22. Un arrivo dal Cielo

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Giunsero al fiume Antario il mattino successivo che, si presentò afoso, secco, senza un alito di vento.
La temperatura era salita durante la marcia fino a raggiungere quella tipica del pieno dell'estate.
Assetati e sudati, si fermarono agli argini del fiume gorgogliante e si disfecero dei pesanti mantelli.

Arthur e Gwen si spogliarono. Lui  rimase a petto nudo e arrotolò i pantaloni su fino al ginocchio; lei in vestaglia e, giocarono nell'acqua.
Majo e Xander li imitarono ma, presto si trovarono soli e imbarazzati poiché i due innamorati si allontanarono a dedicarsi dolci effusioni intime.

Amarok saltava e giocava come un cucciolo e Majo ebbe il sospetto che lo facesse di proposito, per alleggerire la situazione.
Ma poi si fermò e drizzò le orecchie, attento.
Ringhiò.
Anche Majo lo avvertì.
La superficie del fiume vibrò e anche Xander a quel punto, si allarmò:

“Arthur! Gwen!” urlò.

E in quel momento,  dal fondo, emerse  un grosso e spaventoso serpentone. Il muso puntato verso l'alto, con le fauci spalancate, ruggì e parve come se avesse puntato al sole, con l’intento di afferrarlo tra le fauci.
Poi, pesantemente, si lasciò cadere nell’acqua, agitandola.
Arthur fece in tempo ad afferrare Gwen per la vita, prima di essere trascinati via da una gigantesca onda.

Il mostro cacciò di nuovo il testone fuori dall’acqua, sprigionando un potente barrito.
I suoi occhi erano neri come la notte più scura e la sua pelle era corazzata da scaglie brune.
Era un mostro del mare, completamente ripieno di Male. Come era arrivato fin lì?

Usciti dall’acqua, i ragazzi erano pronti con le Spade, Majo attivò la pietra nel bastone e Gwen incoccò una freccia al suo rudimentale arco, costruito da lei stessa il giorno prima.
Nessuno però ebbe tempo di fare la sua mossa.

Un vortice, un passaggio, di quelli che solo un Mago del Cielo poteva evocare, apparve nel cielo azzurro.
Un giovane ragazzo, e un uomo aggrappato al suo braccio, ne uscirono.
Unirono i loro poteri e colpirono il mostro marino con sicurezza. Quello, attraversato da una scossa, tremò in tutto il suo lungo corpo per poi affondate giù, senza vita.

I due nuovi arrivati, atterrarono magicamente nel prato, più lontano da loro ma, Majo sentì e riuscì a distinguere le loro energie:  l’uomo era un Mago del Mare, mentre il ragazzo era un Mago del Cielo. E quando sentì la magia di quel Mago del Cielo, il suo cuore mancò un battito.

Perché anche questo?

Si avvicinò di qualche passo per poi paralizzarsi sul posto. Tremò nel corpo, portandosi le mani alla bocca.
Non comprendeva cosa i suoi compagni di viaggio stessero dicendo, riuniti al suo fianco. Amarok ululò.

Il ragazzo alzò la testa nella loro direzione.
La sentì.
Lasciò andare l’uomo e corse verso di lei.
Più si avvicinava, più si rendeva chiara e inequivocabile la sua identità.
Majo sentì le esclamazioni meravigliate di Arthur, Xander e Gwen.

Il ragazzo si fiondò su Majo, che gli andò incontro tremando di emozione, e la afferrò al volo, abbracciandola stretta.
Lei, ricambiò, incredula.

“Majo, sorella mia!” esclamò lui, emozionato.

“Celyo! Sei sopravvissuto anche tu” sorrise Majo, tra le lacrime.

Ecco cosa aveva voluto dirle Ava.
Le era venuto il sospetto che quel sussurro, quel 'lyo' che aveva sentito, potesse riguardare suo fratello ma, aveva sperato davvero di non incontrarlo. Era felice che fosse vivo, è ovvio, ma non era affatto positivo per il suo cuore quell’incontro, proprio a due passi dalla meta.

L’uomo che era con Celyo, si avvicinò. Era un Mago del Mare che aveva inseguito il mostro, sfuggito al controllo del suo Clan.

“È stata una fortuna incontrare il giovane Celyo. Grazie per il tuo aiuto” disse, riconoscente.

Magia MeikaWhere stories live. Discover now