21- Toska.

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Toska: (n.) an immense ache for nothing and everything all at once; an anguish from the bottom of the heart.

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Lilith.

L'atmosfera serena e rilassata di quella domenica pomeriggio si riassumeva nel dolce contatto delle dita di Rose tra i miei capelli. Mentre lei si prendeva cura delle mie ciocche, ogni movimento era un gesto di amicizia e complicità. Il suono familiare del ferro bollente, mentre avvolgeva i miei capelli, evocava una sensazione di tranquillità e benessere, un rituale che si ripeteva con la stessa dolcezza ogni volta.
Il richiamo della serie televisiva che avevamo visto insieme molte volte era la colonna sonora della nostra serata. Potevo dire di conoscere le puntate di Gossip Girl dal primo all'ultimo minuto, ma lei riusciva a superarmi.

Il nostro piano originale prevedeva una giornata in centro o magari un pranzo fuori, ma alla fine decidemmo di trascorrere una giornata tranquilla tra le nostre mura, immersi nei drammi dei newyorkesi della serie televisiva, tra sessioni di skin care e biscotti preparati con amore dalla mia amica dai capelli rossi. Lei si sentiva troppo stanca per affrontare la guida o una passeggiata tra la folla di turisti, mentre io, come al solito, non avevo alcuna voglia di mostrare il mio volto stanco e le occhiaie spaventose che si erano formate sotto gli occhi.

«Senti un po', Luna» parlò Rose. «Io penso che dovremmo fare due chiacchiere, non credi?»

Diede un'ultima pettinata ai miei boccoli, cercando di renderli più naturali, anche se sapeva bene che il giorno seguente sarebbero ritornati lisci come degli spaghetti. Poi si lasciò cadere sul mio letto e io la imitai, affondando la schiena tra quei numerosi cuscini che, in qualche modo, riuscivano a farmi dormire almeno tre ore ogni notte.

«Di cosa dobbiamo parlare?»

«Vuoi che te le elenchi?» prima che potessi rifiutare, essendo già conscia di quali sarebbero state le sue domande, iniziò a elencarle una dopo l'altra, tenendo il conto con le dita. «Che diavolo ci faceva Julian nella tua stanza a Capodanno? Perché ultimamente sei così nervosa? Come mai Julian ha voluto interrogarti? Che cosa sta succedendo davvero? Perché Lauren ti ha cercato...»

«D'accordo, una cosa alla volta» la fermai, sventolando una mano davanti al suo viso. Soddisfatta, adagiò un cuscino sulle mie gambe e ci si posò sopra, tenendo gli occhi sul soffitto.

«Tu e Julian avete dormito insieme quella notte, non è vero?» il sorriso sul suo volto mi fece quasi arrossire.

«Sì, ma non è successo niente».

«Mi prendi per stupida?» trattenne una risata. «Durante la colazione non sapevate se guardarvi o ignorarvi a vicenda, emanavate vibrazioni molto curiose e potenti».

«Abbiamo solo dormito».

«Da quando dormi in intimo?» continuò con tono beffardo. «E Julian, dorme sempre senza maglia accanto alla sua amica d'infanzia con la quale non va assolutamente d'accordo?» non riuscì a trattenersi e una risata echeggiò nella stanza, mentre le mie guance si tinsero di rosso.

«Come diavolo fai a sapere che ero mezza nuda? Non sono mica scesa in cucina in mutande e reggiseno!»

«Sono entrata in stanza per svegliarti e vi ho trovati a letto, potevate almeno chiuderla a chiave» finse un tono di rimprovero. «Dubito sempre delle capacità degli uomini a letto; quindi, è stato bravo?»

MIZPAHDove le storie prendono vita. Scoprilo ora