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«Non resterò un minuto di più», afferrò la valigia e fece per andarsene, ma Kai lo afferrò per il polso, bloccandolo.
«Noo, torna qui».
Adesso si stavano guardando nuovamente.
«Non posso condividere la camera con lui!»
Beomgyu era disperato, gli sembrava tutto surreale.
«Questa stanza è più grande e ha un solo letto singolo. Credo che per la quantità di vestiti sia meglio che la utilizzi io».
«Però...»
«Però capisco che non vuoi dormire con Yeonjun».
Non lo avrebbe fatto. Fino a prova contraria il suo fidanzato era in città. Si sentiva già in colpa per essersene andato senza dirgli nulla. Continuava a mentirgli, a nascondergli dove andava e cosa faceva.
«Non sarei mai dovuto venire».
«Smettila! Non essere così drammatico, troveremo...»
Qualcuno bussò alla porta. Kai consentì l'accesso. Sbucò Yeonjun, in maglietta bianca e pantaloni grigi della tuta. Beomgyu trattenne il fiato. Sembrava avere i capelli più lunghi dell'ultima volta. Non entrò, rimase a metà tra la camera e il corridoio.
«Devo dire che le vostre voci sono parecchio squillanti. Quindi siete venuti davvero», la voce calda come quella casa.
«Non avremmo mai potuto rifiutare l'invito di tuo fratello», disse Kai, rendendo Beomgyu ancora più confuso. Ciò si unì all'esasperazione che provava.
«Si può sapere chi diamine è stato a invitarci!?» Sbraitò, anche se nel farlo era ugualmente tenero.
«É stato mio fratello, ma abbiamo fatto credere a mia madre di aver invitato dei miei amici».
Era difficile definirli amici, ma Beomgyu e Yeonjun avevano sicuramente vissuto qualche disavventura insieme. Motivo per cui era strano far condividere la stanza a Kai.
«Tu lo sapevi?» Domandò all'amico.
«Si, é stato Haeun a dirmelo. A quanto pare gli stiamo parecchio simpatici!» Era contento.
«Soprattutto tu...» Mormorò Beomgyu.
«Cosa hai detto...?» Si avvicinò al più piccolo stirandosi l'orecchio.
«La cena é quasi pronta. Vi aspettiamo di sotto», li interruppe Yeonjun e così uscì.
Beomgyu si tuffò sul letto, esausto. Chiuse gli occhi, cercando di lasciare fuori qualsiasi cosa non potesse vedere. Stava cominciando a diventare tutto un film, o peggio, una telenovela!
«Come siamo finiti a conoscere i genitori di Yeonjun?!» Continuò a lamentarsi.
«Senti, Beomie, in fin dei conti sono persone per bene. Ci hanno accolto con gentilezza e loro madre é così contenta che finalmente Yeonjun porti a casa degli essere umani!» Si sedette ai bordi del letto accanto a lui.
«Eppure il marito sembrava avere una pistola puntata sulla schiena», commentò.
«Forse è solo il suo modo di fare. Quello che voglio dire è di goderci questa piccola vacanza fuori casa. Siamo insieme, pensiamo a rilassarci».
Aprì gli occhi dopo le sue parole. Voleva davvero rilassarsi, tuttavia il pensiero di dover fare certe cose in assenza di Taehyun lo faceva sentire sbagliato.
«Starò qui solo per due giorni però, mi farò accompagnare a casa. I miei genitori tornano fra tre giorni, non posso rischiare di non farmi trovare.»
Huening Kai sospirò e poi con un sorriso si alzò dal letto. Porse una mano all'amico.
«E va bene. Ora però andiamo a cenare, ho una fame».

Il salone non aveva pareti. Era un unico, ampio spazio aperto comunicante che univa la cucina all'ingresso. Infatti scendendo le scale videro ognuno dei presenti prendere posto attorno al tavolo. Soomin alzò lo sguardo e sorrise vedendoli.
«Eccovi! Stavo giusto per chiamarvi», poggiò una grande pentola sul tavolo.
Beomgyu e Kai si sedettero vicini, con accanto i due fratelli. Ben presto i piatti vuoti vennero riempiti da una zuppa fumante.
«Ho preparato qualcosa di caldo per combattere il freddo, spero vi piaccia».
Cominciarono tutti a mangiare. Kai si complimentò con la giovane donna e lo stesso fece Haeun. La loro intesa era davvero dolce.
Dovette ammettere che la zuppa era deliziosa. La centrifuga di verdure riscaldava perfettamente la gola e il sapore aromatico era puro godimento.
«Quindi, voi e Yeonjun frequentate la stessa classe?» Domandò il padre, dopo aver ingoiato una cucchiaiata di zuppa.
«No», rispose seccò Yeonjun. Era lontano da Beomgyu e quest'ultimo ne fu lieto. Non voleva averlo vicino, altrimenti avrebbe pensato a come sarebbe stato dormirci insieme.
«Oh e come vi siete conosciuti?» La madre sembrava piuttosto curiosa. E Beomgyu non faceva che guardare il suo viso.
É così famigliare, pensò. Ma si disse che era molto simile ai due figli, quindi era normale.
«É tutto merito di Beomgyu. Lui e Yeonjun sono nella stessa squadra di baseball, eppure solo di recente si sono parlati». Aveva quasi finito il suo piatto di zuppa.
«Incredibile, vero caro?» Guardò il marito.
Egli annuì. Era molto silenzioso, come i figli, in particolare Yeonjun. Beomgyu lo vide con la coda dell'occhio: mangiava tranquillamente.
«Beomgyu é rimasto davvero sorpreso quando ha scoperto che Yeonjun ha due fratelli!» Parlare al suo posto era l'unico modo di mandare avanti la conversazione.
Beomgyu sorrise quando incrociò lo sguardo di Soomin.
«Davvero?» Rise brevemente la donna. «In questo momento il più piccolo non è qui. Dorme da un amico per poter lavorare meglio a un progetto per la scuola. Cose da studenti, voi ne saprete più di me».
Chissà se anche lui la utilizzava come scusa, si domandò Beomgyu. Quest'ultimo si era chiesto parecchie volte come fosse il terzo dei fratelli e non trovarlo in casa per ben due volte lo aveva sorpreso. Era simile agli altri due? Aveva la gentilezza di Haeun o la serietà mista a capacità di stuzzicare chiunque di Yeonjun?
«Potrebbe passare più tempo con la sua famiglia», intervenne Chunghee.
«Dai tesoro, tutti gli adolescenti si comportano così, é normale».
«Già». Disse piano Beomgyu.
«A volte é difficile rimanere a casa». Yeonjun attirò l'attenzione su di sé. Di tutti tranne che di suo fratello.
A volte é davvero difficile rimanere a casa...
«Non quando hai tutto quello di cui hai bisogno». Il padre passò in rassegna i presenti con lo sguardo, come se cercasse approvazione.
«A volte», marcò con la voce Yeonjun, «avere tutto non significa niente».
I due fratelli avevano finito di cenare. Così come i genitori. A quanto pare mancava solo Beomgyu. Cercò di affrettarsi.
«Non sono molte le persone che hanno tutto. Dovremmo essere ogni giorno grati».
Perché quella conversazione sembrava voler andare in una direzione ben precisa ma sconosciuta solo ai due ospiti?
«La gratitudine si guadagna, non va regalata».
Quelle furono le ultime parole di Yeonjun prima di alzarsi, salire le scale e scomparire al piano di sopra. Dietro si lasciò solo silenzio.
Era strano per Beomgyu vedere Yeonjun così serio. Di solito portava sempre quel ghigno fastidioso.
«Perdonatelo é così a causa...» Ma fu interrotta.
«Non é necessario imbarazzare così i nostri ospiti». Haeun parlò per la prima volta, era serio ma gentile. «La cena è terminata. Potete andarvi a riposare nelle vostre camere, se volete e se avete già deciso in quale stare».

Un segreto per due - Beomjun/YeongyuDonde viven las historias. Descúbrelo ahora