Due

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L'orfanotrofio scelto dalla coppia che, secondo dei documenti falsi, era già unita in matrimonio non era il massimo della bellezza ed era anche molto datato, oltre che un po' trascurato.

All'ingresso erano state accolte da una signora gentile e piuttosto avanti con l'età, la quale non voleva saperne di smettere di parlare e aveva una camminata talmente lenta da aver fatto saltare i nervi alla più impaziente delle due.

"Giuro che se continua a raccontarci di sua nipote organizzo una rivolta direttamente sotto casa sua" Jihyo l'aveva borbottato in modo quasi impercettibile, ma sapeva benissimo che la sua collega aveva comunque sentito ogni parola.

Una volta arrivate nel luogo in cui si riunivano gli orfani era stata Momo a prendere la parola "mi scusi signora, ma prima di varcare questa porta vorrei sapere in anticipo se ci sono degli adolescenti per evitare di deludere dei bambini senza motivo"

"Ne abbiamo alcuni, ma se fossi in voi eviterei di prenderli in custodia. Sono vicini alla maggiore età e dubito che vi permetteranno di dargli ordini, per non parlare dei loro caratteri totalmente fuori dall'ordinario. Voglio bene ad ognuno di loro, ma c'è un motivo se si trovano in una struttura come questa"

La mora aveva cercato la mano della sua finta moglie, stringendola in modo del tutto naturale ed ignorando i suoi tentativi di liberarsi "vede, ci siamo sposate da poco perché abbiamo preferito goderci la giovinezza all'insegna del divertimento di coppia ed è difficile per noi vedere i nostri amici con dei figli già autonomi. Siamo al corrente delle difficoltà, ma siamo pronte a tutto, giusto confettino mio?"

Jihyo la stava guardando con disgusto e le era quasi venuto un tic all'occhio a seguito delle sforzo di sorridere "non hai sbagliato nulla, mio prezioso cioccolatino"

L'espressione sconvolta della signora aveva fatto sentire ancora più ridicole le due giovani "ai miei tempi era quasi illegale darsi dei nomignoli rivoltanti come questi, ma chi sono io per giudicare? Entrate pure e scegliete chi vi pare"

Non appena la vecchietta se n'era andata le mani che avevano unito si erano separate alla velocità della luce e la castana se l'era persino pulita sui pantaloni "non farlo mai più, ho seriamente rischiato di prenderti a testate sui denti"

"Il nostro compito è non destare sospetti, te lo ricordi? È meglio sembrare una coppia tutte coccole e bacini al farci beccare" Momo aveva aperto la porta che conduceva ad una stanza enorme che fungeva da luogo per lo svago, la quale era talmente grande da essere molto dispersiva "io vado da questa parte e sceglierò una di quelle ragazze laggiù, ci vediamo tra dieci minuti"

Jihyo avrebbe voluto mettersi a fumare per tenersi un minimo occupata, ma la consapevolezza di dover fare in fretta l'aveva subito fatta camminare in direzione dell'unica ragazza seduta in disparte a leggere un libro "ragazzina, quanti anni hai?"

I capelli tinti di grigio della giovane avevano una sfumatura quasi ipnotizzante sotto la luce solare, la quale però si trovava in netto contrasto con la sua espressione cupa "ne ho sedici"

"Allora sei perfetta, alza pure il culo da quello sgabello tremolante. Ce ne andiamo"

"Dove dovremmo andare?" aveva gentilmente riposto un segnalibro tra le pagine per non perdere il segno, poi si era alzata lentamente. Sembrava molto debole e l'occhio attento della spia aveva già individuato quale fosse il problema.

"A casa, che domande. Da oggi sarai figlia mia e di una povera imbecille che mi è stata affibbiata dal destino. Ah, avrai anche una sorella, pensa che culo"

Momo era arrivata dietro di lei proprio in quel momento e non aveva esitato a darle un pizzicotto sul sedere "coccole e bacini, l'hai già dimenticato?" dopo aver alzato gli occhi al cielo si era subito addolcita alla vista della ragazzina "ciao, come ti chiami?"

Blame It On MeWhere stories live. Discover now