34-Grazie a te

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(4 febbraio)

Appena lo aveva visto aveva fatto i salti di gioia,

Gabriel per lei significava "libertà"
così le nacque presto un dubbio nella mente,  forse lo stava usando per riaprirsi un piccolo varco sul mondo.

Eppure la sua priorità assoluta rimaneva cercare le ragazze che erano rimaste con quei mostri, le sue compagne, le sue sorelle ma la voglia di tornare a vivere era irresistibile.

L'agente non fece in tempo ad impugnare le chiavi che la porta si aprì come per magia.

Cassandra era raggiante anche se i lividi che prima erano solamente accennati sulla sua pelle ora apparivano chiari e dolorosi.

Ne aveva a centinaia , su tutto il corpo, fortunatamente il professionista che l'aveva visitata aveva appurato che le ossa rotte si erano ricomposte completamente e che i dolori più forti presto sarebbero guariti.

Le cicatrici sulla schiena invece, secondo il medico , si erano sterilizzate per il freddo , quella era stata la sua medicina più potente, la stessa che molte notti non le permetteva di chiudere occhio e che la induceva a ritorcersi su se stessa.

Ad ogni modo quei segni orribili, e ancor più quello che rappresentavano, non sarebbero più andati via dal suo corpo, la sottomissione per un tempo tanto lungo resta nell'animo ,
penetra negli abissi più reconditi del proprio io, e trasforma i tuoi istinti, ciò di cui hai più bisogno, rende i tuoi desideri più importanti da soddisfare, vitali.

Per certi versi , essendo trattato da animale, lo diventi, ma sta alla forza d'animo ,già presente dentro il tuo corpo prima dell'esperienza traumatica ad aiutarti a rialzarti .

"ciò che non ti uccide ti rende più forte"

Non l'aveva certamente coniato sua nonna quel detto ma usava dirlo con una frequenza veramente incredibile.

Si ricordò di lei, dei capelli bianchi curati più dei suoi ,scuri e sempre spettinati, lasciati sulle spalle,

Sua nonna era un donna di classe , amava la moda e la bella vita ma non per questo era acida e altezzosa come molti dei possedenti che conosceva Cassandra.

Sua nonna era una donna forte, una donna a cui ispirarsi nei mometi difficili ma anche in quelli felici, perchè si sa, la felicità non dura per sempre, bisogna godere del momento speciale che passi con le persone che ami.

I momenti passati non ritornano, se ne susseguono di nuovi ma nessuno sarà mai come quello precedente, neanche lontanamente simile.

<Buongiorno, spero che tu abbia fame, ho pensato ad un itinerario pazzesco, ti porterò a visitare il mio museo preferito, ma non prima di una bella colazione a base di grassi animali>

Cassandra scoppiò a ridere, come non faceva da tempo.

<è troppo per me!>
Obiettò lei .

<Invece no, dobbiamo festeggiare>

<Che cosa?>

Gabriel chiuse gli occhi per un istante cercando una risposta convincente.

Non indossava l'uniforme lavorativa, non desiderava attirare gli sguardi su di se e su Cass.

Al posto dei pantaloni scuri squadrati un paio di Jeans blu molto classici, un maglione nero a trecce sottili invece aveva preso il posto del giaccone con la scritta FBI.

Cassandra non lo aveva mai visto vestito in quel modo più casual, con nulla che facesse pensare al suo vero lavoro, di conseguenza alla vera relazione fra loro due, e tutto sommato ciò le piaceva.

Voleva illudersi per un istante di non importare a Gabriel per lo stesso motivo per cui un uomo come Hank Taylor teneva a lei, ma per il suo aspetto per il suo pensiero, per quella che era lei in realtà.

Non faceva che ripetersi continuamente di essere solamente una prova schiacciante, appunto una prova non una persona.

Ma anche Gabriel sembrava esser cambiato, quando indossava l'uniforme era più rigido, come se non si trovasse a suo agio con la sua stessa vita, ora invece appariva spensierato, quasi felice.

<La vita>

Rispose alla fine, era l'unica cosa che li accomunava d'altra parte, ma anche la più importante che ci potesse essere.

In fin dei conti siamo simili ad un altro essere umano innanzitutto perchè siamo vivi, perchè respiriamo, corriamo, assaggiamo, baciamo, amiamo, odiamo, semplicemente viviamo.

Cass accettò la risposta e annuì, chiuse la porta alle sue spalle e osservò Gabriel indossare una giacca di pelle stile motociclista sopra il maglione, gli dava un'aria leggermente ribelle .

<Sono un freddolone>

Spiegò lui ridendo mentre Cass lo guardava con tenerezza.

<Io sento caldo>
Ribattè lei.

<allora riscaldami>

Propose lui , inarcando un sopracciglio, Cassandra arrossì completamente e distolse subito lo sguardo, vide i poliziotti di guardia, come al solito.

<Staranno lì anche quando saremo via?>Domandò.

Non le sembrava giusto che perdessero il proprio tempo a sorvegliare una casa vuota.

<Si >rispose Gabriel , spostando lo sguardo sullauto nera.
<Dobbiamo costantemente controllare che nessuno si avvicini a te >

Finì la frase e si avvicinò a lei.

<Apparte me>

<Come mai?>

La domanda in realtà fu ben studiata dalla mente di Cassandra.

Gabriel strinse le labbra.

<è il mio lavoro>

Rispose, essendo pienamente consapevole di averle mentito.

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