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Non sapeva cosa gli era saltato in mente. Perché si trovava lì, con lui? Avrebbe voluto che i suoi genitori gli avessero detto di no. Invece adesso doveva passare un intero pomeriggio con Yeonjun.
Erano arrivati al luna park. Questo era ciò che Beomgyu aveva da offrire in cambio. Eppure non sapeva se sarebbe andato bene, se avesse continuato a chiedere altro e le cose si fossero fatte pericolose.
«Perché hai quella faccia?» Chiese Beomgyu guardandolo mentre si avvicinavano alla biglietteria.
«Che faccia ho?»
«Sembri un topo che ha appena visto un gatto randagio.»
«Nah.»
I due arrivarono davanti a una giovane donna che si occupava dei biglietti. Gli diedero quelli che lo zio di Beomgyu, che lavorava lì, era riuscito a procurargli in maniera gratuita. Ecco qual era il vantaggio di ciò che aveva proposto: un pomeriggio al luna park, gratis.
Una volta dentro Beomgyu si guardò intorno con occhi luccicanti.
«Allora, da cosa vuoi cominciare?» Era riuscito a prendere un volantino con tutte le attrazioni del posto. Si avvicinò a Yeonjun e glielo porse.
«Non lo so, scegli tu.» Perché era così fastidioso? Beomgyu sospirò leggermente e si incamminò verso una montagna russa. C'era una piccola fila alla quale dovettero unirsi prima di sedersi e Yeonjun continuava ad essere silenzioso. Stava tramando qualcosa?
Le cinture gli vennero allacciate. Stavano per partire.
Beomgyu si voltò verso il ragazzo che aveva accanto. Il piede picchettava ripetutamente e le mani si sfregavano sui pantaloni come per asciugare il sudore. Improvvisamente capì.
«Non mi dire che...» Non ebbe il tempo di parlare che l'attrazione cominciò a muoversi, costringendolo a tenersi. Acquisì sempre più velocità fino a quando il vento tagliò ogni tipo di suono, tranne le urla della gente e... Di Yeonjun. Si era avvicinato di più a lui e, spalla contro spalla, urlava come mai avrebbe pensato di vedergli fare. Beomgyu scoppiò a ridere mentre percorrevano quel tragitto altalenante.
«Che cazzo ridi?!» Riuscì a sentire subito prima di altre urla, ma ciò lo fece ridere di più.
Yeonjun aveva paura delle montagne russe o, in generale, di qualsiasi attrazione. Chi l'avrebbe mai detto. Eppure trovava quel momento paradossalmente rilassante. Il vento che gli rinfrescava il corpo e gli riempiva i polmoni; la sensazione di poter volare fino a toccare il cielo e poi ricadere nel baratro terrestre. Tutto a mente vuota. Con la sola adrenalina che gli scorreva nelle vene. Da quanto tempo non si sentiva così?
A giri conclusi, i due giovani ragazzi scesero.
Entrambi barcollavano, Yeonjun più di tutti.
«Sembri ubriaco.» Disse Beomgyu tra una risata e un'altra.
«Mi sento svenire.» Si portò una mano alla fronte con fare teatrale.
«Perché non lo hai detto prima?!» Lo richiamò Beomgyu, ricordandosi subito dopo che di fronte aveva fino a prova contraria uno sconosciuto.
«Non era un dettaglio così importante.»
«Non capisco perché hai accettato di venire allora.»
«Avevi altro da offrire?»
«Effettivamente...» E questo cosa voleva dire? Poteva continuare a ricattarlo invece di fare qualcosa che lo avrebbe terrorizzato. «Allora faremo qualcosa di più tranquillo.»
«Tipo?»
«Quello.» Beomgyu indicò un'attrazione che sembrava una escape room molto poco spaventosa e tanto colorata.
«É un'attrazione per bambini.»
«Fa nulla, vieni!» Cominciò a correre verso ciò che prima aveva indicato. Era difficile per lui contenersi in un posto come quello. Amava i luna park fin da bambino e nonostante fosse in compagnia di Yeonjun, non aveva intenzione di rovinarsi l'esperienza. Specialmente perché negli ultimi anni non aveva avuto molte occasioni.
Entrarono dentro l'amplesso dal quale dovevano poi uscire per vincere ed era tutto estremamente fiabesco. Unicorni colorati, fiori su ogni parete, cartonati di principesse che indicavano la direzione degli indizi per riuscire a concludere il gioco.
Come previsto tutto si dimostrò decisamente semplice. Eppure una volta fuori Yeonjun non sembrava più contento di prima. Vedendo la sua faccia, Beomgyu rise nuovamente.
«Perché ridi questa volta?»
«Perché sei buffo.»
Quelle furono le ultime parole prima di passare alla prossima attrazione e alle molte altre successive.

Il sole stava tramontando e il luna park cominciava a svuotarsi. Sprazzi di colore arancione tingevano il cielo che andava a scurirsi poco alla volta e con la testa rivolta proprio in alto, Beomgyu sedeva su una panchina insieme a Yeonjun.
Si era divertito. Era stato il giorno più tranquillo e spensierato delle ultime settimane.  E ancora doveva metabolizzare di averlo passato con Yeonjun. Tra tutti proprio lui.
«Alla fine ieri sono riuscito a parlare con Dongyul.» A quelle parole Beomgyu si raddrizzò. Si voltò completamente verso Yeonjun e lo guardò con uno sguardo terrorizzato. L'altro però rise. «Non gli ho detto nulla su di te, per il momento.» Avrebbe voluto strozzarlo, salirgli sopra e pestarlo. Ma doveva rimanere un semplice e irrealizzabile sogno.
«Come...»
«Usciti da scuola percorriamo la stessa strada. In realtà, siamo anche vicini di casa.» Era come se due grandi sassi avessero sostituto i suoi polmoni.
«E di cosa avete parlato?» Non che avesse il diritto di saperlo, specialmente se non lo riguardava direttamente. Ma la curiosità era più forte di qualunque cosa.
«Mio fratello sta tornando da un lungo viaggio di lavoro. La sua ragazza ha deciso di fargli una festa a sorpresa e io ho accettato di farla a casa nostra, dato che i nostri genitori per queste due settimane saranno fuori città.» Quindi al momento abitava da solo? «A mio fratello stanno simpatici Dongyul e gli altri due, secondo lui si sanno divertire in situazioni del genere. Li ho semplicemente invitati alla festa.» Saperlo rilassò in modo indescrivibile il corpo di Beomgyu. Una semplice festa. Poi però pensò che Yeonjun non poteva andarsene in giro - soprattutto se voleva dire passare del tempo con quei tre - con la possibilità di poter sperperare la sua relazione.
«Non gli dirai nulla, vero?» Domandò preoccupato. Yeonjun in risposta sospirò e chiuse gli occhi.
«Ancora con questa storia?» Beomgyu sentì il sangue scoppiettante scorrergli nelle vene. Ancora con questa storia?!
«Se solo non fossi stato così maleducato da guardare il mio telefono mentre io non c'ero, non ci troveremmo in questa situazione» Si lasciò andare. Si prese la testa tra le mani.
«Sei tu a trovarti in questa situazione.» Ora era serio. Era difficile da decifrare.
«No, ci siamo insieme. Fino a prova contraria sai qualcosa che non dovresti sapere e che io non voglio che si sappia. Per altro non so quando e se lo dirai, quindi devo starti attaccato e assicurarmi che non faccia...»
«Che non faccia cosa?»
Lo stronzo, avrebbe voluto dire. Questa volta Yeonjun si girò a guardarlo e Beomgyu dovete distogliere lo sguardo. Si alzò dalla panchina esausto. Stanco di ogni cosa che gli stava capitando. Nessuno parlò fino a quando non fu Yeonjun a rompere il silenzio.
«Perché non vieni pure tu?»
«Cosa?»
«Ho detto perché non vieni...»
«Si, ho capito. E no, non voglio andare ad una festa dove potrei essere ammazzato dai tuoi tre amici»
«Non sono miei amici.»
«I tuoi vicini di casa.»
«Saranno troppo impegnati a bere e a far colpo su qualche ragazza. O almeno, ci proveranno.»
«E allora? Se mi vedono cominceranno ad accusarmi di... Quello.» Non poteva credere che gli stava proponendo una cosa del genere. Beomgyu camminava avanti e indietro, mentre Yeonjun lo guardava con un sorriso da prendere a schiaffi.
«Non se ci saranno un sacco di ragazze. Mio fratello ha tante amicizie, é molto amato.» É una cosa di famiglia essere popolari allora. «Pensaci: farti vedere con una ragazza potrebbe farli ricredere» Aveva incrociato le gambe e allungato un braccio sulla spalliera della panchina.
«Non voglio farlo, non posso. A me le ragazze non...» Non riuscì nemmeno a dirlo ad alta voce davanti a lui. «E così difficile per te non divertirti con una cosa che mi sta a cuore?»
Yeonjun ignorò quelle sue ultime parole.
«Ti sto offrendo un modo per pulire la tua reputazione. Anche se io non dicessi nulla, Dongyul continuerà a pensare quello di cui è già convinto. L'unico modo per fargli cambiare idea é dimostrargli che si sbaglia.»
Beomgyu era pronto a ribattere, ad insultarlo se fosse stato necessario. Voleva solo avere delle certezze, invece gli metteva in testa sempre più dubbi. Stava giocando con lui, ma ormai non sapeva dire se per ferirlo o per un macabro divertimento. Voleva afferrarlo per la maglietta e dargli una testata, sapendo benissimo che non l'avrebbe spostato di un centimetro e che anzi sarebbe stato lui a farsi male.
Poi il telefono squillò. Sussultò a causa della suoneria e della vibrazione. Lo estrasse dalla tasca. Gli si formò un nodo in gola.
Taehyun.
Non perse tempo e rispose subito, allontanandosi un po' da Yeonjun.
«Si può sapere dove sei finito?» Non gli diede il tempo di proferire parola. Solo la sua voce chiaramente arrabbiata.
«Taehyun, io...»
«É da un giorno intero che non ho tue notizie. Ero preoccupato!» Sarebbe morto a causa dei sensi di colpa. Sentiva i pezzi del proprio cuore spezzarsi uno ad uno. Era ferito in ogni angolo della sua anima.
«Scusami, hai ragione... Sono stato impegnato.» Non stava mentendo, non del tutto almeno. La sua mente era stata impegnata.
Yeonjun.
Dongyul.
La sua relazione.
Era stato così impegnato a difendere una relazione da dimenticarsi chi ne faceva parte. Che senso aveva così?
«É da giorni che sei così distante, Beomgyu! Sei sempre distratto quando siamo insieme.»
Non se lo meritava. Taehyun non meritava quello che, senza volerlo, stava facendo. Eppure lo faceva per loro. Lo faceva per stare con lui senza preoccupazioni e problemi.
Gli occhi si inumidirono. La gola ricoperta di spine che non gli consentirono di parlare. Non che sapesse cosa dire oltre a delle scuse.
«Dove sei? Stai bene?» Chiese preoccupato Taehyun e quelle parole lo colpirono dritto allo stomaco.
«Ehi!» Non capiva più cosa stava succedendo ed ebbe difficoltà a credere a quello che stava per accadere.
«Il luna park sta per chiudere, muoviamoci.» Disse la voce non tanto lontana di Yeonjun.
«Beomgyu? Sei con qualcuno?»
«No, non...» Poi se lo ritrovò davanti. Lo guardò negli occhi. Neri. Luminosi grazie al lieve bagliore della luna che aveva preso il sopravvento. La voce più vicina che mai.
Una lacrima rigò il viso morbido di Beomgyu.
«Dobbiamo andare.»
Poi Taehyun riattaccò senza dire nulla.

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuWhere stories live. Discover now