VII

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(Re Gael)

«Questa è una baleniera, non una nave! E come fa a...» ansimò Joe.

«Una seccatura» confermò Ru. «Ti ho appena detto che per voi umani è impossibile vedere oltre il velo del mondo. Coloro che guardano da questa parte vedono il nulla o forse qualcosa di vago. I pochi fortunati li considerate pazzi. Benvenuto nel vero mondo, Joe.»

Gli diede una pacca sulla spalla e Joseph era troppo rapito dall'imbarcazione per badarci. Riusciva a pensare a quanto fosse magnifica quella nave, potente e maestosa sulle acque. Se avesse avuto la forza ci sarebbe stato sopra per l'eternità a viaggiare e scoprire mondi sconosciuti.

«La mia solskinn! Uomini, ai vostri posti!» chiamò Alba e una flotta di guardie sbucò dall'alto parapetto.

Erano soldati senza armatura, se l'erano tolta per sopravvivere al sole e indossavano canotte di cotone luride. Alcuni di loro avevano ferite rattoppate con ago e filo o fasciature con stracci usati. Le facce dei nuovi marinai si illuminarono vedendo il principe sano e salvo.

«Ben tornato, min prins!» urlò un soldato e con la mano diede ordine di farlo salire a bordo.

Calarono due funi a cui era attaccata una tavola di legno, ci salirono senza riluttanza e vennero trascinati in alto, percorrendo la murata scura. Forti mani li accolsero e li aiutarono a superare la balaustra.

Si sentì un gridolino d'orrore e un ragazzo stette per buttare Ru oltre il ciglio, facendogli fare un brutto volo. L'alpha alla vista delle spade emise un ringhio di sfida e sfoderò gli artigli. Joe fu felice di farsi da parte e ammirare quella scena.

«Un esiliato, principe, un mostro! L'umano è un vostro compagno e possiamo accettarlo, ma quest'essere è... malvagio» disse uno dei ragazzi armati.

Ru aveva l'intenzione di attaccar briga e legarsi al dito quella parola. Forse i suoi compagni gli avevano detto di peggio, eppure quel termine era l'unico che volesse togliersi dalla pelle. Per molto tempo aveva vissuto come un ragazzo comune ad Arcadia, aveva nascosto il suo potere alla famiglia reale e suo padre ne aveva pagato un alto prezzo. Quella notte aveva distrutto due vite, quella di Chloe e la sua.

Alba saltò in mezzo. «Quest'essere è l'unico modo che abbiamo di tornare a casa, Arcadia ha bisogno di noi. La colpa è mia se siete sbarcati in questo luogo ed è mio dovere risolvere il problema che ho generato, vi chiedo solo la stessa fiducia che avuto in me fino ad adesso.»

Gli occhi dei soldati si addolcirono senza riuscire a sopprimere l'ansia che la presenza dell'alpha nero emanava. Ru puzzava quanto un vero lupo adulto, sprigionava un'aura pesante e si sentivano minacciati.

«Che gli avete promesso?» tagliò corto quello che sembrava l'ammiraglio, l'uomo che li aveva aiutati a salire a bordo. Aveva pochi capelli e una folta barba grigia. «Conosco questo ragazzo e la sua famiglia. Se non ha venduto l'anima lo farà. Avete scambiato qualcosa.»

«Un permesso momentaneo. Finché resterà al mio servizio sarà considerato un ospite, me ne assumo la responsabilità.»

Un membro della ciurma emise un mormorio spaventato. «Se porteremo quel traditore ad Arcadia, il re impiccherà noi.»

«Io c'ero quella notte» continuò il marinaio con la barba grigia. «Ho visto cosa ha fatto alla figlia di Zero, se il veleno ha agito prima che morisse per la ferita è stato grazie alla benedizione delle dee. Si è mostrato com'era davvero, un piccolo e insofferente mostro. L'unico di cui dovreste fidarvi di quella stirpe maledetta è Dylan, mio signore.»

«Ho detto che va bene così, altre strade non ne abbiamo. Ru è l'unico che conosce i passaggi segreti, i Larsen sono una stirpe antica, una delle poche rimaste. Ci avremmo messo troppo a rintracciarne altri e la maggior parte sono ad Arcadia» esclamò Alba, sperando di far ragionare i suoi sottoposti. «Parlerò io con mio padre, Hans. Vi ringrazierà per il servizio reso. Anche a me non piace.»

Imperial Wolver IIKde žijí příběhy. Začni objevovat