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Jisung è seduto su quella dannatissima sedia di plastica da almeno tre ore e Jeongin gli ha già detto di andarsene almeno una decina di volte

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Jisung è seduto su quella dannatissima sedia di plastica da almeno tre ore e Jeongin gli ha già detto di andarsene almeno una decina di volte. Jisung non non si alzerà da quella sedia finì a quando non gli permetteranno di vedere Minho.

<<Jisung per favore, fatti accompagnare a casa... non puoi vederlo>> Jeongin è di nuovo piegato sulle ginocchia davanti a lui che cerca di guardarlo negli occhi, Jisung lo evita <<Ha rinunciato al diritto di avere un avvocato, lo trasferiscono fra un paio d'ore e rimarrà in prigione per molto tempo...>> Jisung si sente tremare e stringe le mani con forza prima di incrociare i suoi occhi.

<<Come puoi dirlo con così tanta leggerezza? Non ti sei per niente affezionato a lui? Ti ha trattato come un fratello nell'ultimo anno e mi vuoi dire che non ti importa affatto?>> pronuncia con veemenza e Jeongin sospira mentre abbassa lo sguardo a terra <<Certo che mi importa e si, mi sono affezionato a lui ed a tutta la famiglia, ho anche intrapreso una relazione amorosa con uno di loro, ma rimango pur sempre un poliziotto!>>

Jisung nega con la testa e stringe gli occhi <<Tu sai che hanno svolto quella missione per mano degli americani, sai che non lo hanno fatto per soldi o per altro!>> Jeongin torna a guardarlo negli occhi e sospira di nuovo <<Jisung alla DIA non importa di quello che è successo in Corea del Nord, lo abbiamo arrestato per crimini commessi nel nostro paese. Reato di associazione mafiosa, omicidio, rapimento, giri di droga e armi... eccetera eccetera>> Jisung si porta le mani sul volto e vorrebbe soltanto tornare a piangere.

<<Sappiamo che Minho è nord coreano ed in queste situazioni il caso va in mano ai servizi della difesa. Ogni cittadino nord coreano che sembra sospetto viene interrogato per terrorismo e alla fine li scambiano con sud coreani imprigionati ingiustamente al nord.>> Le parole di Jeongin sono secche, sta recitando un copione che a Jisung non piace ed inizia ad agitarsi.

<<Non potete farlo! Non potete mandarlo li! Jeongin tu lo sai bene quanto lui odi il suo paese! Una volta lì verrà giustiziato!>> inizia ad alzare la voce e Jeongin gli appoggia le mani sulle ginocchia, quel gesto lo fa sussultare e si alza in piedi come scottato <<Lo state mandando a morire Jeongin! Non potete farlo! Non potete!>> scoppia a piangere e Jeongin cerca di avvicinarsi ma lui si allontana e nega con la testa <<Non vi lascerò ucciderlo!>>

<<Jisung...>>

<<No! Vai al diavolo Jeongin!>>

Con queste ultime parole esce dall'ufficio e corre verso l'uscita, il suo cervello sta per esplodere. Corre senza meta per le strade di Seul. Sta recuperando tutte le informazioni possibili dal suo subconscio ed inizia a ripetersi le leggi del suo paese. Davanti ai suoi occhi vede pagine su pagine di informazioni, cerca di focalizzarsi su quello che gli serve e memorizza ogni parola.

I pezzi si collegano lentamente e si ferma di scatto in mezzo ad un parco, a quell'ora della notte non c'è nessuno e Jisung si lascia cadere sull'erba. Rotola sulla schiena e incolla gli occhi sul cielo stellato, si porta una mano sul cuore che gli sta pompando con forza nel petto.
Non lascerà Minho nelle mani della polizia, non permetterà a quelle persone di deportarlo in Corea del Nord. Minho non tornerà mai più in quel paese che lo ha tormentato per anni, Jisung farà ogni cosa in suo possesso per aiutarlo.

He's the boss || Minsung (+16⚠️)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang