18. Al Tempio

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Il minuscolo Tempio dedicato al Dio, non era davvero degno di nota. Era semplice pietra organizzata a formare una costruzione rettangolare e entrando, scoprirono che non era diverso dall'esterno.
Un  buco scuro e umido li accolse.
Alle pareti, delle pietre sporgenti  fungevano da appoggio per le candele.
Majo le accese con la Magia : nove in tutto, illuminarono meglio  l'ambiente.

Due di esse, grosse e lunghe, si trovavano ai margini dell’altare che, scheggiato e graffiato in più punti, era costituito semplicemente da un lunga e larga pietra, che si reggeva su due alti piedi anch’essi di pietra, su cui si poteva poggiare l'offerta.

Majo, affascinata, si voltò verso Arthur e Xander rimasti dietro di lei e che si guardavano intorno indifferenti.
“Non pensavo di farlo in modo così significativo” disse, emozionata.
“Coraggio, poggiate le vostre spade sull’altare” invitò.

Xander sorrise davanti al suo entusiasmo e senza fare storie, fece come aveva detto.
“Passami la spada” disse poi ad Arthur, allungando il braccio verso di lui.

“No!” lo fermò Majo, allarmata. “Deve farlo Arthur. Non puoi più toccare la sua spada e lo stesso lui con la tua” rivelò.

“Perché?” chiese Arthur, poggiando la spada dall’elsa nera sull’altare, nel verso opposto di quella bianca di Xander.

“Queste spade non sono più quelle che erano prima. Sono il simbolo della dualità del Dio: l’Oscurità e la Luce. Il Dio vi ha designati come portatori delle sue Spade. Con le vostre azioni e le vostre verità, avete scelto con quale delle due essenze caricare le vostre spade e voi e soltanto voi, potete toccare e usare l’arma donata” annunciò ai due ragazzi che la ascoltavano attenti e attoniti.

Le fiamme delle nove candele, si allungarono, ardendo con prepotenza. Arthur e Xander sobbalzarono sul posto, guardandosi intorno, allarmati. Majo invece, sorrise.
“Va tutto bene” disse.

“Cosa dobbiamo fare?” chiese Arthur, in tono sommesso.

Majo, di fronte a loro, dando le spalle all’altare, si rivolse a lui per primo.
“Con la Spada dell’Oscurità, Arthur, affronterai il Bene” disse.

Spostò lo sguardo su Xander.  “Con la Spada della Luce, Xander, affronterai il Male”.

Il rombo forte di un tuono echeggiò tra le mura del Tempio subito dopo le sue parole.
Di nuovo, le fiamme delle candele si animarono verso l’alto, sfrigolando.

“Cosa?” spalancò gli occhi Xander.

“Devo uccidere la principessa Danya?” chiese Arthur, atterrito.

“La principessa non c’è più ormai. E nemmeno il Re, suo padre. La loro anima è già morta, bruciata, e i loro corpi sono utilizzati dalle due essenze opposte come contenitori, per poter restare meglio separati e operare con la loro influenza” spiegò Majo, spostando lo sguardo dall’uno all’altro.

Fece un passo avanti, verso sinistra e si rivolse ad Arthur.
“La promessa che hai fatto di salvare il tuo popolo abbattendo con la spada chiunque si intrometta, è stata già mantenuta. Hai parlato come un vero Re che sa che per regnare bene deve battersi in prima linea e sacrificare alcuni per il bene di molti. Tu lo sai, lo hai sentito durante il tuo viaggio mistico e lo hai affrontato nei giorni passati. Hai compreso davvero, al di là della sola parola, le difficoltà che l’essere Re comporterà: le decisioni difficili che dovrai prendere, le cose a cui dovrai rinunciare, ciò che dovrai sacrificare in nome del benessere del tuo popolo. Sai che, a volte, è necessario uccidere per salvare” disse, guardandolo negli occhi.

Arthur annuì e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Aprì la bocca per dire qualcosa ma solo uno sbuffo ne uscì. Majo gli carezzò una guancia e gli sorrise.

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