Ricordi

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Germania arrivò a casa sua preoccupato. Si ricordava di quello che gli aveva detto il padre...

- Deutschland kommt jetzt hierher. (Germania vieni subito qui)

- Ja Vater... (si padre)

- mi hanno detto che stai spesso con un ragazzino.

Chi gliel'aveva detto? E poi che male c'è?

- si, Italia, il mio-

- migliore amico, giusto?

- si

- e basta?

Il padre gli sorrise.

- in che senso...

- sono tuo padre... Per favore, dimmi, so che provi qualcosa per lui.

Germania senza accorgersene arrossì. Il padre, senza pensarci due volte, diede una carezza al figlio, per poi sorridere ancora.

- sono felice.

Germania abbassò lo sguardo. Non ci era abituato.

Poi, improvviso, arrivò anche un abbraccio. Poi gli sussurrò qualcosa all'orecchio.

- se ti piace, non esitare a parlarmene. Ci so fare...

- vater

- sag mir (dimmi pure)

- come glielo posso dire...?

Il padre si alzò in piedi, guardando il figlio. Poi andò al piano di sopra dicendo di andare a prendere una cosa.

"mio padre... Non è mai stato così gentile con me. Però non capivo se era una trappola o mi voleva veramente aiutare... Ma...

- vater!

- ja?

- ma... Perché mi stai aiutando?

Mio padre scese le scale e si fermò a metà. Si accovacciò guardandomi e aprì bocca.

- io... Ho capito che sono pessimo sia come persona che come padre. Vorrei provare a ricominciare tutto, ma ho paura che sia troppo tardi...

- pa', non è troppo tardi. Hai solo 45 anni! Sei ancora in tempo per cambiare tutto!

Mio padre mi sorrise, poi tornò di sopra. Quando scese, aveva un libro in mano. Abbastanza grosso...!

Si sedette sul divano di fianco a me, poi aprì il libro alla prima pagina.

- guarda. Qui ero a scuola. La mia foto di classe di terza superiore. Avevo proprio la tua età!

Poi indicò un ragazzo tra tanti.

- quello invece sono io.

- waw sei cambiato tantissimo!

- si, hai ragione... Sai, allora ero il più bravo ragazzo della classe, avevo tanti amici, ero gentile, prendevo bei voti... Ma al tuo nonno non bastava.

- mio... Nonno? Ho un nonno?

- si... Ma è morto ancor prima che tu nascessi. Si chiamava Reichtangle.

- non... Non lo sapevo...

Reich sorrise, poi iniziò a scompigliarmi i capelli. Andò alla seconda pagina.

- questa... È tua madre. Te la ricordi? Qui era givane, più giovane di me.

Scossi la testa. Mia madre non me la ricordavo proprio più.

- però... Mi ricordo che non l'avevi sposata.

- si che l'avevo sposata... Ma dopo qualche anno abbiamo divorziato.

- ma com'è morta?

- tu avevi appena due anni quando lei iniziò a soffrire di cancro. Non riuscirono a salvarla.

- ah...

Reich cambiò ancora pagina.

- arrivo subito al punto. Vedi questo?

Mi indicò un ragazzo che parlava con lui.

- lui è il padre di Italia. Eravamo molto amici... Ma ad un certo punto ha smesso di rivolgermi parola, io ci provavo, ma lui mi evitava... È da anni che cerco di parlargli... Però... Ho scoperto che è morto. Sai quand'è il suo funerale?

- Italia dice che è tra due giorni.

- ti va se ci andiamo?

- si, va bene... Ma-

- lo so che non vuoi vedere Italia piangere.

Mi aveva letto nel pensiero? Feci una faccia stupita, lui sorrise.

- si, provi decisamente qualcosa per lui. Comunque guarda...

Andò avanti di molte pagine. Poi si fermò.

- questo è il mio matrimonio. O almeno... Il nostro...

- wow... È la prima volta che ti vedo così elegante!

- ahah, ma senti chi parla!

Mio padre si mise a farmi il solletico... Peccato che io lo soffro. Molto. Era come se fossi tornato bambino...

- v-vayer...

- mh?

- ma... Cosa ti ha portato ad essere così cattivo?

- devi sapere che io non ho mai saputo gestire i bambini. Quindi quando tua madre morì io non sapevo più cosa fare. L'unica cosa che mi rimaneva di lei erano i suoi ricordi... E anche tu ne hai, solo che non ti vengono in mente... Però insomma sono diventato così a causa della sua morte. Gli volevo bene, ho sofferto tantissimo per lei... E ripeto che non sapevo gesgire i bambini. Ecco perché ho paura che sia troppo tardi. Perché ormai hai già 16 anni...

Non resistei e lo abbracciai. Lui scoppiò in lacrime sulla mia spalla, io feci lo stesso."










Coraggio, ora piangete!

Ahah scherzo ci vediamo alla prossima!

Diamo la precedenza alle onde - GerItaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt