5. Il principe

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Bejaz, ridente cittadina appartenente al Regno di Reki, era considerato un luogo sicuro e adatto a vivere una vita familiare tranquilla. Meta preferita di sposi novelli che desideravano metter su famiglia, offriva tutto ciò che era necessario a rendere quel sogno una realtà.

Nel centro del paese una statua era stata eretta e raffigurava una donna: Brigida c’era scritto ai piedi della scultura.
Majo non conosceva la storia di quella donna nel dettaglio ma sapeva che era grazie a lei se quel villaggio era quel che era.

I due viandanti superarono la statua di quella donna dal volto paffuto, ridente e materno e proseguirono a raggiungere la dimora della contessa Lydia.
L’unico palazzo della città, altrimenti caratterizzato da piccole e medie case, era anche l’unica abitazione ad essere circondata da un muretto non troppo altro da cui si intravedeva un giardino.
Majo sapeva che la figlia del Re, insieme a suo marito, il conte Eduardo, rappresentavano una sorta di sostegno per la gente del luogo.
Restando di qualche passo dietro a Xander, che conosceva la strada meglio di lei, restò stupita quando vide che il ragazzo ignorò l’entrata principale del palazzo per dirigersi invece verso il lato sinistro della dimora. Si fermò, scese da cavallo e ne assicurò le redini ad un occhiello che spuntava nel muro che delimitava il palazzo.
Era stato chiaramente messo lì di proposito.

“Xander cosa ci facciamo qui dietro?” chiese sospettosa.

“È da qui che entreremo. Scavalcando il muro e arrampicandoci fin su nella camera di Arthur” disse, indicando una porta finestra socchiusa.

“Perché non ci annunciamo alla porta principale?”

“Perché io e il principe abbiamo l’assoluto divieto di incontrarci. La sua punizione, oltre ad essere mandato a vivere qui dalla sorella, prevede anche questo” spiegò.

Si arrampicò sul muretto e si sedette in cima. Una gamba di qua e l’altra di là.
“Andiamo, strega!” incitò, porgendole la mano.

Atterrarono dall’altra parte e, aggrappandosi a dei picchetti piantati lungo la parete, cominciarono la salita. Non era molta la strada da fare e presto Xander atterrò agile sul balcone.
Majo non poteva credere a quello che stava facendo. Disapprovava quella situazione ma dovette ammettere che era molto divertente.
Raggiunse anche lei il balcone, aiutata da Xander, e fu percorsa da un brivido.

“È stato fantastico!” esclamò entusiasta.

“Deve essere stata noiosa la tua vita fin ora se questo ti ha eccitato così tanto” Xander scoppiò a ridere.

“È così” disse Majo, sincera.

“Scusate… non volevo…” si imbarazzò.

“Cosa? Darmi del tu o fare quella battuta?” lo stuzzicò Majo, ridendo.
“ Tranquillo! Se per te va bene, preferisco darci del tu. D’altra parte abbiamo più o meno la stessa  età; e non c’è bisogno che ti scusi per quello che hai detto. È la verità. Non ho vissuto molti divertimenti del genere fin ora” confidò.

Xander annuì con un debole sorriso.

“Viene spedito qui molto spesso il principe, vero?” chiese Majo.

Era tutto così organizzato che non poté non pensarlo. E infatti Xander ridacchiò prima di rispondere.

“ Si. Ogni volta che disobbedisce o che veniamo scoperti con le mani nel sacco. Il Re ritiene che stare separati per un po' non potrà che farci bene. Peccato sia inutile” raccontò, dandole poi le spalle.

Aprì piano la porta finestra, sbirciando dentro cauto e
Majo raggiunse il suo fianco e lo imitò.
Successe tutto in un attimo. La porta fu aperta con violenza dall’interno, Majo si sentì afferrare dalla vita e sollevare mentre due spade si scontrarono rumorosamente tra di loro.
Xander, che con un braccio stringeva Majo saldamente, con l’altra mano impugnava la spada e guardava negli occhi, divertito, un altro ragazzo.
Biondo, dagli occhi azzurri, poteva essere solo il principe Arthur. Somigliava moltissimo a sua madre.

Magia MeikaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora