3. Il mio lupo

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Una certa agitazione attraversò i presenti a quelle sue parole.                  
La regina spalancò gli occhi azzurri  e si coprì la bocca , anch’essa spalancata dallo stupore, con una mano.
Si appoggiò allo schienale della sua regale sedia e un ciuffo di capelli biondi, lasciato libero dal basso chignon, le rimbalzò al lato del viso.
Il Re, al suo apposto, si protese in avanti, stringendo con una mano un bracciolo della sedia con forza.
I Cavalieri restarono composti, fermi nelle loro postazioni ma le loro espressioni meravigliate non poterono essere controllate come il portamento.

“Una strega del Clan del Caos? Credevo che non ce ne fosse rimasta nessuna, dopo l’ultima guerra” disse sbalordito il Re, guardando Ambrosio, in cerca di chiarimenti.

“È quello che la strega Ava ha voluto lasciar intendere, mio Signore. Lei e la qui presente Majo, sono sopravvissute e sono rimaste nascoste ” spiegò il mago.

“E dov’è questa Ava?” chiese il Re, sempre più accigliato, carezzandosi la barba che,  come  i capelli era ormai più bianca che nera.

“È morta un anno fa mio Signore” rispose Majo.

“Siete l’ultima del Clan?” chiese con dolcezza la Regina, gli occhi inteneriti.

“Non ne sono certa mia Signora, ma sembrerebbe di si” rispose.

Nel corso di quei diciassette anni, Ava aveva cercato di mettersi in contatto con le consorelle del Clan, provando a percepire la loro energia magica e fallendo ogni volta.

Potrebbero essersi nascoste e annullato la loro energia come noi. Se così non fosse, dovremmo farcene una ragione e solo tu, se il Dio e la Dea vorranno, potrai portare di nuovo vita al Clan” disse una volta Ava a Majo.

La ragazza aveva sentito tutto il peso di quella responsabilità senza sapere che il destino aveva altro in serbo per lei: una responsabilità molto più grande gravava ora sulle sue spalle.
Sarebbe riuscita a ristabilire l’equilibrio? Sarebbe riuscita a sopravvivere e dare nuova vita al Clan?

Re Amerigo interruppe quel pensiero.
“La situazione è così grave da dover richiedere il suo intervento dunque?” chiese, guardandolo il mago.

Le streghe del Clan del Caos erano sempre intervenute solo quando la situazione era disperata. Come nel caso dell'ultima  Grande Guerra che, ormai diciassette anni fa, ne aveva decretato anche la fine. O quasi.

“Si, è così. Veniamo da un incontro in cui ne abbiamo avuto la conferma. Lei sa, mio Signore, che vi sono questioni su cui non posso rivelare la natura ma, quello che posso dirle è che il recente rifiuto del principe Arthur ha causato una certa rottura di un importante equilibrio. Ben poco può fare l’uomo con le sue armi in questo caso. Delle forze superiori si stanno già muovendo per cercare di contenere la situazione e io stesso mi occuperò di proteggere la famiglia reale, il corpo dei cavalieri e tutto il Regno di Reki. Ma soltanto una strega del Clan del Caos può risolvere definitivamente la situazione” spiegò Ambrosio con la sua voce calma e fonda.

“È tutta colpa di Arthur dunque? Accidenti, quel ragazzo mi crea solo problemi!” battè un pugno sul bracciolo dello scranno, il Re.

“È al sicuro? È il caso che torni? Forse, Majo, potete proteggere anche lui?” si agitò la Regina.

“No mia Regina. Il mio compito non lo prevede” rispose decisa Majo.

“Penserò personalmente al Principe” si intromise Ambrosio.

“E in cosa consiste il vostro compito? Questo si può sapere?” chiese il Re a Majo, scorbutico, guardandola attentamente. Gli occhi nocciola, attraversati dall'irritazione.

Magia MeikaWhere stories live. Discover now