Capitolo 7

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"Hai un coltello di platino sempre con te?" Chiese Louis, incredulo.

Elsah annuì lentamente, e aggrottò le sopracciglia. Perché gli importava così tanto?

"Non voglio essere maleducato o altro, ma non pensi che non sia la più brillante tra le idee?" Commentò sarcasticamente.

Tuttavia, Elsah non fece caso al tono di Louis. "Beh, lo porto con me in caso di emergenza."

Il demone fece spallucce, spostandosi i capelli dagli occhi.

"Okay, beh sei fortunata, Elsah, io ho proprio gli strumenti adatti per iniettare facilmente il sangue ad Harry."

Anche se quest'informazione fosse potuta sembrare strana ad una persona innocente e cauta, Elsah non diede molto peso al fatto che Louis avesse questi strumenti a portata di mano e che sapesse esattamente come utilizzarli.

Elsah annuì, e si accomodò su una delle sedie nel piccolo soggiorno. Alzò la manica della sua maglia e poggiò il suo braccio destro sul tavolo.

Louis ritornò con una piccola borsa tra le sue mani, e si diresse accanto ad Elsah, dopo aver poggiato la borsa.

Tirò fuori un ago luccicante e bianco, una piccola fiala, ed un tubicino sottile.

"È in platino?" Chiese Elsah, osservando l'ago sopra il legno graffiato del tavolo.

"Sì," rispose lui, balenandola con un altro dei suoi demoniaci sorrisi. Era abbastanza attraente per essere un angelo caduto, col suo viso scolpito e qualche chiazza di barba sulla sua mandibola. I suoi occhi erano di un azzurro indimenticabilmente bello, un azzurro così luminoso mai visto prima d'ora.

"Mi hai detto che hai dovuto prevalere il sangue dal tuo polso, giusto?"

"Sì."

"Okay, beh sarebbe più facile ed efficace se lo prevalessimo dalla parte inferiore del tuo gomito. Esattamente dalla vena brachiale."

Elsah annuì lentamente, ed immediatamente, divenne fin troppo consapevole dell'ago che Louis stava attaccando al tubicino. "Conosci i termini di anatomia umana?" Chiese Elsah, col tentativo di distrarsi un po'.

Chiuse i suoi occhi, nervosa, e Louis se ne accorse immediatamente.

"Stai bene, Elsah? E sì, li conosco."

Lei respirò lentamente, i suoi occhi ancora chiusi, e poi annuì. "Penso di. . .sì?"

"Apri gli occhi."

Quando lei lo fece, distolse lo sguardo, non volendo vedere il suo braccio.

Il suo tocco era freddo come il ghiaccio - da congelamento, ed Elsah sussultò quando lui avvolse la sua mano attorno al suo polso.

"Scusa." Si scusò Elsah, cercando di rilassarsi con la mano di Louis attorno al suo braccio.

Ma non ci riuscì, non importava quanto ci stesse provando. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che provava quando lui era vicino a lei, rimanendo quasi terrificata quando lui l'aveva toccata.

Improvvisamente, Louis notò che Elsah stesse tremando, e allontanò la sua mano per un momento, prima di prendere il suo avambraccio e poggiarlo sul tavolo.

"Elsah, rilassati. Non ti farò del male." La rassicurò dolcemente.

Lei annuì, chiudendo nuovamente i suoi occhi. "Fallo e basta, velocemente."

Il suo cuore martellò contro il suo petto, e il suo respiro divenne più irregolare e rapido.

E quando l'ago le perforò la pelle, si lasciò sfuggire un sussulto sofferente.

- -

Louis collegò l'ago al tubo di plastica, per far sì che il sangue venisse raccolto nella piccola fiala. La fiala poteva contenere al massimo 227 grammi di sangue, ma questo era più che sufficiente.

Non appena si riempì tutta, Louis ritrasse espertamente l'ago dal suo braccio, e coprì la puntura con un cerotto, anche se sarebbe sparita in pochissimi minuti.

Se non si fosse sentita così debole, Elsah si sarebbe chiesta come e perché Louis sapesse come prelevare il sangue così facilmente, e come facesse a conoscere termini medici.

Ma Elsah si sentiva debole. Aveva perso troppo sangue nel corso degli ultimi giorni, senza concedersi il tempo di riprendersi e permettere al suo corpo di rigenerare il sangue perso.

"Sai cosa. . ." Sussurrò Elsah, concentrandosi su ogni parola. Stordita, era solo un eufemismo per descrive la condizione di Elsah in questo momento. "Sai cosa potrebbe aiutarmi con i capogiri e tutto il resto?"

Louis alzò il suo braccio per metterlo attorno ad Elsah, aiutandola ad alzarsi dalla sedia e portandola su un divano, dove la poggiò cautamente.

"Succo d'arancia, penso." Rispose. "E dei salatini. Penso siano queste le cose che prendono gli umani dopo la donazione del sangue. E tu sei mezza umana, quindi dovrebbero aiutarti."

Elsah si lasciò sfuggire un debole lamento non appena la sua testa iniziò a girare di nuovo, chiudendo gli occhi. "Non ho del succo d'arancia qui."

"Riposati per un po'," rispose l'attraente demone. "Devo occuparmi un attimo di Harry, e poi forse andrò a comprarti del succo d'arancia, okay?"

Elsah concordò immediatamente - Louis aveva ragione. Harry aveva più bisogno di aiuto.

"Si riprenderà? Gli ho dato il mio sangue diverse volte, ma sta bene solo per poco tempo."

L'angelo caduto annuì, allontanandosi da Elsah per avvicinarsi ad Harry. "Sì, sì riprenderà. Il sangue angelico fa miracoli sugli umani. Anche se sei solo un mezzo angelo."

"E allora perché continua a riammalarsi?" Gli chiese Elsah, le sue parole vennero fuori lentamente mentre il sonno iniziava a prendere il controllo.

"Forse perché il sangue si esaurisce, ed il suo corpo non riesce a combattere l'infezione. Tra qualche giorno, starà bene. Ora riposati."

Elsah annuì, i suoi occhi già chiusi. "Grazie ancora. . . Louis."

L'ultima cosa che Elsah sentì prima di addormentarsi fu il tocco di una coperta che veniva messa sul suo corpo, e poi tutto divenne nero.

Insatiable (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora