Prologo

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Fallwood University, aprile 2023

«Non hai trovato nulla di tuo gradimento?»

Dylan distolse lo sguardo dai ragazzi ammassati nel salotto. Quella sera, per la vittoria del torneo NCAA, la squadra di basket aveva organizzato una festa nell'edificio della confraternita Alpha-Omega.

Tutto il college si era riversato là e quella casa, ormai, puzzava di sudore, alcol scadente e tarda adolescenza. Avrebbe tanto voluto distrarsi, ma non c'era molta carne fresca disponibile. O, almeno, carne fresca disponibile e decente.

Incrociò gli occhi del suo amico Drew, seduto su una poltrona di fianco a lui con le gambe divaricate e bicchiere stretto nella mano. Sembrava un po' annoiato, il suo sguardo catturava le luci soffuse e brillava vivido. Il viso dai lineamenti decisi era incorniciato da alcuni ciuffi neri sfuggiti alla coda. La felpa grigio fumo gli nascondeva i muscoli, anche se la collezione di felpe monocolore faceva parte del suo fascino. Le gambe lunghe erano avvolte da un paio di jeans ben stretti e i polpacci erano evidenziati da anfibi con le borchie. Drew era un metallaro, in tutto e per tutto. Perfino il suo animo era nero.

In effetti, lui era molto più che decente. Purtroppo era off-limits: si erano divertiti un po' per qualche mese, poi Drew gli aveva chiesto di rimanere amici. Era innamorato di un'altra persona che ricambiava.

Gli scoccò un'occhiata torva. «E tu?» lo rimbeccò.

Drew bevve un sorso della bibita ad altissima gradazione alcolica. In quella festa le bevande sapevano di morte ed erano così forti che avrebbero potuto sciogliere il pavimento.

«Il mio cuore è già impegnato» ribatté.

Dylan scosse la testa e ridacchiò, premendogli la mano sulla spalla. «Oh, sei così fortunato...» Sospirò con fare teatrale, giusto per ravvivare quella serata con il sarcasmo.

Poi i suoi occhi si posarono quasi per sbaglio su di lui.

Camicia tesa su ampie spalle, di sicuro allenate, e braccia forti e nerborute. Lo sguardo avido di Dylan gli percorse il busto, centimetro dopo centimetro, soffermandosi sulla vita stretta e sul sedere tondo e sodo, messo in risalto dai pantaloni aderenti.

Cristo, era una visione.

Eccolo, il mio principe azzurro. Senza il cavallo bianco, ma si sarebbe accontentato.

Piegò le labbra in un sorrisetto furbo. «Forse ho trovato la mia preda.»

«Maschio o femmina?» chiese Drew.

«Guarda tu stesso. Quel ragazzo girato di spalle, con la camicia nera e i capelli a spazzola.» Sospirò di nuovo. «Mi potrei aggrappare a quelle spalle muscolose e raggiungere il Paradiso.»

«Buon viaggio, allora.»

Dylan continuò a fissare la schiena – soprattutto il sedere – del tizio misterioso. Le luci di quel salotto erano tenui, insufficienti a fargli capire se lo conoscesse o meno. «Visto che sei esperto, pensi sia uno sportivo?»

Drew assottigliò le palpebre e si massaggiò il mento, fissando l'oggetto del suo interesse. «Mmh» mormorò. «Forse. Magari della squadra di football, o di hockey sul ghiaccio.»

Dylan si girò verso l'amico. Aveva escluso i Fallwood Wolves. «Non uno dei tuoi compagni di squadra?»

Drew si strinse nelle spalle. «Non penso, ma non lo vedo bene. Buttati e lo scopriremo: io e Grey siamo gli unici della squadra a non essere etero» ghignò.

«Dovrò provare, immagino.» Dylan gli fece l'occhiolino. Avrebbe tentato un approccio, anche se non era sicuro del risultato. Dopotutto, quel ragazzo poteva essere etero o impegnato con qualcuno.

Losing MatchWhere stories live. Discover now