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Beomgyu lo guardò con un accenno di confusione nel viso.
Quindi era lui che tossiva a quel modo prima...
«Stai bene?» Domandò spontaneamente, senza pensarci due volte.
«Si, non ti preoccupare. Devi andare in bagno?» Rispose con tranquillità, con un'espressione in volto che non tradiva alcuna preoccupazione. Il suo solito sorriso a occhi chiusi.
Beomgyu annuì e l'altro si spostò dalla soglia per farlo entrare. Una volta in bagno, si chiuse la porta alle spalle a chiave e cominciò a spogliarsi.
Entrò in doccia e solo quando lo getto d'acqua inizialmente freddo gli toccò la pelle capì quanto questa fosse bollente. Rabbrividì al contrasto di temperatura e mentre la mente si riempiva di pensieri, si lavò.
Avrebbe pianto. Ancora e ancora. Perché era così surreale tutto quello che era successo che non sapeva nemmeno come ci era arrivato. Avrebbe voluto risvegliarsi dall'incubo che stava vivendo, per scoprire che la realtà era ben diversa. Non riusciva in alcun modo ad accettare la verità dei fatti.

Uscì dalla doccia solo quando reputò di aver passato troppo tempo a rimuginare con i ricordi . Si avvolse al corpo un accappatoio al quale si strinse per il freddo che adesso cominciava a sentire a causa della pelle bagnata. Si guardò allo specchio sopra il lavabo. Anche da solo riuscì a capire di avere uno sguardo spento, oltre che segnato dal continuo pianto e dalla possibile febbre. Poi qualcosa lo colpì. Lì, poggiati ai bordi del mobile del lavabo, c'erano dei medicinali.
Che forse erano di Haeun? Avendolo visto tossire in malo modo.
Il pensiero lo scosse.
Non avrebbe dovuto trovarli. Si ripeté che non erano fatti suoi e che doveva lasciar perdere. Infatti andò in camera di Yeonjun e aprì la propria valigia. Estrasse e indossò dei vestiti nuovi, puliti. Si recò al piano di sotto una volta pronto. Lì Yeonjun, Haeun e Kai lo stavano aspettando.
«Eccoti! Ce ne hai messo di tempo», alzò le braccia al cielo Kai. Vedeva in lui l'impegno che stava mettendo per sollevargli un po' il morale.
Li raggiunse e si sedette al tavolo, accanto a Yeonjun e di fronte a Kai. A capotavola il posto di Haeun che in quell'istante era ai fornelli. Questi sprigionavano un profumo invitante.
«Si, scusate».
«La colazione é quasi pronta. Dei deliziosi doenjang jjigae e kimchijjigae vi aspettano», annunciò Haeun dando le spalle al resto del gruppo.
Kai rispose con delle parole che fecero ridere il cuoco di quel giorno.
«Sentite...» Cominciò Beomgyu a bassa voce, facendosi sentire solo dal migliore amico e da Yeonjun «secondo voi, perché quel video ha cominciato a girare?»
In mezzo i suoi pensieri, tra le altre cose, vi era anche quel video che Taehyun gli aveva fatto vedere. Aveva ricordato di aver visto uno degli amici di Dongyul registrarlo, ma la diffusione gli era ancora sconosciuta.
«Forse qualcuno lo riteneva divertente. Sai, sono tanti i video di gente che si picchia che vanno virali». Kai si fece serio. Poggiò il mento sulle mani che reggevano il peso grazie ai gomiti inchiodati al tavolo.
«No, non credo sia semplicemente andato virale. Taehyun ieri ha chiaramente detto che il video stava facendo il giro della scuola». Pronunciare quel nome causò a Beomgyu un fastidio alla gola.
«Non lo avete ancora capito?» Yeonjun attirò l'attenzione dei due su di sé, rispettando il tono segreto e pacato che stavano utilizzando. «É stata tutta opera di Dongyul. É ovvio che sia stato lui a far pubblicare il video».
«Cavolo, non ci avevo pensato...» Era davvero stupito.
«Nessuno pubblicherebbe un video del genere senza avere in mente qualcosa».
«Immagino sia anche opera di Dongyul che qualcuno abbia registrato un video», aggiunse infine Kai.
I tre si scambiarono sguardi di riflessione. Era come se cercassero di leggersi nella mente per arrivare una conclusione simile.
«Cos'ha in mente allora?»
La domanda di Beomgyu fece calare il silenzio, che poi, però, venne interrotto.
«Ecco a voi». Haeun giunse al tavolo con parecchi piatti fumanti. Li poggiò sul tavolo e i quattro iniziarono a mangiare.

Dopo ulteriori convincimenti, Beomgyu riuscì a far andare Kai con Haeun. Ora tutti erano all'ingresso, sul pianerottolo di casa, guardando i due ragazzi che sarebbero andati via a momenti.
«Divertitevi pure per noi», disse Beomgyu sforzandosi di sorridere. Non sapeva cosa sarebbe successo d'ora in poi, ma non aveva voglia di fare nulla. Sarebbe stato a letto tutto il giorno e avrebbe chiamato Yeonjun solo per le emergenze.
«Torneremo in fretta e furia, non sentirai nemmeno la nostra mancanza».
Beomgyu sapeva quanto fosse faticoso per Kai lasciarlo da solo dopo quello che aveva passato. Tuttavia i due avevano scoperto che anche Beomgyu aveva una sorta di influenza sull'altro.
Haeun guardò accanto a Beomgyu, nella direzione di Yeonjun, come per dirgli che sarebbero davvero corsi da loro in qualsiasi momento.
Subito dopo la macchina accese i motori e in poco tempo si dissolse tra la nebbia della strada.
«Entriamo o la tua febbre peggiorerà».
«Non è detto che abbia la febbre».
«A proposito, va' a misurarti la temperatura».
A quel punto Yeonjun entrò in casa, seguito da Beomgyu.
«Siediti sul divano e aspettami qui». Prese la coperta posta sopra al divano e gliela porse «copriti con questa mentre prendo il termometro e la legna per il camino».
Guardando meglio il salone, lì davanti aveva un ampio camino con sopra una televisione. Si accorse anche che il divano su cui sedeva era sfatto e per di più aveva un cuscino da letto.
Aspettò il ragazzo mentre si guardava intorno. Poi, quando tornò, volle togliersi una curiosità dopo aver posizionato il termometro.
«Per caso... Qualcuno ha dormito qui?»
La prima cosa che provò fu un senso di colpa nel sapere che qualcuno aveva passato la notte lì, in quel divano che gli avevano detto essere scomodo.
Yeonjun era di spalle, a sistemare la legna per il fuoco, dunque non poteva vedere la sua espressione.
Non rispose subito. Per un po' l'unico suono fu lo sfregare del legno.
«Io».
Dovette convincersi di aver sentito bene prima di rispondere. Sbatté le palpebre più volte. Poi lo scoppiettio del camino.
«Perché?» Fu la domanda spontanea.
«Non volevo farti sentire ulteriormente male con la mia presenza», ammise alzandosi da per terra.
Il ticchettio del termometro li interruppe. Se lo sfilò e lesse ad alta voce la temperatura segnata.
«Trentotto».
Dopo quella singola parola parve sentirsi peggio. Non si era ancora reso conto di avere una febbre così forte.
«Ti preparo un panno bagnato da poggiare sulla fronte». Se ne andò nuovamente. Era fugace, sembrava voler evitare qualcosa. Ma non poteva essere Beomgyu, altrimenti non sarebbe rimasto lì con lui.
Tornò con ciò che aveva detto e si parò di fronte a Beomgyu.
«Sai che non è servito? Pensavo fossi accanto a me».
«Avrei dovuto dirtelo, ma non mi sembrava il caso».
E senza dire un'ulteriore parola, con un dito alzò il viso di Beomgyu dal mento. Dopo aver incontrato i suoi occhi gli poggiò delicatamente il panno freddo sulla fronte, spostandogli i capelli.
Era serio, tremendamente. Una serietà diversa da quella che aveva quel giorno alla festa, allora mista a rabbia. Ora era premuroso, dolce come non mai.
«Non devi trattarmi così». Si sentiva un bambino bisognoso di cure, perché altrimenti non ce l'avrebbe fatta. E Beomgyu era il contrario di ciò. Ormai sapeva badare a se stesso e non voleva essere un peso.
«Se non lo faccio io chi lo farà?»
Quella frase andò più in profondo di quanto avrebbe dovuto. Colpì qualcosa che smosse innumerevoli acque, che si riflettevano sugli occhi di Yeonjun.
Scuri.
Luminosi.
E rimasero impigliati l'uno all'altro, come un sistema binario in cui ruotavano all'unisono, legati della stessa attrazione gravitazionale.
Beomgyu si tenne il panno freddo che gli stava per cadere e ciò fu sufficiente a far tornare sulla terra i due ragazzi.
Yeonjun stava per andarsene nuovamente, ma Beomgyu parlò senza pensarci.
«Domani voglio tornare a casa, anche se non mi sarà passata la febbre».
Yeonjun si bloccò a metà strada, dietro al divano e quindi a Beomgyu.
Adesso così vicino ma così lontano rispetto a prima.
L'altro non disse nulla. Solo i suoi passi sul pavimento che si allontanavano.

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuWhere stories live. Discover now