4- Mamihlapinatapai.

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Mamihlapinatapai: (n.) a look shared by two people, each wishing that the other would initiate something they both desire but which neither wants to begin.

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Julian.

La serata si era scaldata, era circa la mezza e il locale si era decisamente riempito seppur più vuoto del sabato e della domenica. Tutto procedeva bene, avevo bevuto un bicchiere di birra e avevo passato un'ora a parlare con Kristen e Julian dei loro piani per Natale e Capodanno.
Volevano passare il Natale insieme alle loro famiglie e mi avevano gentilmente invitato e avevo accettato perché Andrew mi aveva praticamente pregato, e perché non sarei mai riuscito a dire di no alla cucina di sua madre.
Per Capodanno invece, avevano intenzione di passare qualche giorno fuori Londra, ma non sapevano dove prenotare senza spendere un rene; proposi qualche meta e mi offrii di cercare loro qualche posto tramite le mie conoscenze, dovetti insistere per far sì che accettassero.

«Dio, ho bisogno di un altro drink e di andare in bagno» si lamentò Andrew cercando di sovrastare la musica alzando la voce.

«Sì, dovrei andare in bagno anch'io e ho voglia di un drink» disse Kristen.

Alla fine ci alzammo tutti e tre lasciando i nostri cappotti sulle sedie e camminammo verso il bancone. Aspettammo il nostro turno e nel mentre Andrew mi chiese cosa volessi bere e risposi con il solito Bloody Mary, qualcosa di leggero e non troppo forte, visto che avrei dovuto guidare io per riportare a casa i due innamorati, sperando che nessuno dei due vomitasse sui sedili.
Il bancone era pieno, c'erano gruppetti ovunque e la ragazza bionda aveva la fronte sudata mentre cercava di servire tutti da sola, visto che il ragazzo di prima era sparito da un po'.

«Cosa vi porto?»

«Un Bloody Mary, un Martini Dry e una Vodka Sour» rispose Kristen.

«Cavolo...» mugugnò.

Era visibilmente in difficoltà, gli si leggeva sul viso che non sapeva dove dividersi e chi servire prima. Oggettivamente non sarebbe mai riuscita a soddisfare le richieste di tutte quelle persone al bancone. Riuscì a prendere tre bicchieri, ma con un sorriso si scusò e si voltò verso una porta dietro al bancone.

«Lilith, ti prego vieni a darmi una mano!»

Pregai di aver sentito male, una parte di me invocò qualsiasi entità superiore: avevo capito male, dovevo aver capito male, probabilmente il lavoro e le ricerche mi avevano frullato così tanto il cervello ed ero annegato così tanto nella nostalgia e nell'odio da essere arrivato ad avere allucinazioni uditive. Sì, era sicuramente lo stress. Così mi dissi.
Ma poi Andrew e Kristen si guardarono quasi impauriti, ansiosi, si voltarono simultaneamente verso di me che me ne stavo con le braccia posate sul bancone di marmo nero, proprio in mezzo a loro. I due conoscevano il suo nome, gliene avevo parlato, era ovvio che mi guardassero con quegli occhi scioccati.
Non avevo sentito male, la loro reazione ne era la dimostrazione. Quella ragazza dai capelli biondi aveva pronunciato sul serio quel nome. Lilith.
Ma Londra era grande, il borgo di Lambeth era grande, poteva essere qualsiasi persona; però, diavolo, quante possibilità c'erano?

La porta si aprì, gli sguardi curiosi dei due accanto a me scattarono su quella figura e non ebbero nessuna particolare risposta fisica alla nuova presenza. Era normale: avevo mostrato loro delle foto che avevo con lei, ma eravamo bambini, non avrebbero mai potuto riconoscerla con quelle uniche caratteristiche fisiche, le quali erano sicuramente mutate con gli anni.
Eppure, quando trovai finalmente il coraggio di alzare i miei occhi dal marmo nero per posarli su di lei non ebbi dubbi: io l'avrei riconosciuta sempre, il mio corpo e la mia anima l'avrebbero riconosciuta dal dettaglio più insignificante, come l'orecchino a forma di fiocco sul lobo sinistro. I capelli non erano più castano chiaro e corti sulle spalle, non portava più gli occhiali, notai dal sorriso enorme che rivolse alla bionda che aveva gli incisivi dritti rispetto a quando era bambina.
Con un tonfo netto percepii il mio cuore precipitare in profondità, nelle fiamme del mio essere, nell'avversione e nel risentimento nei suoi confronti.

MIZPAHWhere stories live. Discover now