Diciotto

61 9 119
                                    

Jihyo, facendo il possibile per non zoppicare troppo, si era avvicinata abbastanza da poter poggiare le mani sulle spalle di sua figlia "rispondimi, vuoi davvero allontanarti da noi?" aveva parlato con un tono di voce calmo e dolce.

"Non lo so, non sto capendo più niente. La ragazza che mi piace ha una madre psicopatica che ha provato ad uccidermi e la mia famiglia è soltanto una facciata per svolgere una missione che, a conti fatti, non sta procedendo molto bene. È un po' difficile da digerire"

"È una situazione molto complicata e hai tutto il diritto di provare rabbia ed essere triste, ma credi sia saggio isolarti solo per paura di perderci? Credo tu abbia capito che non ti permetteremo di vedere Sana fino a quando questa storia non sarà terminata e se escludessi anche noi caricheresti le tue spalle di un peso ancora più grande. È vero che siamo una famiglia finta, ma i sentimenti che ci legano l'una all'altra sono reali e lo sai anche tu"

"L'unica cosa che so è che ho bisogno di metabolizzare tutte queste cose o diventerò matta" Dahyun aveva allungato le mani in avanti per aggrapparsi alla maglietta della castana "mi sento tremendamente in colpa per quello che ti è successo, ma ti ringrazio per avermi salvata"

La spia, senza rispondere a parole, si era abbassata quel tanto che bastava per abbracciare quella che ormai considerava la sua bambina. Non era solita compiere gesti simili, ma si era ripromessa di sforzarsi per farli più spesso.

Momo le stava guardando emozionata ed era quasi sul punto di mettersi a piangere, almeno fino a quando non aveva notato una testa bionda che spuntava da dietro la porta del corridoio "smettila di nasconderti e vieni qui, c'è spazio anche per te"

Il lato introverso di Chaeyoung era pressoché inesistente nella vita di tutti i giorni, eppure in quel momento non era riuscita a fare la scema come al suo solito e si era avvicinata timidamente a loro "va tutto bene? Sembrate tutte e tre sul punto di mettervi a piangere"

A risponderle era stata la mora, la quale la stava aspettando a braccia aperte "è tutto a posto, stavamo soltanto sperando nel tuo arrivo per poterci dare un abbraccio di gruppo. Ti piace l'idea?"

"Venderei mia sorella pur di ricevere abbracci ad intervalli regolari di venti minuti circa"

La persona appena menzionata le aveva rivolto un'occhiataccia "scusami?"

"È soltanto un modo per dire che li adoro, non fare l'offesa" si era buttata addosso a lei prima di fare in modo che fossero tutte vicine "comunque ci ho pensato e ho preso una decisione"

"Ovvero?" Jihyo le aveva spettinato la frangetta, un gesto che fino al giorno prima non si sarebbe mai sognata di fare ma che aveva trovato adorabile.

"Non voglio passare il tempo che mi resta con voi a tenere il muso o a piangere come una marmocchia, perciò tenetevi pronte perché ho già preparato una lunga lista di cose che dobbiamo necessariamente fare prima della nostra imminente separazione" aveva preso un foglietto dalla tasca della tuta che le aveva dato Katarina, aprendolo con molta cura "la prima tra queste è assolutamente guardare un film mentre mangiamo cibo spazzatura e stuzzichini. Sarebbe divertente anche fare una gara di rutti"

Momo sembrava sul punto di mettersi a correre per scappare il più lontano possibile, anche se l'ultima frase che aveva detto la ragazzina le stava dando del filo da torcere per non scoppiare a ridere "che genere di film? Considerati i rumori che sento provenire dalla tua camera ogni volta che ci passo davanti non sono sicura di voler partecipare"

La bionda le aveva fatto cenno di stare zitta "potete stare tranquille, ho deciso di smettere di guardare quella robaccia" aveva atteso i sospiri di sollievo delle due adulte prima di riprendere a parlare "perché ho tutta l'intenzione di fare tanto sesso e di non limitarmi a guardare" aveva alzato le braccia, mostrando una quantità smisurata di entusiasmo.

Blame It On MeWhere stories live. Discover now