XII

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(Bjørn)

Alcuni soldati lo sollevarono di peso e lo caricarono sopra un cavallo, assicurandosi che le brighe fossero abbastanza robuste da bloccargli un'eventuale caduta, poi gli legarono una corda al corno della sella. Erano tutti preoccupati per Joseph e i campioni serrarono le fila inferiori, impedendo ai nemici di avanzare. Lance restò distante e due Vampiri gemelli lo affiancarono, annuendo a dei veloci ordini.

Il re diede una scoccata alle redini e fece trottare il cavallo indietro, tornando al Grande palazzo. Gli uomini parlarono preoccupati, Alba stava facendo del suo meglio per tenerli a bada e rassicurare Joseph: era impegnato ad analizzare le scariche elettriche che gli scuotevano il corpo, erano calde e lo facevano tremare. Il braccio gli pulsava dolorosamente, il petto si stringeva in morsi impedendogli di parlare.

Gwyn si guardava intorno, tenendo d'occhio le cime delle montagne e i crepacci oscuri. In qualche modo sapeva che alcuni di loro li avrebbero seguiti senza intervenire, spiando e riferendo a Lance la situazione. A Ru furono messe delle catene e fu solo grazie alla presenza invasiva degli altri campioni che Dylan restò intoccato, senza subire alcuna ripercussione. Chloe però se la stava prendendo proprio con loro e urlava ad Alba su quanto fosse stato sciocco permettere a Joseph di andare con loro.

«Perché cazzo non smette di sanguinare?» sbottò Hans. «Che morso è?»

«Un morso molto pericoloso» affermò Gwyn. «Dobbiamo portarlo al palazzo adesso, prima che si diffonda. Potremmo tagliargli il braccio» propose.

Joe mugugnò disperato, pregando di risparmiarlo.

«Potremmo tagliarlo a te, solo per piacere» replicò Chloe.

«Questa è colpa tua, stupida raga...»

Il re tranciò il discorso e la truppa proseguì senza sosta verso il castello. Durante il tragitto fu colto da incessanti convulsioni e dovettero sostenerlo, impedendogli di farsi male. Venne trasportato dentro una sala, sgombrarono al volo un tavolo da libri e carte e lo adagiarono sopra, cercando coperte e cuscini. Aveva il volto pallido e sudato, il corpo non rispondeva più ed era gelido.

Gwyn gli posò una mano sulla fronte. «È freddo. La temperatura è scesa in fretta.»

Spintonò la folla che si era creata e se ne andò, vagando per i corridoi della sala ricolmi di libri. Elsa si raggomitolò accanto a lui e provò a scaldarlo con il pelo, emettendo versetti di timore. Il re fece un cenno a Ru e Dylan, i quali sgusciarono pentiti al suo fianco e aspettarono. I tre se ne andarono, seguiti da Charles e un altro cavaliere di scorta.

Chloe gli asciugò il sudore sulla fronte e provò a portagli via il dolore. Continuava a tremare come una foglia, i denti talmente serrati che pensò si sarebbero spezzati. La sua mente era forte e i sentimenti puri, il dolore era l'unica cosa che gli invadeva la mente e niente lo avrebbe potuto distrarre.

«Sempre a fare l'eroe» ringhiò Chloe e sollevò un lembo dell panno. Joe non osava guardare e dalla faccia disgustata che fece Alba capì che fosse peggio del previsto. «Insomma, non è così male, vero?»

«Be', è come se uno spettro avesse cominciato a ballargli il tip tap sotto la pelle» vociò un ragazzo e qualcuno gli diede un colpo per zittirlo. «Volevo solo dire che non ha una bella cera.»

«È stato morso da un Vampiro, che cera dovrebbe avere?» tuonò Alba allibito. «Ti rimetteremo in sesto, Joe. Tornerai uno splendore... spero con entrambe le braccia.»

Nella stanza entrarono due persone e Hans indicò Joe steso sul tavolo. Le guardie si spostarono all'ordine dell'anziano di lasciargli spazio di lavoro. Aveva la testa rasata e un tatuaggio in mezzo alla fronte, la pelle abbronzata e aveva indosso una sgargiante tunica arancione e rosari di cocci. L'apprendista al suo fianco era giovanissimo e gli mancavano due dita.

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