Capitolo 17

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"Avevi ragione, sono un testardo. Non odiarmi, ti amo." era ciò che aveva scritto su quel foglio che aveva lasciato sul comodino. Volse lo sguardo verso il ragazzo dormiente al suo fianco, la trapunta che lo copriva fino a poco sopra i fianchi e la schiena nuda, il viso era affondato nel cuscino e sembrava dormire profondamente. Lasciò delle dolci carezze su quella pelle perfetta, infine un piccolo bacio sulla sua spalla.

"Perdonami." sussurrò poco prima di alzarsi dal letto e tirare su il cappuccio della felpa.

Guardò l'orologio, erano le cinque e mezza del mattino e la casa era silenziosa, sarebbe stato semplice uscire.

E adesso, col cappuccio sul capo e avvolto da una grande felpa nera, Hyunjin stava camminando lungo il marciapiede da almeno due ore. Una delle spie di Minhyun sicuramente era lì, doveva trovarla e mettere fine a tutto quel macello. Se nel giro di un paio di ore non avesse trovato nessuno, sarebbe andato direttamente a Busan e lo avrebbe affrontato di persona.

Anche perché non aveva intenzione di farsi trovare da Felix e gli altri che oramai, sicuramente, avevano notato la sua assenza.

Aveva paura, doveva ammetterlo, ma la voglia di prendere quel pazzoide a manate era più grande.

Il telefono aveva cominciato a vibrare nella propria tasca. Sul display lesse "Minho", sospirò e riagganciò ma tenne acceso lo schermo e aprì la galleria. Aveva fotografato il fascicolo in modo da poter riconoscere gli uomini di Minhyun nell'eventualità di incrociarli ma uno di loro, seppur adesso adulto, aveva suscitato in lui un ricordo strano.

Junhui.

Si ricordava che quando era piccolo, Jun e Minhyun erano amici. Jun era il figlio della guardia personale del re ed era cresciuto a palazzo. Dato che avevano più o meno la stessa età, lui e Minhyun avevano legato moltissimo.

Era ovvio che, dopo molti anni, Jun fosse rimasto al suo fianco.

Entrò in un bar e, al bancone, ordinò un caffè che pagò subito, poi si sedette ad un tavolino infondo al locale in modo da non farsi notare troppo e tirando giù il cappuccio, raccolse i capelli in un codino basso così da toglierseli dal viso. Farsi trovare era il suo obiettivo ma non da Minho, Felix e tutti gli altri.

Il cellulare, adesso posato sul tavolo, aveva ripreso a vibrare e il nome di Minho era sempre lì.

"Che fai, non rispondi?"

Una voce a lui sconosciuta gli arrivò alle orecchie molto vicina, alzò lo sguardo sul ragazzo che gli si era seduto di fronte.

Ed eccolo lì, Wen Junhui, la persona che stava aspettando. Lo guardò per un lungo attimo, gi occhi taglienti e inespressivi.

"Dohyun, finalmente ti incontro." parlò.

"Hyunjin." lo corresse il giovane.

"Hyunjin." ripeté Jun, "Perdonami." aggiunse.

Hyunjin stette zitto.

Jun lo guardò. Erano passati molti anni, l'ultima volta che lo aveva visto era molto piccolo. Aveva dei lineamenti decisamente meno dolci rispetto al fratello maggiore, gli occhi in primis erano molto più sottili e il viso più spoligoloso.

"Ti sei fatto proprio un bel ragazzo." commentò.

Hyunjin non rispose ma in reazione al suo commento, alzò un sopracciglio. Il cellulare, ancora una volta, prese a vibrare.

Hyunjin riagganciò con una mossa veloce, infine sospirò e incrociò le braccia al petto.

Jun lo osservò ancora un po'. Quell'atteggiamento così spavaldo e privo di timore, si chiese se fosse una maschera o se fosse davvero così.

Prince {Hyunlix}Where stories live. Discover now