiderio impellente di farmi sempre i cazzi altrui.

Mi piace osservare le vicende di chi conosco. Niente di più divertente del godersi le situazioni spiacevoli degli altri, standone fuori, seduto comodo con qualcosa da bere, se possibile.

Quando è iniziato il gioco di Achille sapevo già che questa notte avrebbe portato tante discussioni e problemi. Tante piccole storie, con diversi protagonisti che si susseguono sul palco del teatro, mentre io sto dietro le quinte a godermi lo spettacolo da una posizione privilegiata. Niente di meglio.

Lo diceva anche quel matto di Shakespeare: "Tutto il mondo è un palcoscenico, donne e uomini sono solo attori che entrano ed escono dalla scena".

Osservo attraverso i vetri della portafinestra che dà al soggiorno della villa. Sono tutti lì, radunati. Chi in piedi, chi seduto. O chi si muove da una parte all'altra, incapace di stare fermo.

Ognuno di loro è il protagonista di una storia. Io sono sempre il personaggio secondario che assiste. A volte è triste. Stanotte significa, invece, che la mia sete di curiosità verrà soddisfatta.

Sono l'ultimo a entrare in casa. Ma nessuno mi presta attenzione mentre mi richiudo la porta alle spalle e mi metto comodo, poggiato al muro.


ATTO I
"Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente."
(Romeo e Giulietta, William Shakespeare)

Hera è seduta sul divano, il capo chino, incapace di guardare in faccia nemmeno i suoi genitori. Si tortura le mani, che tremano come foglie, e mi fa così tanta pena che per una volta nella mia vita vorrei andarmene e non assistere a quello che sta per succedere.

Iperione è in piedi, le mani sui fianchi, e cammina avanti e indietro. «Hera, dicci qualcosa. La situazione è insostenibile.»

Teia si siede accanto a sua figlia e le accarezza la schiena. «Tesoro, non ti giudichiamo, ma dobbiamo discuterne. Lo capisci, vero? Per quanto sia difficile, dobbiamo.»

Be', piano con le parole zia Teia. Io un po' la giudico per volersi scopare il fratello adottivo. Senza cattiveria, sia chiaro. Però, insomma, come diamine è possibile ritrovarsi in una situazione del genere?

Hera scuote il capo, piano. «Di cosa dobbiamo discutere, mamma?»

È a quel punto che Zeus rompe il suo silenzio e scatta in piedi. Il suo movimento fa sollevare la testa a Hera. Sembra temerlo più di qualsiasi altra cosa al mondo. «No, forse è meglio non parlarne,» dice lui.

«Andiamo, Zeus, non fare così,» lo rimprovera Teia.

Zeus e Hera si guardano negli occhi per la prima volta. Nessuno dei due abbassa lo sguardo. Diventa una scena così intima che molti dei presenti cercano di fare finta di nulla. Tranne me. Non voglio perdermi un istante.

«Perché hai rovinato tutto, Lizzie?» sussurra Zeus.

Non appena sente il suo secondo nome, il labbro di Hera ha un fremito violento. «Rovinato?» ripete.

Game of Chaos (Game of Gods Spin-off, #Ares)Where stories live. Discover now