22- Apodyopsis.

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Adopyopsis: (n.) the act of mentally undressing someone.

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Julian.

Febbraio si avvicinava rapidamente, portando con sé il peso dei giorni che sembravano scorrere con una velocità sorprendente. Il primo mese dell'anno, solitamente caratterizzato da un ritmo più lento, trascorse in fretta, quasi senza che me ne accorgessi. Erano ormai trascorsi quasi due mesi dal caso di Rachel Kelly e io e il mio collega sembravamo essere giunti a un punto morto nelle nostre indagini.

Avevamo concluso gli interrogatori, avevo consolidato e confrontato le informazioni ottenute, dedicando pazientemente ore a ricomporre quel puzzle intricato e complesso. Conteneva almeno duemila pezzi, ognuno così piccolo da confondersi e nascondersi ovunque. Forse, anche i demoni che avevano segnato la vita di Lilith possedevano quelle stesse caratteristiche: minuscoli, sottili come granelli di polvere e difficili da individuare a occhio nudo. Tuttavia, il loro peso era incredibilmente oppressivo.

«Sei proprio un novellino in amore».

«Questo me l'ha già detto la tua ragazza e, a essere onesto, non capisco cosa c'entri con quello che ti ho appena spiegato».

Andrew camminava al mio fianco, facendosi spazio sul marciapiede bagnato e cercando di evitare di scivolare sull'asfalto umido. Mi aveva chiamato e mi aveva costretto a rimandare un impegno lavorativo, fortunatamente non urgente e non correlato al caso Kelly, solo per accompagnarlo in centro e portarlo nella sua pasticceria di fiducia, dove aveva ordinato la torta per la festa di Kristen.

Kristen non compiva gli anni, essendo nata nel pieno della stagione estiva. La mia amica aveva ricevuto una proposta interessante da parte di una piccola impresa nel settore della moda e, come ci si aspettava da un ragazzo brillante come Andrew, le aveva organizzato una festa a sorpresa. Non era certo un grande traguardo secondo i parametri dei benestanti che non avevano bisogno di sudare per emergere in quel campo, ma per Kristen si trattava di un'opportunità enorme, più unica che rara.

«Dovevi fermarla. Insomma, mi hai detto che sembrava sull'orlo di una crisi di pianto» mi canzonò.

«Ormai è tardi per pensarci».

«E non l'hai neanche chiamata in questa settimana, il che ti rende doppiamente coglione» non mi stava prendendo in giro, era totalmente serio. «Senti un po', Julian, per quanto tempo ancora hai intenzione di tirare avanti in questo modo? D'accordo, abbiamo capito che Lilith non è la persona che puoi leggere come un libro aperto e ha scheletri nell'armadio, ma tu devi decidere tra le uniche tre opzioni che hai: comportarti come un estraneo, trattarla unicamente come una sospettata o avvicinarti a lei come un semplice ragazzo che nutre interesse nei suoi confronti».

«La terza è fuori questione, non c'è nessun interesse».

«Stavi per scopartela a Capodanno e poi contro gli armadietti di un camerino!» esclamò sconcertato. «Sul serio vuoi dirmi che ti è indifferente?»

«Cristo, non parlarne in quel modo» lo rimproverai, rivolgendogli un'occhiata fulminea.

«Preferisci che lo dica in modo più poetico?» trattenne una risata. «E va bene, stavi per fare l'amore con Lilith e vuoi negare come un ragazzino che ti interessa, e anche tanto».

Roteai gli occhi al cielo, resistendo alla tentazione di spingerlo contro il palo della luce e rovinargli il  bel visino di cui si prendeva cura con prodotti skin care di Kristen. Pronunciare la parola "amore" in riferimento a Lilith in una frase in cui ero io il soggetto era decisamente troppo per me.

MIZPAHWhere stories live. Discover now