1

70 7 2
                                    

«Sei di nuovo in ritardo» Tuonò la voce del professore. Beomgyu si inchinò in segno di scuse e con il permesso del docente andò a sedersi al suo posto. Lato della porta, ultimi banchi, contro il muro. Estrasse i libri per quell'ora e li aprì ad una pagina casuale. Si spostò maggiormente contro il muro, assicurandosi che il compagno davanti lo coprisse interamente dalla vista dell'insegnante. Con la leggiadra di un gatto estrasse il cellulare dalla tasca, senza farsi vedere dai compagni attorno. Fortunatamente accanto a lui non vi era nessuno, in quanto il suo compagno di banco passato era stato bocciato. La sua assenza equivaleva alla sua presenza.
Con un dito accese lo schermo che subito si illuminò. Sorrise nel vedere le notifiche che più gli scaldavano il cuore nella schermata principale. Entrò nella chat e cominciò a scrivere.

Beomie
Sono appena entrato in classe.

Hyunie
Arriverà il giorno in cui ti beccheranno, Beomie.

Beomie
Shh, non riesco a non parlarti per ore. E poi la storia non mi piace.

Hyunie
Ma è letteralmente una delle poche materie interessanti!

Beomie
La scienza é interessante. La storia mi fa solo capire quanto deficiente continui ad essere l'uomo.

Hyunie
Non hai tutti i torti.

Beomie
Comunque, ti è passata la febbre?

Hyunie
Non ancora, ma la temperatura é scesa molto rispetto a ieri. Credo che domani tornerò a lavorare.

Beomie
Riposati e non ti affaticare, Hyun. Non vedo l'ora di poter stare di nuovo con te.

Arrivare in ritardo significava anche fare meno minuti di lezioni, perciò passò poco tempo prima che la campana suonasse. Fece per spegnere il cellulare e riporlo in tasca quando qualcuno fu più veloce e glielo strappò dalla mano. Si girò di scatto, in panico.
Erano tre ragazzi. Quei tre ragazzi.
Bulli.

«Ehi, ridatemelo!» Disse Beomgyu alzandosi dalla sedia, come se avesse anche solo una piccola speranza di fronteggiarli. Lanciò un'occhiata alla cattedra. Il professore era già andato via.
Merda.
«É da un po' che stai sempre al telefono, anche durante le lezioni. Con chi parli?» A parlare fu il ragazzo al centro, alto il doppio di Beomgyu e con dei capelli fastidiosamente ricci. Gli altri due ai lati sghignazzavano vedendo il loro amico sventolare il telefono.
«Non... Sono affari tuoi» Disse incerto. Doveva scegliere bene le parole o sarebbe finito con un occhio nero e qualcosa di rotto. E non si trattava solo del telefono.
Non erano soliti infastidirlo in questo modo. Aveva sempre sentito le parole che con noncuranza dicevano su di lui, si, ma mai nulla di così concreto. Erano conosciuti per essere violenti contro chi li irritava e per non essere mai stati beccati. Incutevano troppo timore per farsi si che qualcuno parlasse.
«Siamo solo curiosi» Rispose quello a destra.
«Accendilo e vedi se ha la ragazza. Potrebbe presentarcela» Parlò quello a sinistra con un orribile ghigno in volto.
«Una ragazza? Uno come lui?»
«Buongiorno» La voce della docente irruppe nell'aula. I tre sfrecciarono al loro posto, lasciando cadere il telefono sul banco. Questo emise un grande tonfo che attirò su Beomgyu l'attenzione della donna appena entrata.
Per favore, per favore, per favore.
Il ragazzo afferrò il telefono e lo infilò in tasca. Gli studenti si alzarono e insieme si inchinarono, intonando il saluto.
Poco dopo Beomgyu si lasciò cadere sulla sedia. Quel confronto con i tre bulli aveva compensato lo stress che non aveva provato stando attento alla lezione. Finire nel loro mirino sarebbe stata la fine.
Decise che per il momento fosse meglio utilizzare poco il cellulare.
Dovette quindi ascoltare la lezione, ma la sua mente si rifiutò e invece di prestare attenzione ai quadri proiettati sulla lavagna elettronica, cominciò a pensare al dolce viso di Taehyun. Ai suoi grandi occhi, le labbra rosee, il naso perfettamente scolpito. Decisamente la cosa più bella che gli era capitata.

Le ultime ore scolastiche le passò pensando unicamente al suo fidanzato. Doveva ancora abituarsi al fatto che una persona potesse dargli l'energia e la voglia di andare avanti. Eppure era per lui se ancora sorrideva nonostante la sua vita ormai fosse un cumulo di menzogne e maschere.
E fu sempre per lui che canticchiando uscì di scuola, si fermò ad una panetteria e comprò qualcosa da mangiare da portare a Taehyun.
«Brioche farcita con una fetta di burro e un caramel frappuccino come piacciono a te» Disse una volta davanti casa del ragazzo. Gli porse il sacchetto.
«Grazie Beomie. Devi sapere che ti avrei baciato, ma non vorrei contagiarti» Sorrise largamente nonostante la stanchezza della febbre e Beomgyu si innamorò ancora una volta.
«Recupereremo una volta che ti sarà passata la febbre» Rimasero un altro po' lì fuori, al freddo di quella giornata invernale, ma ben presto Beomgyu si accorse di dover tornare a casa. I suoi genitori lo aspettavano.
Si salutarono con molteplici baci volanti e il moro s'incamminò ancora una volta verso casa sua.

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuWhere stories live. Discover now