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Basic Intistic.


Era pieno settembre. Le nuvole si erano impossessate del cielo, c'era una nebbiolina leggera ed un venticello che spostavano indietro i suoi capelli. Mossi, neri come la pece e rosso sangue sulle punte. Allison si era appena trasferita da New York nella fantastica ed affascinante Chicago insieme alla madre. Per motivi che ancora faceva fatica ad accettare, figuriamoci a spiegare.

Aveva finito il quarto liceo, tutti i suoi amici erano a New York, ma non era stato facile stare lì per così tanto tempo, non poteva più restare per quanto dolore provasse a lasciare tutti i suoi più cari amici.

L'unica persona che aveva a Chicago, neanche a farlo apposta, la più importante, era Naomi, la cugina che lei considerava sorella, infatti traslocarono due case più avanti dalla sua.

Primo giorno di scuola.

Allison si era svegliata circa alle cinque, era una di quelle ragazze senza vie di mezzo, o alle cinque o a mezzogiorno. O presto o tardi. Sta di fatto che alle cinque e mezza si ritrovava a passeggiare per le strade di Chicago con una sigaretta nella mano destra che veniva assorbita dal vento e le cuffie alle orecchie che le cadevano sui capelli mossi con cui lei giocava con la mano sinistra facendo piccoli cerchi sul dito. La melodia con cui annebbiava i suoi pensieri era a dir poco deprimente, le tipiche canzoni che ascoltava lei. Basic Intistic dei The Acid. Una delle sue canzoni preferite. Una di quelle canzoni bellissime conosciute da pochi. Una di quelle canzoni che ti aiuta a dimenticare. A dimenticare tutto.

Era uscita presto, eppure erano già le otto meno dieci.

《Merda devo andare a scuola.》

Spense una delle tante sigarette ormai consumate dal vento. E iniziò a correre nella direzione della nuova, cupa e deprimente scuola.

Non era tanto lontana da casa sua, ma voleva essere sicura di non arrivare in ritardo, almeno il primo giorno.

Era arrivata giusto in tempo.
Appena suonò la campanella fece una corsa per entrare, ma era talmente distratta che per sbaglio andò addosso a qualcuno e cadde per terra.
Era un ragazzo, alto, magro, capelli neri come la pece, esattamente come i suoi, era pieno di pearcing e notò anche un tatuaggio sul collo sembravo.. rose dentro un manicomio. Ma non ci fece molto caso. Riabbassò la testa per l'imbarazzo dopo aver osservato per bene il ragazzo con cui si era scontrata.

《Cazzo stai più attenta, ragazzina.》Disse il ragazzo ponendole la mano per poterla alzare.

《Mi spiace.》Abbassò la testa per l'imbarazzo, era così imbranata accidenti.

《Correvi troppo entusiasta per trovarti in una scuola.》

《Correvo per distrarmi da un pensiero.》

《Vieni con me, ti porto dal preside così ti assegna la classe.》

《Grazie.》Disse prendendo la mano del ragazzo così da potersi alzare.

Psycho - Dylan O'Brien [Stallison]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora