III

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(Ru)

Ru attese che Joe finisse le sue ricerche di storia e pensò che non avesse niente di meglio da fare, dopotutto era un esiliato, era solo e senza una casa fissa. Per quanto l'idea di essere immortale e forte gli piaceva, vivere nei boschi, mangiare carne e pesce crudo tutti i giorni, lo disgustava. Era cresciuto con vari agi e, anche se suo padre non parlava mai del resto della famiglia McKingsley, sapeva fossero benestanti.

La ricerca di storia fu un vero disastro, raccolse informazioni superflue e non riuscì a buttar giù nemmeno quattro righe di senso compiuto sulle colonie inglesi in Africa. Il Licantropo stava cercando qualcosa da fare, qualcosa che lo tenesse impegnato: era cresciuto con Dylan e, anche dopo l'esilio, aveva avuto un branco numeroso. Il silenzio lo tormentava. Guardava Joseph di sottecchi, domandandosi come mai un diamante grezzo come Chloe avesse deciso che quel tizio fosse degno di conoscere il segreto. Aveva l'odore di tutti gli esseri umani, di sangue e metallo, un intruglio che le fate avrebbero definito sacrilego.

«Dimmi una cosa» sbottò Joseph d'un tratto, senza staccare gli occhi dal libro. «Perché quella notte ad Arcadia mi hai aiutato? Sapevi che non c'entrassi niente con quella gente, avrebbero potuto uccidermi e tu avresti vinto.»

Ru ci pensò per dei secondi e non trovò nulla da dire. Ricordava poco degli insegnamenti di suo nonno, ma sapeva alla perfezione quali erano i passaggi segreti dell'isola, i modi per entrare e come uscire senza destare sospetti. Gli amici di suo padre poi erano molto accomodanti. Voleva trovare Chloe.

Ma sul fatto di lasciare vivo Joseph? Non lo sapeva. Aveva creduto morta Chloe per pochissimo tempo, poi era ricomparsa e l'aveva vista difendere un ragazzo senza il minimo indugio. Aveva visto il suo fratellino e l'istinto gli si era annebbiato, voleva credere così, perché Dylan era estraneo ai problemi dei lupi, era nato senza dono ed era meglio. Sarebbe stato un beta, destinato alla sottomissione verso il fratello maggiore. Lo aveva lasciato da ragazzino e lo aveva trovato come un uomo fatto e finito, la sua fotocopia, solo più giusta.

«Ha saputo dopo che suo padre fosse morto, era con me quando Rachel glielo ha detto. È stato orribile. Le si è frantumato il cuore e io l'ho sentito» raccontò Ru, togliendosi una pellicina dall'unghia. «E il suo sguardo quella notte era identico. Aveva paura di perdere anche te. Forse è stato quello a... Non lo so.»

«È stata davvero lei a ucciderlo?»

«I Saggi hanno detto che è stata lei. Lo ha detto Gwyn.»

«I Saggi mentono spesso.»

«Già. Quando l'ho attaccata ha dato di matto, si è trasformata ed è fuggita via. Ho provato a ordinarle di restare immobile, eppure qualcosa l'ha fatta infuriare. Glielo ho chiesto un paio di volte, tuttavia non ricorda nulla. Zero era a lato del campo, è saltato in mezzo e l'ha afferrata. Per un momento pensavo davvero potesse fermare un Licantropo a mani nude. Le è corso dietro senza nemmeno guardarmi...» mormorò sconfitto. «Lo hanno trovato tra le macerie di casa. Era vivo, ma Evangelique era stata sepolta dalle macerie. I Saggi ci hanno intrappolati e ci hanno dato la loro sentenza.»

«E i vostri genitori non hanno fatto nulla?» replicò collerico Joseph.

Ru scosse il capo. «Essere un esiliato è una gravissima umiliazione per una famiglia, si viene trattati come reietti e abbandonati. Tanti lupi muoiono e Gwyn pensava facessimo parte di quella cerchia. L'ho tenuta con me, Zero l'aveva già allevata e cresciuta, sapeva cacciare e badare a se stessa. Le ci è voluto un po' per abituarsi, a parte la fuga non mi ha mai deluso. Mi è sempre sembrato piuttosto strano» ridacchiò. «Zero non voleva figli, specie una femmina. Me lo ha detto mio padre. Le femmine sono... difficili.»

«Non voleva figli?»

«No. Zero non era esattamente l'emblema del papà dell'anno. Lui e mio padre si conoscevano, insomma, non erano amici, lui era nella Lega e papà nel commercio, si dovevano per forza parlare. Diceva che fosse "decretato dagli déi". E poi, dopo quindici anni, l'ha addestrata senza dire una parola a nessuno» continuò. «Zero è sempre stato ambiguo.»

Imperial Wolver IIWhere stories live. Discover now