2. Presentazioni

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Il mattino successivo la strega si svegliò presto e con coraggio uscì fuori da sotto le calde coperte che per tutta la notte avevano completamente celato il suo corpo.
Rabbrividì, attraversata dal freddo pungente del mattino.

Raggiunse il grande camino e lo accese. Mangiò, si lavò e vestì con calma e precisione. Acconciò i capelli con delle trecce più grosse del solito, tra i ricci, per intrappolare al loro interno le lacrime e la tristezza affinché non raggiungessero gli occhi.
Non doveva più piangere.

Spense  il fuoco e riordinò le poche cose rimaste fuori posto. Si assicurò più volte di aver inserito nella saccoccia tutto il necessario; lo stesso fece con la sacca più grande, che indossò poi a tracolla. Mantello sulle spalle, cappello in testa e bastone alla mano, uscì  con un sospiro pesante.
Dopo qualche passo si voltò verso casa, a dedicarle un occhiata d’affetto.

“Spero di tornare” bisbigliò.

Per terra disegnò un cerchio perfetto con il suo bastone e al suo interno incise un simbolo, delle linee dritte, altre curve.
Puntò la base del bastone nel mezzo preciso del cerchio, sul simbolo e, all’interno dell’occhiello comparve una luce violetta, che illuminò i contorni di quel disegno. Come assorbito dalla terra, esso scomparve.

Voltò le spalle alla sua casa, ormai invisibile a qualunque occhio, tranne il suo, e partì.
Attraversò lenta tutto il bosco e non appena ne fu fuori, si fermò.
Si voltò a guardare il suo bosco, il suo luogo sicuro, dove aveva mosso i primi passi, imparato delle lezioni importanti, creduto nella sua magia e accettato il suo destino. Lo ringraziò dedicandogli una preghiera e lo stesso fece con gli animali, suoi unici amici. 
Le sarebbe mancato tutto terribilmente.
Con il cuore colmo di emozione, si allontanò.

Proseguendo lungo il solito sentiero serpeggiante, arrivò al bivio e, invece di andare a destra, come al solito, dove le sconfinate campagne nascondevano il luogo presso il quale si allenava con la magia, imboccò il sentiero a sinistra , che portava al mare.
Ma non era diretta al mare. Si sarebbe fermata molto prima, alla Fossa Rossa. Luogo surreale che sembrava non appartenere a questo mondo, offriva uno spettacolo naturale da togliere il fiato.
Era quello il luogo d'appuntamento.
Il mago del cielo glielo aveva fatto sapere, tramite il sogno.

La terra sotto i piedi della strega diventava a poco a poco sempre più rossa e in salita fino a che, arrivata un cima si trovò a guardare in giù verso l’ enorme fossa dove il laghetto color smeraldo era incastonato fra pareti di terra rosso fuoco.
Il sole del mezzo dì  illuminava la scena con i suoi raggi creando giochi di colore sulla superficie d’acqua e  facendo risaltare il rosso e il verde più che mai.

La strega si piegò sulle ginocchia a recuperare diversi sassi rossi, terrosi e compatti e li custodì nella saccoccia. Quando riacquistò la posizione eretta, qualcuno era al suo fianco.
Aveva già percepito la sua presenza e non si spaventò.

“Salve” la salutò l’uomo con un inchino.

“È un piacere conoscerla, Ambrosio” sorrise lei.

“Mi dispiace per Ava. Ho percepito”.

“Grazie” sorrise.

Un vortice di luce bianca intensa annunciò un altro arrivo, in contemporanea ad un altro contrapposto, quindi nero.
Genevieve e Kirio erano arrivati.
La nonna aveva parlato tanto di loro e così nel dettaglio che le sembrava di conoscerli bene tutti e tre.

Ambrosio, mago del cielo, consigliere del Re Amerigo e della Regina Elyanna, i regnanti del regno di Rike, era alto e magro, vestito dei colori del cielo. Aveva il naso adunco e due occhi verdi, il sorriso nascosto da una folta barba nera che cominciava ad imbiancarsi, così come i capelli.
Educato e posato, salutò con un inchino anche i nuovi arrivati.

Magia MeikaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora