CAPITOLO~46~ULTIME PROVE

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~FELIX'S POV~

Corsi a casa di Jisung, il quale mi fece entrare non appena mi vide in quel misero stato.
Ci sedemmo sul divano poiché la sua camera, a quanto pareva, non era presentabile, e mi avvolse con un braccio le spalle.

"Mia madre è una stronza. Non vuole che vada al concerto e mi ha detto...mi ha detto..." Iniziai a singhiozzare, così mi misi una mano sulla bocca nel tentativo di trattenermi, anche se con Jisung non ce ne sarebbe stato bisogno.

"Mi ha detto che le do solo problemi." Le parole scivolarono dalle mie labbra quasi come un sussurro.

"No Felix..." Il ragazzo iniziò a darmi delle pacche sulla schiena per tirarmi su di morale, ma quelle parole facevano ancora male.

"È solo spaventata...anche io lo ero quando ho saputo quello che ti era successo..."

Provai a trattenere con tutte le mie forze le lacrime che minacciavano di rigarmi il viso. "Non mi interessa...si comporta come se le avessi mai chiesto qualcosa, come se le interessasse qualcosa di me..."

"Dovete solo chiarirvi. Dopo una litigata si è sempre incazzati, ma non ti devi crucciare troppo. Vedrai che non intendeva dirti quelle cose. Anche tu le avrai risposto male."

Rimasi in silenzio. Non avevo voglia di pensarci per il momento.

"Ha detto che mi controllerà ogni 10 minuti per sapere dove sono." Dissi cercando di trattenere una mezza risata di esasperazione.

Jisung sospirò, comprensivo. "Questi sono i problemi mentali delle madri, Felix. Si chiamano manie di controllo sui figli. Te lo dice uno che ne ha passate di tutti i colori. Quando ero piccolo mia mamma mi portava in giro col guinzaglio per gatti perché aveva paura che mi perdessi."

Non potei fare a meno di ridere. Jisung era sicuramente una delle migliori cose che mi fossero capitate da quando ero arrivato in Corea. Sapeva sempre come farmi ridere, e parlare con lui era così semplice.

"Ma un guinzaglio?! Stai scherzando?!" Gli domandai scioccato.

"E questa è solo una delle tante. Vogliamo parlare di quando mi faceva segnare con delle crocette ogni volta che andavo in bagno per controllare che non fossi stitico?"

"Non vogliamo, grazie. Questa te la potevi anche risparmiare."

Ora che eravamo soli, andava bene, ma se ci fosse stato ancora Minho qui scommettevo che non si sarebbe azzardato ad aprire bocca su un argomento del genere.

"Comunque vedrai che le passerà. Non è semplice digerire il fatto che il proprio figlio ha giocato a fare il poliziotto con un pazzo che per poco non tentava di ammazzarlo per la seconda volta."

"Non stavo giocando a fare il poliziotto." Protestati leggermente offeso.

"Anyway. Se fossi stato mio figlio ti avrei fatto mettere un microchip. Quando ho saputo quello che avevi fatto ti avrei tirato volentieri uno schiaffo, ma vedo che ci ha già pensato tua madre..." Disse puntando lo sguardo sul mio viso e trattenendo a forza un sorriso.

"Eh?"

"Sì fratello, hai una mano stampata sulla guancia da..." Si guardò il polso anche se non indossava un orologio. "Dieci minuti."

"Mhm." Non pensavo si vedesse ancora.
Altro motivo per essere offeso, pensai.

Dopo la nostra discussione, giocammo alla Nintendo finché non tramontò il sole.
Non gli parlai di quello che avevo scoperto su Changbin visto che, dal comportamento di Hyunjin, avevo capito che non era un argomento di cui discutere, quindi decisi semplicemente di lasciar stare.

//MISTAKES❤️// ChangLix🐷🐥Where stories live. Discover now