12- Zugzwang.

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Zugzwang: (n.) a situation where every possible move or decision is a bad one, or one that will result in damage or loss.

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Lilith.

«Hai indossato quel vestito nero?» domandò Rose dall'altro capo del telefono, mentre mi sistemavo il trucco e avevo il cellulare posato sul mobiletto del lavandino.

«Sì, quello che comprammo insieme» il mio outfit per la serata era composto da un semplice vestitino nero aderente in maglia, che arrivava a metà coscia.

Gli stivali alti con qualche centimetro di tacco completavano l'ensemble, conferendogli un tocco elegante. In mano stringevo una borsetta rossa, nella quale avevo infilato solo il caricabatterie e le chiavi della stanza dell'hotel dove io e Gerard alloggiavamo.

Avevamo preso un volo separato per raggiungere Stoccarda e avevamo prenotato persino in un albergo diverso rispetto a quello di Max Foster. Non volevo sentirne neppure l'ombra a venti camere di distanza e, con grande sforzo, ero riuscita a convincere Gerard a informarlo che sarei stata altrove, presentandomi solo alla cena della Vigilia e al pranzo di Natale, prima di partire la sera stessa.

Ci ero riuscita, avevo sopportato quell'odiosa cena e quei discorsi basati su soldi e mercato di cui non volevo saperne niente. Me l'ero filata insieme a Nick e Lauren dopo l'ennesimo brindisi, e con una scusa squallida, tornai in hotel venti minuti prima di tutti.

Ero sopravvissuta anche a quel pranzo patetico, terminato almeno due ore fa, ed ero filata in bagno per chiamare Rose e sistemare il rossetto nude sbavato.

«Come stanno i tuoi genitori?» chiesi, sedendomi sulla tavoletta chiusa del WC. Riposi il rossetto nella borsetta e la posai sulle mie cosce.

«Molto bene, ti salutano!»

«Salutali da parte mia, prima o poi verrò a trovarli con te» sorrisi.

«Ti conviene; mio padre non vede l'ora di mostrarti quanto sono cresciute le sue piantine e mia madre vuole troppo darti la sciarpa in lana che ha creato appositamente per te» affermò. «Comunque sia, stavo pensando ancora a quella sera».

«Quale sera?»

«Quella in cui la mia collega mi ha trascinata al Guys' Night e c'era anche quel Julian con i suoi amici... avresti dovuto presentarmelo».

Alzai gli occhi al cielo e fui tentata dal pulsante rosso sullo schermo; avrei voluto chiudere immediatamente la chiamata. Proprio così, Rose era stata invitata da una sua collega a bere qualcosa al Guys' Night due sere prima della mia partenza per la Germania. Detestava quel luogo, come tutti quelli affollati da uomini troppo ubriachi, incapaci di rispettare lo spazio delle persone e di mantenere la decenza, ma non avrebbe mai avuto il cuore di dire di no a una collega che stava attraversando una difficile rottura con la sua ex storica.
Così, in modo inaspettato, la vidi al bancone e mi chiese di prepararle il drink più leggero disponibile, poiché non avrebbe sopportato qualcosa di troppo intenso.

A pochi metri da noi si erano seduti Andrew, Kristen, una ragazza dai capelli tinti che non avevo mai visto prima e Julian Madd, di nuovo. Non venne mai a ordinare personalmente, furono sempre i suoi amici a prendere le ordinazioni per lui. Ogni volta che chiedevano un Bloody Mary, rivolgevo uno sguardo al ragazzo rimasto al tavolo, il quale mi osservava puntualmente in modo insistente.

MIZPAHWhere stories live. Discover now