Quindici

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Katarina amava prendersi delle pause dal suo lavoro d'ufficio per dedicare un po' di attenzioni all'unico uomo nell'intero pianeta che aveva la sua approvazione di esistere, ovvero suo marito.

Infatti Julian era comodamente seduto sulla costosa sedia che sua moglie utilizzava ogni giorno e non gli importava affatto di essere mezzo nudo "sono certo di non aver chiuso a chiave e che continuare potrebbe essere pericoloso"

"Noi viviamo di pericoli e poi non sarebbe la prima volta che qualcuno ci becca a fare sesso" gli aveva dato un bacio sul collo, assicurandosi di lasciare lo stampo del rossetto "ma in caso dovesse essere quella stronzetta che ti ronza sempre intorno mi assicurerò di farle avere la vista migliore di ciò che non avrà mai"

"Parli come se tu non avessi una fila chilometrica di gente pronta a camminare sulle ginocchia per te, soltanto ieri hai avuto tre ragazze e due ragazzi alle calcagna" stava facendo scorrere le mani sul ventre morbido della donna che amava "dovrei essere io quello geloso, non ti pare?"

"Assolutamente no, da quando ho smesso di andare in missione ho anche perso il fisico fantastico che mi ha resa famosa in tutta l'organizzazione" l'aveva detto scherzando e non era nemmeno il tipo di persona pronta a giudicare un corpo non scolpito dalla palestra, ma quando era lei l'oggetto del discorso diventava la peggior critica.

L'uomo non aveva mai smesso di guardarla con occhi adoranti nonostante gli innumerevoli cambiamenti avvenuti in tutti quegli anni e si era fatto coraggio per andare alla ricerca della cicatrice che sua moglie aveva sulla gamba "sei stata tu ad insegnarmi a non giudicare nessuno dal suo aspetto, ero una vera testa di cazzo da giovane. Ti ricordi quando stavo prendendo in giro Stefan perché mangiava sempre troppo? Quella volta mi hai picchiato senza alcuna pietà, ma la cosa che mi fa ridere è che quello scemo è il mio migliore amico sin da quel giorno e tu mi hai sposato"

Il sorriso di Katarina aveva illuminato la stanza e si stava sforzando molto per non ridere "come potrei dimenticarlo? Ti era anche uscito il sangue dal naso, poverino"

"È stato divertente farci i dispetti a vicenda per mesi, era diventato il mio scopo nella vita. Poi ho capito di essermi innamorato perdutamente di te e adesso siamo qui, ancora in preda ai nostri sentimenti"

"Non abbiamo saltato nemmeno una fase e a questo punto ci mancano soltanto i figli per completare il quadro" la donna si stava raccogliendo velocemente i capelli per evitare che fossero di intralcio per ciò che stava per fare.

"Che cosa hai detto?" Julian aveva lo sguardo calmo tipico di una spia, ma dentro di sé c'era un miscuglio di emozioni quasi impossibile da tenere a freno.

Avendo paura di aver detto qualcosa di sbagliato le dita della rosa si erano adoperate per sbottonargli i pantaloni "non ho detto nulla, adesso lascia che ti ricordi il motivo che ti ha spinto a sposarmi"

"Kat, hai detto di volere dei figli o era soltanto una battuta?" le aveva preso i fianchi per farla sedere sulla sue gambe "rispondi o potrei impazzire"

"Non nego che mi piacerebbe, vedere le mie amiche che si prendono cura delle loro famiglie mi ha fatto capire che, forse, potrebbe piacermi avere dei marmocchi che gironzolano per casa" era arrossita, cosa molto rara da parte sua, e quella era la prova dei suoi desideri.

Il sorriso emozionato di Julian era talmente bello da aver fatto sparire ogni preoccupazione "credevo non volessi avere figli ed è per questo che ho preferito non parlarne, ma a questo punto penso di poterti dire che avere una famiglia con te fa parte dei miei sogni più grandi"

"Siamo due idioti per non aver affrontato prima questa conversazione" Katarina si era lasciata adagiare sulla scrivania e aveva stretto i fianchi di suo marito con le gambe "ti andrebbe di provarci subito?"

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