Capitolo 2

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"Acqua," gracchiò Harry, la sua gola incredibilmente secca. Era come se il suo corpo stesse bruciando e la sua bocca fosse arida. Non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi, come se fossero incollati.

Le sue orecchie riuscirono a distinguere un suono - una sorta di armeggiare e poi dei passi che si stavano avvicinando. Delle dita toccarono la sua guancia, spostando i capelli dal suo viso. Poi la mano gli prese il viso, e lui sentì un bicchiere avvicinarsi alle sue labbra.

Quando l'acqua incontrò le sue labbra, quest'ultime si aprirono immediatamente, e lui si mise comodo per facilitare il flusso dell'acqua nella bocca.

Si sentiva come se fosse appena ritornato in vita; la sua mano riuscì ad avere il controllo sul bicchiere, mandando giù il contenuto fino all'ultima goccia. Si tirò su a sedere, aprendo i suoi occhi ed asciugandosi le labbra.

"Di più," ansimò Harry, fissando il bicchiere vuoto.

Una mano pallida gli tolse il bicchiere dalle mani, si girò e si allontanò da lui silenziosamente.

Harry guardò curiosamente la figura incappucciata che si allontanava con il bicchiere, chiedendosi chi fosse.

La persona con il cappuccio ritornò con il bicchiere, nuovamente pieno d'acqua, e glielo porse ad Harry, che lo accettò con piacere.

Il volto della persona era nascosto dal cappuccio, ma Harry aveva la sensazione che si trattasse di una donna, soprattutto per via delle sue mani sottili, piccole e bianche.

Non appena finì di bere l'acqua, questa volta più lentamente rispetto alla prima, si tolse le coperte che stavano coprendo le sue gambe. "Chi sei?"

La figura incappucciata non rispose; Elsah non sapeva come rispondere. Chi era davvero lei? Quindi, invece di rispondere alla sua domanda, gli chiese a sua volta. "Perché degli uomini ti hanno attaccato e poi lasciato lì a morire?"

"Non hai risposto alla mia domanda," affermò lui.

"E tu non hai risposto alla mia," ribatté lei.

Un sorrisetto apparì sul suo viso, facendo spuntare delle fossette sulle guance. "Vero, me te l'ho fatta prima io."

Lei si avvicinò a lui, che rimase a bocca aperta. Davanti a lui c'era un Half, aveva letto e sentito molto parlare di loro.

Occhi color porpora, con degli spruzzi di viola e blu e con qualche chiazza verde; i suoi capelli erano lisci, color platino. Le sue sopracciglia erano leggermente più scure e la sua pelle era bianca come la neve.

L'unica cosa diversa da quello che aveva letto sui libri, erano le punte viola che coloravano le ciocche di capelli color platino, un particolare che si andava ad aggiungere alla sua bellezza soprannaturale.

I suoi occhi squadrarono il suo corpo, riuscendo a vedere le sue curve sotto l'abbigliamento nero. Dopotutto era un uomo, e non voleva perdere l'occasione di ammirare la sua bellezza.

Lei disse qualcosa, ed Harry smise immediatamente di fissare, i suoi occhi ritornano ad incontrare quelli di lei. Ed allora capì. "Tu sei quella che mi ha salvato? Mi ricordo i tuoi occhi," disse dolcemente.

Lei annuì, e poi si girò per non fissarlo, dirigendosi verso il comò. "Perché ti hanno attaccato? Li hai fatti arrabbiare?" Era preoccupata per questo bellissimo umano sconosciuto, con la sua mascella serrata e i suoi occhi color giada.

Harry si alzò lentamente, ma non senza provare dolore. Voleva avvicinarsi alla Half, rivedere il suo viso, permettere ai suoi occhi di nutrirsi della sua bellezza. "Una cosa del genere."

"Voi umani non dovreste essere così sbadati quando uscite. La vita umana è fragile."

"E tu non sei un'umana?" Chiese lui, anche se sapeva la risposta a questa domanda.

"Un po'." Elsah sorrise.

"Cosa vuoi dire?"

Elsah fece una pausa, e si girò a guardare l'uomo che aveva salvato. "Um, Signor -"

"Harry, chiamami Harry."

"Harry," Elsah sorrise e continuò. "Mai sentito parlare degli Halves?"

"No," mentì Harry, anche se conosceva ogni singolo dettaglio, ogni angolo e fessura, ogni singola cosa riguardante gli Half.

"Beh, gli Halves sono per metà umani, come lo si può dedurre dal nome."

"E l'altra metà?" Chiese Harry, fingendo ancora di essere all'oscuro di tutto.

"Posso avere anche io il diritto di farti qualche domanda?"

Lui ridacchiò, ma si fermò improvvisamente quando avvertì un dolore profondo al petto. "Giusto. Spara."

Gi angoli delle labbra di Elsah si alzarono in un sorriso, e spostò una ciocca di capelli, mettendola dietro l'orecchio. Anche se non l'avrebbe mai ammesso, le piaceva il dialogo che stava avvenendo con questo umano attraente. "Dimmi perché sei stato attaccato."

Il sorriso di Harry svanì, sostituito da una smorfia. "Questa non è una domanda."

"Beh, cosa vuoi che ti chieda allora?" Elsah gli disse di rimando.

Harry sogghignò, nonostante l'improvviso dolore straziante all gamba sinistra. "Ad essere onesto, voglio farti qualche altra domanda. Tu quindi sei per metà umana. .  e per l'altra metà cosa sei?"

"Sei poco curioso, eh?" Scherzò Elsah, e poi poggiò le sue mani sul comò per rimanere in equilibrio. Aveva le vertigini e la nausea, ed Harry se ne accorse, mettendo una mano sul suo fianco per sorreggerla. "Sono metà umana, e metà. . .beh, non proprio un angelo, ma qualcosa del genere." Spiegò, portando una mano sulla sua testa.

"Stai bene?" Chiese Harry, preoccupato. "E cosa vuoi dire con 'non proprio un angelo'?"

Elsah respirò lentamente e chiuse i suoi occhi per smettere di guardare la stanza girare. "Sto bene, ho solo perso tanto. . .sangue. E volevo dire che, se gli angeli esistessero, sarebbero tipo come me. Ma io lo sono solo per metà."

La bocca di Harry si spalancò per la sorpresa quando realizzò. "Aspetta - hai detto che hai perso tanto sangue - mi hai dato il tuo sangue per salvarmi dopo l'attacco! È così? Ecco come mi hai salvato! Ora tutto ha un senso!"

Elsah annuì lentamente, e chiuse i suoi occhi ancor di più, cercando di non pensare al capogiro. "Non è nulla di che, davvero. Saresti morto senza sangue."

"Perché l'hai fatto? Me ne devi aver dato molto se ti senti così debole. Dovresti sdraiarti un po."

"No no, starò bene, Harry."

"Insisto."

Elsah si bloccò, mordendosi l'interno della sua guancia. Dopo qualche istante di esitazione, concordò. "Okay, hai ragione."

Quando lui iniziò a dirigerla verso il letto, lei si allontanò dalla sua presa. "No, il letto è per te, Harry. Andrò sul divano."

Lui non protestò, e l'accompagnò semplicemente verso il divano. Quando Elsah si sdraiò, Harry prese una delle coperte dal suo letto, per coprirla.

"Grazie, Harry."

Lui annuì. "Non so ancora il tuo nome."

"Elsah. Il mio nome è Elsah."

"Elsah." Ripeté Harry, lo strano nome sulla sua lingua. "Elsah. Beh, riposati. Non mi hai ancora detto perché mi hai aiutato, ma possiamo parlarne quando starai meglio."

E con questo, Harry ritornò sul letto e chiuse i suoi occhi per mettere a tacere i suoi dolori.

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Ecco a voi il secondo capitolo. Speriamo davvero che questa storia vi stia piacendo. Non vediamo l'ora di farvi leggere gli altri capitoli.

A presto! x

Insatiable (italian translation)Where stories live. Discover now