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(Alba)

Salirono al piano superiore e lo spinse nella sua camera. Il principe soffiò un sospiro sorpreso e guardò la stanza in ogni angolo, la passò in un attimo e Joe si sentì sotto esame: immaginava le stanze del Grande palazzo, spaziose quanto il suo giardino, ordinate e raffinate.

Aveva lasciato la scrivania in disordine e Alba lesse alcuni appunti di letteratura. Il suo sguardo si fece torvo e, con riluttanza, si tastò la piastra di metallo del petto.

«Qui è sicuro. Toglila» gli consigliò Joe e l'altro annuì piano.

Con estrema lentezza si sfilò le stringhe sulla vita che tenevano le parti superiori unite, si sfilò gli spallacci e la cotta. Al di sotto della corazza portava una comune maglietta di stoffa, era spiegazzata per il peso e si stupì nel vedere la pelle percorsa da tagli cuciti e alcune cicatrici d'infanzia.

Alba si mise una mano tra i capelli rossi e sanò lo strappo sulla sua camicia con un semplice movimento. Il tessuto si animò e i lembi si allacciarono, mentre la polvere della magia lentamente svaniva dalle dita senza lasciare traccia.

«Porti cattive notizie» decretò Joseph, facendogli segno di accomodarsi.

«Non ci sono buone e cattive notizie» lo corresse giulivo. Saltò sul letto ed emise un trillo sguaiato, sprofondando nel materasso. «Sì, credo che la mia possa definirsi tale. Ammetto che è una brutta notizia. Orribile!»

«Chloe se ne è andata» disse il ragazzo deluso.

«L'ho saputo. È stato un atto molto coraggioso da parte sua. Quando l'ho rivista alla Lega percepivo fosse diversa, parlando mi ha rivelato dell'imprinting e del fatto che cominciasse a dubitare dei suoi sentimenti verso di te. Quel legame è unico, più forte del tempo e dello spazio. Crea dipendenza, vuoi essere tutto per quella persona. Un amico, un padre e un amante. Temeva di voler restare ad Arcadia e costringere anche te» raccontò.

«Ti ha parlato di me?» si interessò meravigliato.

«Certo. Io e lei ci conosciamo fin da piccoli. Mi picchiava, era una bulla. Per quanto fossi contento della sua presenza, la tua era qualcosa di non previsto e pericoloso. Anni fa, con Zero come campione, ti avrebbero ucciso senza farti parlare.»

«È davvero confortante saperlo. Il suo parere era così importante?»

«L'isola è divisa in quattro fazioni, nord, sud, est e ovest. Anni fa c'era la tradizione di potare un campione rappresentante per ognuna, il più forte era il quinto. Zero era colui che portava quel titolo e si annoiava a difenderlo, andava in giro per il vostro mondo, infastidiva altri pretendenti e i meno fortunati tornavano a casa con un arto o due mancanti. Era lui che prendeva le decisioni importanti e mio padre... ne aveva paura. Per questo lo ha viziato» disse Alba, sfregandosi le dita sporche.

«Tieni vicini gli amici e più vicini i nemici» citò. «E i Saggi?»

«Erano quasi sempre unanimi contro Zero, ma lui se ne fregava e, be', tu gli dicevi di fare una cosa e lui per ripicca mozzava la testa ad una capra e te la lasciava davanti alla porta. Gwyn era il primo che voleva metterlo in riga e, come lui dice una parola, la gente pende dalle sua labbra, specie se il campione è un imbecille infantile.»

Alba guardava il pavimento senza fissarlo negli occhi. Il motivo era diverso dal timore che serbava per Zero o il rispetto per un compagno defunto, aveva paura di parlare con Joseph, mettere le carte in tavola e dargli quelle informazioni.

Il principe si rese conto del cristallo che indossava al collo il ragazzo, era nascosto dalla canotta azzurra e creava una minuscola piega sul colletto, ma percepiva il flusso della magia.

Imperial Wolver IIWhere stories live. Discover now