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Il weekend era terminato. Era stato uno dei più strani, nonostante la compagnia impareggiabile di Taehyun. Aveva la mente impegnata in altro, come mai prima. Non riusciva a togliersi di dosso quelle preoccupazioni. Era difficile affrontarle da solo, senza nessun aiuto né qualcuno con il quale potersi sfogare. Ed era ancor più terribile guardare Taehyun negli occhi e mentirgli. Non potergli dire quello che negli ultimi giorni aveva vissuto e che lo continuava a tormentare era straziante.
Ma una nuova settimana era appena cominciata. E dovette convincersi ad affrontarla in modo quantomeno decente non appena era uscito di casa, lasciandosi dietro i genitori che si preparavano per andare in ospedale.
Si ritrovò davanti scuola in poco tempo. Quando ascoltava la musica il tempo sembrava piegarsi e durare un battito di ciglia.
Tenne ancora le auricolari ed entrò guardandosi attorno. Voleva creare una barriera tra lui e il resto del mondo. Aveva paura di quello che avrebbero potuto dire, pensare e fare non appena l'avessero visto.
Ma nessuno lo fissava, nessuno sembrava nemmeno notarlo. Tutti continuavano a fare quello che avevano iniziato ancor prima del suo arrivo. Questo gli permise di lasciar scorrere via un piccolo carico di tensione.
Beomgyu però cercava una persona in particolare. E con lo sguardo frugò tra la gente. Scrutò ogni studente, in cerca di quei capelli neri e quello sguardo altrettanto corvino. Non poteva perdere tempo. Doveva parlargli prima dell'inizio delle lezioni. Sarebbe arrivato a fare qualsiasi cosa pur di non svelare il suo segreto. A quanto pare in quella vita non poteva permettersi di essere libero.
Continuò a cercare. Dove sei? Dove sei?
Gli occhi gli brillarono quando vide qualcuno corrispondere all'immagine che aveva stampata in mente. Era lui. Lo aveva intravisto.
Si avvicinò. Un passo dopo l'altro.
Perché i piedi erano così pesanti?
Il respiro si fece più affannoso come conseguenza al cuore che pulsava più violentemente.
La speranza cominciò a sbocciargli dentro.
Era lì. Da solo. Era la sua occasione e nessuno gliel'avrebbe tolta.
«Beomgyu!» Trasalì. Un braccio attorno le spalle. Una voce familiare. Huening Kai. «Come stai, amico mio?» Ma Beomgyu seguiva quel ragazzo con lo sguardo mentre gli passava accanto.
«Da quando siamo amici...» Riuscì a dire.
«Da ora. O meglio, da quando ho deciso di starti il più vicino possibile per evitare che qualcuno possa importunarti.» E questo cosa voleva dire?
«Non è davvero necessario.» Faceva così pena? «Devo andare...» Tentò di divincolarsi dalla sua presa. Si stava allontanando, sempre più.
No, pensò, fermati.
«Si che è necessario. E poi potrebbe rivelarsi un modo per smascherare una volta per tutte quel deficiente di Dongyul.» Disse speranzoso. Magari fosse stato così semplice, pensò Beomgyu.
«Sono tre comunque.»
«Chi?»
«I bulli.»
«Ce ne sono altri tre?»
«No. Dongyul, ha altri due complici.»
«Dovevo immaginarmi anche questo.» Lo vide mordersi la guancia. Beomgyu aveva perso di vista il ragazzo sconosciuto, trovandosi ormai all'interno dell'edificio. Era frustrato, aveva perso un'occasione importante.
«Ti ringrazio, ma non sono la sola vittima. Frequentano la mia stessa classe e spesso li sento parlare.» Non era certo di volersi mettere contro quei tre, ma Heuning Kai era così sicuro di sé. E poi era il rappresentante d'istituto. Forse doveva davvero accettare la sua amicizia. Non solo per la protezione che avrebbe acquisito. Poteva avere un amico?
«Di questo ne ero sicuro. É mio compito occuparmi del benessere degli studenti. Per questo non ti chiederò di fare nulla di pericoloso, lasciami solo starti vicino.» E come poteva rifiutare un sorriso così radioso?
I due adesso camminavano lungo il corridoio che portava alla classe di Beomgyu. Non era esagerato scortarlo fino a lì?
All'improvviso gli venne un'idea. Sentiva di potersi fidare di lui.
«Huening Kai...»
«Chiamami solo Kai.»
«Okay Kai...» Non sapeva come far uscire le parole senza sembrare stupido «C'é questo ragazzo dai capelli neri, piuttosto alto, giocatore di Basketball...»
«Ti piace?»
«Chi?»
«Lui.»
«No! Assolutamente no!» Entrò nel panico. Gesticolò impacciato e le guance gli si colorarono appena. «Voglio solo sapere il suo nome.»
«Yeonjun,» disse con un mezzo sorriso «si chiama Yeonjun ed è del quinto anno. Non la mia sezione. Lo conoscono tutti»
Yeonjun. Dove aveva già visto quel nome...
«Ne sei sicuro? Voglio dire... Ci sono tanti ragazzi simili in questa scuola.» Si sentiva ridicolo.
«Fidati, Yeonjun é colui di cui tutti chiedono.»
Yeonjun.
Yeonjun.
Yeonjun.
«Certo!» Esclamò quasi urlando. Lo aveva già letto, più volte. Il retro della maglietta portava il suo nome. Era stato da tutto quel tempo in squadra con lui e non se ne era mai accorto. D'altronde non si sorprendeva nemmeno di non conoscere un ragazzo a quanto pare così popolare. La bolla dentro la quale si era chiuso in quegli ultimi anni era davvero solida. Lo isolava completamente da tutto e tutti. E ora era stato costretto a uscirne fuori, senza il suo consenso, senza che ne avesse voglia.
«Dicono abbia la vita perfetta, ma sai non mi piace credere che qualcuno ne possa avere una. E non parlo per invidia.» Poggiò le mani dietro la testa, flettendo le braccia. I due si trovarono davanti la classe di Beomgyu.
Huening Kai Non sembrò intenzionato a fare domande. E questo non fece che rilassare l'altro. Nonostante si comportasse bene con lui e volesse difenderlo, Beomgyu ci teneva a non lasciare trasparire nulla della sua sessualità.
Yeonjun.
Quel nome adesso risuonava con una diversa intensità nella sua testa.
Rimbombava. Si scontrava con le pareti e con un balzo ritornava al centro dei suoi pensieri.
Quel ragazzo ora aveva un nome. Non era più un semplice volto.
Yeonjun.
Yeonjun.
Yeonjun.
Doveva trovare Yeonjun. E parlargli.

Le lezioni non erano più le stesse. Nonostante continuasse a non prestare attenzione, sentiva lo sguardo gli quelle tre furie su di sé, pronto ad attaccarlo non appena avesse compiuto un passo falso. In classe non c'era nessuno a difenderlo e non c'era la presenza di Kai a tenerli lontani. Ma i docenti erano ottimi sostituti in questo. Non si sarebbero permessi di fare nulla fino a quando il professore fosse rimasto in classe. E ad ogni cambio doveva lottare con tutte le sue forze per non scrivere a Taehyun.
Le ore passavano e Beomgyu non utilizzava il cellulare nemmeno in bagno, con la paura che da un momento all'altro sbucasse una di quelle tre orribili facce che presto sarebbero state soggetto dei suoi sogni, trasformandoli in incubi. Come se tutto quello che stava vivendo non fosse già un incubo, uno dei più terribili.
Al suono dell'ultima campanella il respiro gli si regolò, i polmoni si rilassarono e il cuore poté rallentare la sua corsa. Era riuscito a sopravvivere. Senza nessun contatto né scontro con Dongyul. Senza destare sospetti e attirare l'attenzione di altri su di sé.
Anche il tragitto per tornare a casa era andato liscio. Aveva scoperto che Huening Kai percorreva lo stesso tratto strada, per poi girare a destra dove Beomgyu proseguiva dritto. A meno che non lo seguissero, i tre bulli percorrevano strade diverse dalla sua.
E infine fu a casa. Al sicuro tra quelle mura silenziose. Quel giorno il turno di sua madre l'aveva costretta a rimanere in ospedale per pranzo, quindi dovette arrangiarsi.
Prima però si lasciò andare sul divano, stanco. Prese il telefono e controllò i messaggi da parte di Taehyun. Non gli parlava da sei ore. Sentì una fitta al cuore e cercò di rimediare, scusandosi.
Chissà se avrebbe mai capito.
Ma anche mentre scriveva al suo fidanzato, la mente era altrove. Pensava, pensava e pensava.
Non aveva visto Yeonjun da nessuna parte uscendo da scuola. L'aveva cercato, di nuovo. Aveva anche chiesto a Kai dove vivesse, ma la risposta non gli era stata di nessun aiuto.
Doveva riprovarci. Non poteva lasciar perdere. Era un segreto troppo importante per lasciarlo nelle mani di uno sconosciuto. La sua vita sarebbe cambiata, il suo mondo sarebbe finito.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere sé, Taehyun e la loro relazione.
Ad ogni costo.

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuWhere stories live. Discover now