Quattro

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"Vi ricordate tutto quello che ho detto?" Jeongyeon si stava assicurando che l'intero appartamento fosse perfettamente in ordine e pulito, poi si era occupata di sistemare i suoi tre figli nel migliore dei modi. Ci teneva molto a fare bella figura.

"Sei la nostra mamma biologica e abbiamo dei padri diversi" Mina adorava ricevere tutte quelle attenzioni perché aveva finalmente la possibilità di comportarsi come una ragazzina bisognosa di cura e affetto.

Minjun era talmente emozionato da aver indossato due calzini diversi "non vedo l'ora di conoscere la nostra nuova mamma, è bella?"

"È più che bella, ti piacerà sicuramente" la spia aveva sorriso nel constatare quel suo piccolo errore e non se l'era sentita di smontare il suo entusiasmo correggendolo "ti senti pronto per conoscerla?"

"Prontissimo!" aveva fatto il saluto militare, seppur in modo goffo, e stava sorridendo talmente tanto da aver sentito una fitta alle guance "avremo due mamme!"

L'unica ad essere rimasta in disparte era Sharon, la quale era sì contenta di poter avere due genitori ma temeva di essere gettata nuovamente nel dimenticatoio. Dopotutto per lei era quella la normalità.

"Che cosa ti preoccupa?" le mani della sua madre adottiva erano molto delicate mentre le stava intrecciando i capelli per tenerli in ordine "puoi parlare con me, ritengo che il dialogo sia fondamentale in una famiglia"

"Siamo con te da soli tre giorni e hai già trovato un'altra persona da far entrare in questa casa, chi ci assicura che possa andare tutto bene? Lei potrebbe essere una brutta persona e tu potresti stancarti di noi"

Jeongyeon non aveva perso la sua solita compostezza nonostante la difficoltà di quel momento a lei totalmente nuovo "sono molto brava a capire le persone e ti assicuro che un'anima buona come la sua non mi era mai capitato di incontrarla, invece per quanto riguarda me posso dirti soltanto che non sono solita stancarmi delle cose a cui tengo. So che in questo momento non mi credi e che per un po' starai sempre sulla difensiva, ma lascerò che sia il tempo a permetterti di fidarti della tua famiglia"

Quelle parole erano arrivate dritte al cuore della ragazzina, tanto da averla fatta voltare con le guance arrossate "mi dai un abbraccio?"

Le braccia forti della spia trasmettevano sicurezza e, dovevano ammetterlo entrambe, non era così male stringere qualcuno pronto a ricambiare quel gesto. Erano anche certe che prima o poi l'avrebbero fatto di nuovo e con un affetto sempre più sincero.

Il suono del campanello aveva dato il via ad una corsa frenetica da parte di tutti, la quale era stata interrotta subito dopo aver aperto la porta d'ingresso alla nuova arrivata.

Nayeon aveva due valigie piuttosto grandi al seguito, ma non erano state quelle ad attirare l'attenzione: era bellissima e il suo sorriso dolce le stava illuminando il viso "ciao, piacere di conoscervi. Mi chiamo Nayeon" si era avvicinata a quelli che considerava già dei figli per baciare le loro guance "siete ancora più belli di persona, le foto che mi ha fatto vedere vostra madre non vi rendono affatto giustizia"

Quei tre erano stati totalmente rapiti da quell'estranea e non le avevano dato neppure un secondo di tregua, soprattutto il piccolo di casa. Si era offerto di aiutarla a mettere a posto e stava soppesando una scatola non molto grande ma pesantissima "questa dove la metto?"

La bionda era andata subito nel panico, consapevole che un movimento sbagliato avrebbe fatto tintinnare tutte le sue preziose armi "la prendo io, credo che la lascerò su una delle mensole" gliel'aveva tolta dalle mani con delicatezza e si era rilassata soltanto dopo averla riposta il più in alto possibile.

Anche Mina si era adoperata per darle una mano a mettere via i vestiti "hai molte cose rosse e nere, sono i tuoi colori preferiti?"

"Diciamo pure di sì, sono due colori davvero utili e comodi" avrebbe voluto aggiungere che il sangue delle sue vittime era pressoché invisibile su quei capi d'abbigliamento, ma fortunatamente era riuscita a trattenersi.

Blame It On MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora