CAPITOLO 1

56 16 21
                                    

Un ragazzo entrò dalla porta della cucina della dimora degli dei.Dimostrava all'incirca venticinque anni, ma, essendo palesemente una divinità, ne doveva avere molti di più.

I capelli, in origine probabilmente neri o castani, erano tinti di biondo e spettinati ad arte; insomma, dato che indossava un grazioso pigiama a ranocchie e aveva la faccia graziosamente abbuffata di sonno, molto probabilmente erano solo spettinati.

Il dio si fermò davanti alla vetrinetta delle ceramiche e sorrise alla propria immagine riflessa nel vetro dell'antina.

-Vero che sono bellissimo?- disse alla suddetta immagine.

-Come osi?! Qui di bellissimo ci sono solo io e io soltanto! Al mio confronto, voialtri siete tutti degli sgorbi!-

Ciò sbraitando, un'altra palese divinità entrò di corsa in cucina e diede un gran spintone al poveretto che stava ancora specchiandosi nell'antina.

L'istante successivo, il naso reale incontrò il naso riflesso nel vetro.

E il dio fracassò completamente vetrinetta e porcellane pregiate mentre precipitava in avanti.

-Ma porco cavolo, Namjoon! Com'è possibile che tu riesca sempre a rompere tutto?!- imprecò l'alto scostandosi i capelli tinti di biondo dal viso di una bellezza... ehm... divina.

-Sinceramente, Seokjin, sei tu che mi hai spinto!- protestò l'altro rialzandosi dalle macerie divinamente intonso e ancora più irresistibilmente spettinato.

-È colpa tua, che hai bestemmiato!- s'impuntò Seokjin.

-Ah, sì? E vuoi saperla una cosa? Il fatto che tu sia extrasuperficamenteesbrilluccicantemente bellissimo non vuole affatto dire che io non possa essere semplicemente e umilmente bellissimo!

-E ora, siccome mi hai fatto arrabbiare, bestemmierò sul serio.

-BRUTTO JIN!- sbraitò Nam.

Seokjin assunse un'espressione sconvolta.

-Non può essere! Non è vero! Non puoi dire una cosa del genere! Io sono bellissimo!- iniziò a piagnucolare mentre cercava di specchiarsi in ogni minimo frammento di vetro abbandonato sul pavimento.

Nam incrociò le braccia sul petto, ostentando un ghignetto soddisfatto.

-Oh, sì, invece. Sei molto, molto, molto più brutto di me. Infinitamente più brutto.- cantilenò.

Jin lanciò un'occhiata al collega e assunse un'espressione così disperata da far pena.

-Allora faccio veramente schifo.-

-Esatto!-

-Allora facciamo così: mentre esci per prendere un'altra vetrinetta di cristallo e altro vasellame di lusso, prendimi anche una cinquantina di maschere di bellezza, che devo assolutamente rimediare!-

Da soddisfatta qual'era, l'espressione di Namjoon si fece ringhiante.

-Ah, no, eh! Questa volta no! È colpa tua che mi hai spinto! Io...-

-Tu andrai a prendere altro vasellame e mi prenderai anche delle maschere di bellezza, chiaro?!- ringhiò a sua volta Jin.

-Le tue maschere di bellezza te le ficco su per non dico dove! E i piatti questa volta li prendo di plastica!-

-Assolutamente no! Così poi per distruggerli dai direttamente fuoco alla cucina?! No, no! Prendili di porcellana fine, come piacciono a me!-

Sbuffando e imprecando in una qualche lingua divina, Nam uscì dalla cucina.

-Dove credi di andare, conciato così?!- abbaiò una voce.

Il dio si strofinò gli occhi.

-No Tae, ti prego, non mettertici anche tu.- mugugnò.

-Oh, sì, che mi ci metto.- non puoi uscire in pigiama! Ci vuole decoro! Siamo dei, dopotutto!- sbraitò l'altro, un tizio alto, divino e, manco a dirlo, biondo.

Da una non meglio identificata porta si affacciò un ennesimo ragazzo palesemente divino. Solo che questo aveva i capelli tinti di un meraviglioso azzurro elettrico.

-Esci, Nam?- e, senza aspettare la risposta, si voltò all'indietro.-Jungkook, guarda che Nam esce!- gridò con una voce, neanche a farlo apposta, divina.

Dopo pochi secondi, venne affiancato dall'ennesima divinità, incredibilmente, con i capelli al naturale.

-Grazie, Jimin. Taehyung, se non la pianti di sproloquiare di moda, ti strangolo seduta stante con la tua preziosissima cravatta. Nam, mentre esci, porta questo coniglio da qualche parte. Dallo a qualcuno che lo tratti bene. Che non sia io. Questo disgraziato continua a cercare di strapparmi i piercing.-

Ciò dicendo, scaricò fra le braccia di Namjoon un normalissimo coniglio bianco con gli occhi depigmentati e se ne andò.

Nam rimase fermo lì con tutta l'aria di essere interdetto.

-Ma si può sapere che cos'ho fatto di male nella vita?!- sbraitò, spaventando il coniglietto.

-Hai rotto. Troppe cose.- disse asciutto Taehyung sistemandosi i già perfetti abiti di super marca.

Senza neanche rispondere, Namjoon uscì sbattendo la porta, si fece scappare il coniglio, che rientrò prontamente in casa attraverso la gattaiola dei gatti di Yoongi.

Salì in macchina e inceppò il cambio.

Scendendo mise un piede su una pregiata ciotolina abbandonata lì di fianco e la mandò in frantumi.

Sbuffando e imprecando contro sé stesso e tutti gli altri dei, salì in bicicletta.

Tempo due pedalate e gli cadde la catena.

Ringhiando e imprecando ancora di più, abbandonò la bici (precisamente, sopra una pianta di rose di Hoseok, ma vabbè, dettagli), e si avviò a piedi, con ancora addosso il suo amato pigiama a ranocchie.

I SIGNORI DEL K-POPWhere stories live. Discover now