13. Richiamo

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Cavalcando di buon passo, persi in un silenzio riflessivo, Majo, Xander e Arthur si dirigevano verso le montagne così come Genevieve aveva loro suggerito.

Appena erano ripartiti, senza troppi giri di parole e cercando di superare l’imbarazzo, Majo li aveva avvertiti sulle possibili influenze che potevano subire dal cristallo.
Non entrò comunque troppo nel dettaglio perché lei stessa non aveva precisa idea di ciò che poteva succedere. Insomma, conosceva solo la teoria.

Li mise in guardia da impulsi improvvisi e inspiegabili, forte eccitazione, consapevolezze sentimentali, lussuria, emozioni eccessive… ogni cosa che all'improvviso sentivano scaturire dentro di loro e riguardava la sfera amorosa e lussuriosa, era solo frutto della vicinanza del cristallo e dovevano tenerlo a mente.

Possibile soluzione: ricordarsi che era colpa del cristallo e cercare di rimediare distraendosi con altro. Controllarsi non sarebbe stato facile, ma non era impossibile.

Continui sbuffi e sospiri da parte dei ragazzi furono il campanello di allarme per Majo.
Era iniziato.
Non poté evitare di sorridere, maliziosa.
Con un sobbalzo, guadagnandosi sguardi stupiti dai suoi compagni, tornò in sé.
Si concentrò sulla missione e quel fremito malandrino che l’aveva colta, si dileguò.

Nel pomeriggio, un fortissimo vento gelido iniziò a soffiare e Arthur più degli altri, ne risentì. Accusando dolore alle orecchie e alla testa, comunque insisté per continuare il viaggio.

Avevano lasciato il centro abitato e intorno a loro c’era solo terra, erba secca e nessun riparo.  Decisero di fermarsi quando il Principe, tremando per il freddo, mancò poco che cadesse da cavallo.
Majo, con uno dei suoi incantesimi, creò una barriera che li nascose dal vento e preparò per Arthur, ormai febbricitante, una calda bevanda.
Xander gliela portò e, notando quanto tremasse nonostante avesse la coperta addosso, gli poggiò sulle spalle, a mo’ di mantello, la propria  coperta.

“Meglio?” sorrise, accovacciandosi davanti a lui, che era seduto su un masso.

Arthur annuì : “Si, grazie” sorrise, stringendogli un braccio, grato.

Si guardarono intensamente e Majo, che si godeva la scena, ridacchiò.
E bastò a rompere l’incanto.

“Allontanati da me!” spalancò gli occhi Arthur.

“Levami le mani di dosso!” disse quasi nello stesso momento Xander, scostando la mano del Principe dal suo braccio.
“È solo il cristallo. È solo il cristallo” ripeté a ruota alzandosi e allontanandosi.

“Che schifo! Non ti avvicinare o ti ammazzo, è chiaro?” urlò Arthur, rosso di rabbia e imbarazzo.

Majo scoppiò a ridere.

“Ti stai divertendo?” si avvicinò a lei Xander, senza riuscire a nascondere un sorriso.

“Scusa, scusa” alzò le braccia Majo.

Xander sospirò e la fissò, sempre con quel mezzo sorriso e si sentì arrossire.
Questa volta fu Arthur, con un colpo di tosse, a rompere quel momento.

Xander le pizzicò una guancia. “Almeno qualcosa di buono è venuto : ti abbiamo fatto ridere” disse, facendole l’occhiolino.

“Vero. Sei davvero troppo seria Majo” si disse d’accordo Arthur.

Appena il Principe si sentì meglio, ripresero il viaggio e Majo annunciò che riteneva migliore passare per la foresta, anziché per la lunga strada sterrata.
“Faremo più in fretta” disse.

"Ma la foresta è più pericolosa. È terra di nessuno, è infestata e pullula di magia e altre … cose” disse Arthur, massaggiandosi la fronte.

“Non ci capiterà nulla di male e non è vero che è terra di nessuno: è la foresta del Clan Erbana” rivelò.

Magia MeikaWhere stories live. Discover now