XVII

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Rimase in quella valle per alcune ore, il tempo di dare a Chloe una netta distanza di sicurezza. Le forti emozioni erano ancora un problema e lei era brava a farle scaturire in lui, era un miscuglio di insicurezza, rabbia e desiderio. Il pensiero di restare senza di lei lo indebolì e gli vennero le lacrime, ripensando ai momenti che avevano condiviso, come la fiera estiva o le serate romantiche a casa. Avrebbe voluto dirle che aveva paura che finissero come i suoi genitori, i quali si vedevano una volta al mese per passarsi i soldi e senza fare a meno di litigare. Anche loro si erano amati, avevano avuto Joseph e la favola era finita.

Lui la amava tantissimo, molto più della sua vita umana, del calcio e della famiglia di Vampiri. Voleva scegliere lei e avere il coraggio di dirglielo. Si sentì uno stupido per averla trattata come le altre, pur sapendo cosa aveva passato con Ru.

Ru...

Le aveva detto cose orribili, l'aveva fatta sentire inadeguata, non voluta ed era per questo che necessitava d'affetto. Lance, ne era certo, aveva rincarato la dose pur di allontanarli. Non la odiava, non era necessario, ma voleva tenerli alla larga l'uno dall'altro. L'idea di essere stato davvero controllato da lui lo mandò fuori di testa.

Partecipò alla caccia, sebbene in ritardo, e si assicurò di trovare una preda all'altezza delle grasse aspettative del suo creatore. I Vampiri avevano campeggiato sulle pianure tra est e nord, dalle quali si poteva guardare il fianco della montagna e scorgere le rovine di D'va Grammell. Lance avrebbe voluto creare un nuovo castello su di essa, ma il re Gael e la regina Alanna erano stati categorici su quel punto della trattativa; era un luogo troppo sacro persino per i Licantropi e Lance lo rispettò.

L'accampamento sorgeva su una valle deserta, a qualche miglio da Pyòttyr, la quale cittadina era stata abbandonata dall'avvento dello scontro. Il villaggio era caduto, alcune casette erano rimaste integre e i contadini erano scappati verso la capitale a cercare rifugio, sebbene i Vampiri avessero promesso la fine dei spargimenti di sangue, le voci che giravano su quella zona erano terrificanti.

C'erano numerose tende nel campo, la gran parte erano state montate con l'intento di proteggersi dalle incombenze naturali, vista la vicinanza al confine del nord o per accatastare i tesori raccolti dalle precedenti razzie. Altre erano solo pergole con botti di vino ed idromele. A quanto pare ai Vampiri piacevano le delizie della vita, malgrado la loro dieta singolare. La tenda di Lance era la più grande e sfarzosa, poteva ospitare metà dei suoi ranghi senza sforzo, con fiaccole accese, tappeti, vasi di fiori e tavolini, compreso un angolo ricolmo di comodi cuscini.

La nebbia si era impadronita di quel territorio e lo aveva modificato, al posto dei fiori di primavera erano nati dei funghi viola e verdi, l'aria si era appesantita e i boschi fatti più fitti, senza luce. Un grande falò sorgeva al centro e un pennacchio grigio si levava verso l'alto, qualcuno a volte ci gettava dei ceppi o arrostiva della carne per poi mangiarla.

I segugi avevano invaso i territori vicini per molti giorni, sperando di trovare la pista di una preda allettante. Avevano cercato cinghiali selvatici, orsi, puma o qualche lupo solitario e alcuni avevano ottenuto la ricompensa. I gemelli studiavano in disparte la competizione giunta al termine e le urla di favore a Gabriel e Leandro, coloro che avevano le prede più grosse.

Leandro spezzò a metà le corna di un grosso cervo bianco, lo schiacciò con un piede e l'animale bramì forte. Il Vampiro gli premette la gola fino a farlo soffocare sotto lo stivale, il sangue bagnò la terra e dipinsero sul volto del ragazzo delle strane rune. Gabriel si trascinava dietro un orso grosso il triplo di lui senza alcuno sforzo, gli aveva mozzato un arto e dovevano aver lottato con furore a giudicare dai riccioli biondi scombinati e il pelo dell'orso bruno ricolmo di chiazze.

Lance era sotto un drappo rosso sangue, la luce pallida della luna gli gettava ombre minacciose sul volto scavato, rendendolo simile ad un Demone in carne ed ossa. Faceva finta di studiare le prede catturate, esaminandole una ad una, la mente occupata altrove, tra i tranelli della famiglia reale e i pettegolezzi che gli erano giunti. Si vociferava che il nord avesse un'armata pronta a marciare contro i Vampiri al confine e, vero o meno, anche le altre regioni avevano paura di scoprire se quegli sbandati avessero osato sopperire gli ordini del re.

Imperial Wolver IIWhere stories live. Discover now