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«É una pessima idea.» Disse Beomgyu, accogliendo l'amico che stava entrando dalla finestra della sua camera.
Dopo avergli inviato la posizione di casa si era precipitato lì, vestito in maniera molto casual ma al tempo stesso elegante.
«Le pessime idee sono quelle più interessanti. Dai preparati.» Gli diede una pacca sulla spalla e poi lo spinse davanti l'armadio.
«Non voglio rischiare. Se mi scoprissero sarei morto.» Non osava immaginare in che modo l'avrebbero ucciso.
«Ti accompagnerò a casa prima che si possano accorgere della tua assenza. E poi, i tuoi genitori sono dei vampiri? O Andranno a dormire prima o poi?» Vedendo l'impassibilità dell'amico, Kai aprì l'armadio e cominciò a rovistare con la testa tra i vestiti.
Vai in camera tua e passa questo fine settimana a riposarti gli avevano detto.
«Avete già cenato?» Uscì delle magliette e due paia di jeans.
«Si, ceniamo presto...»
«Perfetto! Va' da loro e digli che stai andando a dormire, immagino non ti disturberanno.» Guardò le due opzioni che aveva estratto per poi selezionarne una. «Ecco cosa indosserai.» Erano una maglietta bianca e dei jeans grigio scuro.
«Non so...» Si accasciò sul letto. Kai gli si parò davanti, poggiando le mani sulle sue spalle.
«Ascolta. Potrebbe essere un modo per far finire le voci su di te. Fingi solo per questa volta. Magari finirai per divertirti.» Gli scompigliò i capelli. «E poi ci sono io, andrà tutto bene.» Con le mani sui fianchi lo guardò soddisfatto.
Beomgyu sospirò. Si alzò dal letto e si avvicinò alla porta.
«Va bene. Ma se qualcosa andrà male considerati un ragazzo morto.»
Kai esultò.

«Allora? Vado bene?»
Aveva indossato ciò che Kai aveva selezionato per lui. In aggiunta aveva però messo una giacca nera con dei motivi bianchi.
«Sei perfetto! Adesso andiamo.» Kai non perse tempo a uscire dalla finestra da dove era entrato.
Essendo una semplice casa su un piano, era facile poter sgattaiolare fuori. Beomgyu però guardò la sua camera. Prima di vestirsi era andato dai suoi genitori in salone e li aveva cortesemente pregati di non disturbarlo per quella serata. Di solito non invadevano lo spazio del figlio, si poteva dire che a volte nemmeno gli importava. Con un piede scavalcò la finestra e si lasciò andare oltre essa. Adesso entrambi erano fuori.
«La macchina é poco più avanti.»
Lo sorprendeva che Kai avesse la patente. Era solo un anno più grande di Beomgyu, eppure quest'ultimo non aveva ancora pensato a cose come quella. Guardandosi parecchie volte indietro - specialmente Beomgyu - arrivarono davanti la macchina del maggiore. Nera e modesta. Vi entrarono e solo allora il più piccolo tirò un sospiro di sollievo. Kai inserì subito la chiave e partirono.

Durante il tragitto Beomgyu non poté non pensare che quello che stava facendo fosse sbagliato. Sarebbe potuto andare da Taehyun, se proprio doveva sgattaiolare via. Avrebbe comunque potuto passare il sabato sera con lui, come facevano quasi sempre. Avrebbe potuto togliergli quel piccolo broncio che ancora aveva a forza di baci. E invece eccolo là, pronto per una festa alla quale non voleva andare e della quale aveva paura. Non sapeva cosa avrebbe fatto Dongyul. O Yeonjun. Non gli parlava da giorni. Sperava non gli sarebbero venute strane idee. Poteva rivelarsi una trappola, tutto perfettamente organizzato dai quattro. L'invito con la scusa di poter risolvere tutto e poi la pugnalata. Quel pensiero scatenò dei brividi che gli percorsero la schiena.
«Stai tranquillo. Andrà tutto bene.» Kai gli rivolse un sorriso senza staccare gli occhi dalla strada. Sembrava leggergli nel pensiero. Aveva sempre le parole giuste al momento giusto.
«Me lo auguro.»
Se Taehyun avesse scoperto quello che stava facendo, sarebbe stata la fine. Ma non poté pensarci ulteriormente.
Erano arrivati. E a quanto pare la festa era già cominciata. Alcune persone erano fuori e Beomgyu cercò di individuare qualcuno di famigliare dalla segretezza della macchina. Non ci riuscì. Probabilmente il resto degli invitati era dentro. I due amici superarono la casa per parcheggiare la macchina. Quando vi scesero, Kai avvolse un braccio attorno alle spalle di Beomgyu.
«Sicuramente non sei un tipo che beve, quindi non mi dovrò preoccupare di questo.» Disse mentre camminavano verso la grande casa dalla quale proveniva tutto il rumore dell'intera via.
«Tu bevi?»
«Si, ma non di certo come forma di divertimento. Non mi vedrai mai vomitare ed essere irriconoscibile.»
Menomale, pensò Beomgyu. Il destino gli aveva dato davvero un ottimo amico.
«Ma oggi sarai tu quello ad essere irriconoscibile. Andrai lì e farai cadere ogni singola malalingua si osi alzare contro di te.»
Kai era più sicuro di quanto lo fosse Beomgyu, ma ormai si trovavano lì. Erano davanti casa di Yeonjun. Aveva due piani, anche quello superiore era illuminato dalle luci. Lì fuori nessuno li degnava di una sguardo. Troppo occupati a sorseggiare dal bicchiere di carta e a chiacchierare. Kai entrò, seguito da un intimorito Beomgyu. Proprio come immaginavano la casa era affollata. Spaziosa, di lusso e ogni stanza era occupata da gruppi di gente ognuno con un drink in mano. Chissà se i genitori di Yeonjun erano a conoscenza di quello che i figli stavano facendo. I due amici si fecero spazio e Beomgyu cercava sempre di trovare protezione dietro Kai. Sperava di non essere visto in realtà.
«Cerchiamo Yeon...»
«Sei venuto quindi.»
Eccolo.
Beomgyu si voltò immediatamente e così fece l'amico che andò a scontrarsi con la sua schiena talmente gli era stato vicino. A parlare era stato Yeonjun. Se lo ritrovarono davanti. I capelli scuri e gli occhi nero pece.
«Kai é riuscito a convincermi. Non sarei mai venuto da solo.» Non sapeva perché gli stava dando delle spiegazioni.
«Mio fratello è già arrivato. Siete in ritardo per la sorpresa, ma potete comunque godervi la festa.» Disse e la bocca gli si incurvò nel suo tipico ghigno. Kai si fece avanti.
«Spero non ti dispiaccia che sia venuto pure io. Sono Kai, l'amico di Beomgyu. É un piacere poterti conoscere. Sai, a scuola sei molto popolare.»
Kai stai zitto per favore, disse in mente Beomgyu.
«So chi sei, rappresentante.»
«Oh non chiamarmi cos-»
«Yeonjun vieni!»
La voce di Dongyul proruppe dalla stanza accanto. Eppure sentì solo quella. La sua faccia non comparì e Beomgyu ringraziò chiunque gliel'avesse mandata buona. Tuttavia l'agitazione si faceva sempre più trada dentro il più piccolo. Yeonjun sospirò e senza dire una parola si allontanò verso la direzione da cui lo avevano chiamato.
Ora la domanda era una: come avrebbe fatto a far ricredere Dongyul?
Kai andò a prendere uno di quei bicchieri con dentro del liquido rosso e lo sorseggiò. Nella mano sinistra ne aveva un altro che porse a Beomgyu.
«Assaggia, é buono.»
Fece come detto. Prese il bicchiere e bevve un sorso del contenuto, spinto dalla curiosità di sapere cosa tutti stavano bevendo.
«Oddio é terribile!» Fece una smorfia di disgusto subito dopo.
«Non é così male, non credo sia alcol...»
«Ehi voi due!» Esclamò qualcuno.
«Volete finirla di interrompermi?!» Kai spostò lo sguardo verso la voce, furioso, ma la sua espressione si ammorbidì presto. Beomgyu seguì i suoi movimenti.
«Voi dovete essere gli amici di Yeonjun.» Stava sorridendo ad occhi chiusi e mentre lo faceva aveva qualcosa di famigliare, secondo Beomgyu. Era alto, forse il ragazzo più alto di tutta la festa. Aveva i capelli incredibilmente scuri e spettinati poggiati sulla fronte in una sorta di frangia. Mezzo busto sbucava dal lato della porta.
«Tecnicamente no...» Cercò di specificare Beomgyu.
«Venite di qua a divertirvi.» Era gentile, come solo pochi potevano esserlo.
«Volentieri!» Contento, Kai afferrò il polso dell'amico e lo trascinò con sé verso quel ragazzo.
«Kai no. Yeonjun é andato da quella parte, é insieme a Dongyul.» Si fece più resistente ma non ebbe risultati.
«Meglio così. Metteremo fine ai suoi giochi una volta per tutte.»
Beomgyu si rassegnò e venne portato nella stanza dalla quale quel ragazzo era scomparso. Era la cucina e una volta dentro Beomgyu si pentì di qualsiasi evento lo avesse portato fin là. Attorno al bancone ad isola erano radunati una decina di ragazzi. Yeonjun, dal lato opposto rispetto a Dongyul e ai suoi due amici, era accanto al ragazzo di prima, che a sua volta aveva una ragazza bionda vicino. Quest'ultima era accompagnata da una mora. Due ragazzi lì attorno avevano lasciato a posta uno spazio libero per loro due.
«É una sorta di setta questa? State facendo un rituale?» Scherzò Kai senza peli sulla lingua.
«Ma guarda un po'! I miei due amici Beomgyu e Huening Kai.» Fu Dongyul a parlare e nel farlo mostrò un sorriso disgustosamente falso. A Beomgyu venne la nausea.
«Oh, sono anche tuoi amici?» Domandò perplesso il ragazzo di poco fa.
Ora che Beomgyu lo vedeva meglio - oltre ad avere degli occhi verdi mozzafiato - sembrava il più grande in quella stanza. Non appena era entrato in casa aveva visto molte persone più grandi, amalgamate ai suoi coetanei.
«Certo. Avvicinatevi pure.»
Kai non se lo fece ripetere due volte e si radunò con gli altri. Sorrideva falsamente anche lui. Beomgyu, temendo di attirare ancor più l'attenzione stando in disparte, replicò l'azione dell'amico. Adesso tutti erano raccolti a cerchio. Improvvisamente Dongyul si spostò dalla sua posizione. Aveva una bottiglia in mano.
Alcol.
Si avvicinò minacciosamente alla coppia appena arrivata, abbracciandole le spalle con le braccia.
Dio, quanto puzza.
«Ne volete un po'?» Beomgyu rifiutò e Kai fece di no con la testa. «Tsk. Sapete, prima che voi arrivaste, stavamo facendo un gioco interessante.»
«Davvero?» Il ragazzo che prima aveva lasciato lo spazio libero ai due amici venne fulminato con lo sguardo da Dongyul.
«Certo. Una specie di Obbligo o Verità, ma solo con la verità. Molto più semplice, no?»
Ti prego, smettila di sorridere.
A Beomgyu non piaceva nulla di quella stanza.
«Perché non facciamo cominciare gli ultimi arrivati?» Nessuno rispose, a parte i suoi due scagnozzi.
«Verità o verità?» Disse uno di questi, ridendo subito dopo.
«Non è necessario.» Lo squadrò Dongyul. «Huening Kai», si voltò verso di lui, «ti piace essere il rappresentante d'istituto, mh?»
Che razza di domanda é?
«Certo, mi piace essere a completa disposizione degli studenti.»
«Ti piace solo questo dell'essere rappresentante?» Sembrava deluso. Gli sguardi di tutti erano puntati su loro due.
«Anche poter organizzare alcune attività o eventi insieme ad altre persone è un aspetto molto positivo. Ma non parliamo di scuola ora.»
Già, perché Dongyul aveva tirato fuori quell'argomento?
«No, é piuttosto interessante. Credo tutti vogliano sapere perché hai deciso di diventare il nostro rappresentante.» Dongyul si era mosso e ora stava lentamente camminando attorno al tavolo e ai presenti.
Beomgyu guardò per sbaglio Yeonjun. Sembrava annoiato.
«L'ho già detto...»
«Naaah, non ci crede nessuno vedi?» Ricevette consenso solo dagli altri due complici.
«Vogliamo sapere il vero motivo.» Proseguì.
«Il vero motivo?» Sussurrò Beomgyu, confuso.
«Si! Non crederete mica che il nostro Huening Kai sia diventato quello che è per puro e sano amore nei confronti degli studenti?»
«Non so di cosa stai parlando.» Kai si irrigidì.
«Invece lo sai molto bene.» Dongyul controbatté in modo aspro, di sfida.
«Cambiamo discorso, si stanno annoiando tutti.» Intervenne il ragazzo sconosciuto di prima. Dongyul sospirò.
«Va bene... Beomgyu!» Esclamò con enfasi il suo nome e in poco tempo se lo ritrovò accanto.
No, per favore.
L'attenzione si spostò su di lui e quella stanza cominciò a farlo sentire un pesce in gabbia. Posizionò lo sguardo verso un punto a caso della cucina. Qualsiasi cosa pur di non incrociare quegli occhi.
«Non dovresti decidere ancora tu, Dongyul.» Disse la bionda.
«Beomgyu ha molto di più da raccontare, vero?» Si rivolse a lui. Percepiva la mano calda sulla sua spalla, la puzza di alcol farsi strada fino alle sue narici e la bottiglia di vetro puntata sulla schiena come una pistola pronta a sparare.
«Si dai! Perché non ci sveli qualche verità?»
«No, vi state sbagliando...»
«Affatto. Stai sempre per i fatti tuoi, ma sotto sotto nascondi tante cose.»
«Non temere. Rimarrà tra di noi.»
Il cuore aveva preso a battergli all'impazzata. Il corpo duro, immobile, vittima di un terrore che non lo faceva muovere.
«Non avete fatto nessuna domanda, così non vale.» Kai si intromise.
Dongyul sogghignò. E Beomgyu si sentì male. Aveva il respiro affannato. Sulla bocca dello stomaco percepì il sapore amaro del drink che aveva sorseggiato.
«Stai zitto!»
«Non servono questo tipo di regole.» I due seguaci continuavano a dar manforte a Dongyul. Quest'ultimo però sembrava sicuro di sé.
«Bene, allora ti farò una domanda.» Rimase in silenzio per alcuni secondi, poi disse.
«Sei fidanzato con un rag-»
Non riuscì a concludere la frase. Qualcosa lo aveva colpito.

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora