11- and put them together.

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11- and put them together.

Amo coloro che non sanno vivere se non

come esseri che tramontano,

poiché essi sono coloro

che vanno oltre.

che vanno oltre

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Rosa

Mi guardavo intorno come se a vivere la mia esistenza fosse un'altra persona. Lasciavo il tempo scorrere in attesa che qualcosa riuscisse a interrompere il rapido susseguirsi di immagini, suoni, colori.

Ero riuscita a dimostrare a mio padre il mio valore, ma ora non smettevo di domandarmi cosa gli avessi tanto voluto dimostrare. Quale valore mi apparteneva davvero? Ero come avvolta da un velo, sottile ed impercettibile quasi quanto subdolo, capace di disintegrare le mie percezioni e di farmi sentire nulla di più se non un cumulo di materia.

Alexander mi aveva spogliato di questo velo, attraverso la mia corporeità mi aveva fatto attingere a tutto ciò che poteva essere definito reale, seguendo il ritmo dei nostri affanni e il battito accelerato e simultaneo dei nostri cuori. Una promessa era stata fatta, e dopo aver ceduto al piacere, era arrivato il momento di iniziare ad affrontare i miei demoni da sola.

Ero un viandante, che con la sua fioca lanterna mendicava emozioni di porta in porta, perdendosi lungo la via e ripercorrendo la stessa traiettoria fino allo sfinimento. Avanti e indietro, seguivo l'orbita di un pendolo predefinita, i cui estremi erano il mio rifugio sicuro. Noia e staticità, interrotti da qualche breve ed illusorio piacere.

Il tocco di Alexander, però, sapevo essere collocato al di fuori di questa ormai conosciuta traiettoria. Non c'era stato nulla di illusorio nei suoi baci, con le sue mani voraci aveva toccato le corde del mio spirito, risvegliando le mie percezioni e riportandole in superficie.

E come se volessi fermare il tempo lì, non me lo ero fatto bastare, ne avrei voluto di più. Insaziabile, avrei continuato fino a capire come fosse riuscito a manomettere gli ingranaggi di quella vita che per me era ormai una costante.

Durante la colazione servita nella stessa tenda che ci aveva ospitati la sera prima a cena, i corpi indolenziti cercavano di trascinarsi per riacquisire un po' di consapevolezza.

"Io ancora non ho capito cosa diamine siamo venuti a fare qui."

Grace allungò una mano per afferrare del succo e versarselo in un bicchiere. Nonostante fosse presto e solo i primi fiochi raggi di sole fossero riusciti a penetrare il groviglio di rami, l'umidità era già molto alta nella foresta.

"Mio padre è stato piuttosto frettoloso nelle spiegazioni. Lasciate che vi spieghi come funzionano le cose qui." I capelli scompigliati di Miriam puntavano in tutte le direzioni, ma i suoi occhietti chiari erano già all'erta. Il risveglio era stato difficile, ma mai quanto il dover lasciare andare le braccia di Alexander che mi avvolgevano. Mi ero risvegliata madida di sudore, un po' come accadeva dopo le notti passata immobile nell'attesa che il silenzio riempisse le pareti della mia piccola camera.

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