5- Now our hearts

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Now out hearts

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Rosa

Alexander non era diverso dalle poche persone aride di cui ero stata circondata da sempre e nemmeno la più bella delle giornate trascorse insieme sarebbe riuscita a farmi cambiare opinione. Ciò che più detestai fu il suo tono arrogante, il suo modo di porsi nei miei confronti senza che io avessi fatto nulla per meritarmelo. Mi ero addirittura sforzata di non trattarlo male e anzi mi ero aperta a lui senza pregiudizi, lasciando da parte la corazza di indifferenza che con molta fatica mi scollavo raramente di dosso. Mi sono fatta trasportare e questo è quello che ho ricevuto in cambio, una risposta sprezzante e un atteggiamento contraddittorio.

Di uomini così ero stufa, avrebbe anche lui giocato allo stesso gioco di mio padre e non ero affatto in vena di circondarmi di una persona tanto debole da farsi abbindolare da uno sconosciuto.

Mentre chiusa in bagno riordinavo i pensieri e cercavo di non darmi la colpa dell'accaduto, sentì dei passi e una porta chiudersi. Alexander aveva lasciato la camera d'hotel che ci eravamo trovati a condividere ed era finalmente arrivato per me il momento di uscire e prepararmi per quello che era davvero importante, l'unico motivo per il quale ero a Rio de Janeiro: entrare in affari con mio padre.

Lo scopo sarebbe stato quello di osservare, guardarmi intorno e captare eventuali punti deboli, per poter spodestare tutti quegli uomini che credono di avere il controllo su tutto senza mai subirne le conseguenze.

La mia indole fragile e il cuore turbato però, non smettevano di pulsare al ritmo incalzante delle immagini che scorrevano nella mia memoria. Ricordi nel tempo così vicini ma apparentemente vissuti da un'altra persona, perché non era possibile che emozioni tanto contrastanti mi potessero appartenere.

Odiai il fatto che quei momenti li avevo condivisi con lui, che nella mia mente non smettessero di affiorare per ricordarmi quanto stupida fossi stata a pensare di poter vivere un'intera vita del genere e non solamente per qualche ora. Un'esistenza fatta di colori, ricordi e rullini da sviluppare, di tensione e di libertà.

Mi guardai allo specchio, prima di dipingere le mie labbra di rosso e di muovermi in direzione della mia rivincita.

Mi avviai nella hall e una volta che le porte dell'ascensore si aprirono mi ritrovai davanti Diego e Alexander intenti nel confabulare, prima che la mia visione li allontanasse.

"Hijita, Alexander mi ha raccontato le ultime novità. Vi avevo detto di guardarvi bene intorno ma sono contento che abbiate saputo cavarvela comunque." Aprì le braccia per accogliermi tra di esse e mi lasciò un bacio sulla testa.

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