II

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(Chloe Blake)

«Te lo prometto» sospirò piano. «Ma tu devi promettermi che non ruberai più la moto a tuo zio.»

Chloe aprì la bocca stupefatta e strinse le dita sulle lenzuola. Era già abbastanza imbarazzante che suo zio fosse l'allenatore del suo ragazzo e che, essendo a casa dei genitori quasi ogni giorno, sapesse benissimo delle loro attività extra scolastiche. In un puro gesto di carità le aveva permesso di usare la moto durante l'anno scolastico e, dopo il casino derivato dalla loro finta fuga d'amore ad Arcadia, le aveva revocato ogni permesso.

«Non ho intenzione di dirti che è stata una cattiva idea» negò lei corrucciata.

«Già, perché sarebbe una bugia... Mi ha detto di dirtelo.»

«O?»

«O credo ne parlerà direttamente con quei soldati. L'OverTwo ti tiene comunque d'occhio. È l'unica minaccia che può usare. Per favore, se la polizia dovesse fermarti saresti nei guai fino al collo. Guidi senza una patente, protezione e a volte vai pure contromano.»

«Siete voi che guidate al contrario ed è una stupidata quel tesserino. Tu non sai parcheggiare.»

Joe si mise le mani in faccia. Aveva faticato molto a superare la prima parte del test di guida teorico e a breve avrebbe terminato con la prova pratica. Chloe era testarda.

Lo punzecchiò. «Mi piace litigare con te. Se sei arrabbiato diventi più audace. Sei già sfinito dalla nostra piccola maratona?»

«Stai limitando la cosa. Non era così piccola.»

«Sembri comunque stanco» constatò.

Avrebbe voluto ammettere che fosse stanco per la partita, che avesse dormito malissimo negli ultimi tempi a causa di quella storia e che il problema fosse anche lei, la quale si comportava come se fosse tutto in ordine. Niente lo era.

«E tu frustrata.» Guardò il calendario appeso al muro e vide il disegno della luna piena, un cerchietto tondo e nero nella settimana successiva. «La luna piena è vicina.»

«Devo vestirmi. Oh, Joe! Dovrò pur rimettermi qualcosa addosso.»

Si sistemò un braccio sotto la testa. «Ti preferisco senza.» Le tracciò la sagoma del seno e si girò sul fianco per trattenerla. «So che vuoi provocarmi, ma non ci riuscirai. A voi Licantropi piacciono le stesse cose di noi umani, mangiare, dormire e scopare. Le cose potrebbero cambiare ancora, però.»

Chloe nemmeno pensò al fatto di renderlo uguale a lei. I lupi erano territoriali e, specie i maschi, poco collaborativi. Quando era nel branco di Ru litigava spesso con gli altri su questioni di pochissimo conto, persino su chi dovesse essere a mangiare l'ultima trota rimasta.

Le piaceva che Joe avesse dei difetti, che si stancasse prima di lei, che avesse bisogno di dormire e dissociarsi dal mondo. Era un lusso che i Licantropi avevano dimenticato.

Lo guardò di sottecchi. «Potresti dirmelo» mormorò lei timidamente. «Quello.»

Alzò un sopracciglio. «Quello cosa?»

Le salì una punta di fastidio, maggiorata dal fatto che davvero non avesse capito di cosa stesse parlando. Stavano insieme da diversi mesi come coppia e cominciò a pensare che solo lei volesse dirgli un vero "ti amo".

Suo padre lo diceva ogni mattina a Eve prima di correre via.

«Nulla. Lascia perdere.»

«Ti va di fare qualcosa questo weekend? Potremmo andare da qualche parte. Londra? Ti porto allo zoo» le propose.

Imperial Wolver IIWhere stories live. Discover now