16

47 7 2
                                    

«Tu devi essere Yeonjun».
Sembrava uno scontro tra due fazioni nemiche. Taehyun, il suo fidanzato, il ragazzo che conosceva da più tempo e che amava; dall'altra Yeonjun, colui che nelle ultime settimane aveva preso parte a degli eventi abbastanza importanti della vita di Beomgyu.
Ma quest'ultimo voleva che non avvenisse.
Yeonjun rientra a casa, pensava continuamente.
«In carne e ossa», rispose con gelida serietà.
«É vero quello che ha detto? Lo hai difeso?»
L'arrivo di Yeonjun aveva cambiato qualcosa. Adesso Taehyun sembrava curioso di sapere.
Yeonjun annuì.
Beomgyu quindi si alzò lentamente, arrivando a comporre un triangolo di tensione con gli altri due.
«É così assurdo. Per tutto questo tempo mi hai guardato negli occhi tendendomi nascosto ciò che ti stava accadendo. Non hai avuto fiducia in me, in noi. Mi hai mentito». Guardò Beomgyu ed egli ricambiò lo sguardo, anche se avrebbe voluto non farlo. Incontrò due iridi scure e vuote, senza il riflesso dell'anima pura e brillante che conosceva.
«Forse neanche tu sei stato totalmente sincero», finalmente parlò. Prese coraggio, quel poco che poteva avere. La voce tremante, marcata dal pianto. Una mossa disperata, dettata dall'avventatezza.
«Di cosa stai parlando?»
«L'ultima volta che sono venuto a casa tua ho visto una bottiglia di whisky nel frigo», disse, pensando di avere una grande motivazione per parlarne.
«L'ho bevuta la prima volta che abbiamo discusso. Non l'ho più toccata da allora». Era calmo, come se ciò che avesse detto non lo scalfiva.
«Mi avevi promesso di non bere più, di farlo per me. Non volevi più cadere negli errori del passato».
Non rispose, ma non sembrava turbato.
Dalla morte dei genitori, Taehyun aveva trovato conforto nell'alcol, o almeno così gli diceva la testa. Lui e il fratellino avevano cominciato a vivere dai nonni e proprio quando uno di questi ultimi con il terrore negli occhi lo aveva scoperto ubriaco fradicio, decise di smettere.
«Cosa speri di ottenere con ciò?»
Già, non lo sapeva nemmeno lui.
Il danno era ormai stato fatto. La verità era stata omessa da e per troppo tempo.
«Volevo proteggerti...» Si sentì nuovamente senza coraggio, senza forze.
«Mentendomi? O tenendomi nascosto per sempre?»
«Che vuoi dire?» Il pianto gli salì in gola, le lacrime sarebbero scese ancora una volta.
«Mi hai tenuto nascosto a tutti per mesi! Nessuno sa di noi, solo... Lui, per sbaglio», indicò Yeonjun con un dito, «e il tuo amico, forse per un'altra fottuta coincidenza. Per il resto io non esisto», aumentò il volume della voce.
Gli aveva promesso che un giorno l'avrebbe presentato ai suoi genitori, che sarebbero usciti mano nella mano alla luce del giorno senza nessuna preoccupazione. Era una promessa che non era riuscito a mantenere, in quanto da solo non riusciva più ad essere forte. Né per se stesso né per gli altri.
«Dovremmo tutti entrare, fa troppo freddo». Yeonjun parlò nuovamente. Beomgyu non si era nemmeno reso conto che il suo corpo stava tremando per le basse temperature.
«No, é meglio se vado».
Diede le spalle ai due, cominciando ad incamminarsi.
Beomgyu fece un passo verso di lui, ma si accorse di non avere più fiato, voce, speranza.
Ogni forza prosciugata via. Non rimaneva che il vuoto dentro di sé a logorargli l'anima.
Voleva chiedergli cosa sarebbe stato di loro. La risposta era evidente a tutti tranne che a lui.
Quella sera, guardando Taehyun allontanarsi, non solo lo vide andare via da quella casa in montagna, ma lo vide anche scivolare via dalla sua vita. Uscire dalla stessa finestrella dal quale era entrato la prima volta, lasciandosi dietro silenzio e un cuore spezzato.

Beomgyu era sdraiato sul fianco sul letto della camera di Yeonjun. Il viso segnato dalla stanchezza, dal sonno e dalla tristezza in quanto le lacrime non avevano smesso di scorrere. Era rannicchiato su se stesso, con una pesante coperta a coprirgli il corpo. Nonostante ciò aveva ancora freddo.
Non fu la mancanza di sufficiente calore al fermarlo dal cadere in un sonno profondo. Sonno che non fu sereno. Infatti non venne coccolato dalle calme braccia di Morfeo che lo avrebbero condotto in un sogno pacifico. Bensì qualcosa di più oscuro aveva preso il sopravvento. Lo condusse nell'oblio, in un vuoto senza fine in cui i suoi mostri interiori lo annientavano. Una dimensione oscura che lo rendeva debole, impotente. Un perfetto bersaglio per i demoni della notte, pronti ad assicurargli una delle nottate più brutte di sempre.

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuWhere stories live. Discover now